Chi
va oggi a Parigi non può non andare anche in place de République, luogo divenuto
simbolo della “francesità” e della libertà di espressione. Forse è una sosta turistica
con foto ricordo troppo scontata, ma è indubbio che deve essere vista per poter
capire meglio lo spirito iconoclastico che animava i disegnatori uccisi nei
sanguinosi avvenimenti del 7 gennaio e l’orgoglio che anima il popolo francese,
ferito nel suo anelito di satira irriverente verso tutto e tutti.
Il
monumento dedicato alla Repubblica, con le allegorie della Liberté, Fraternité,
Egalité e del Suffrage Universel (il leone in bronzo), opera di Léopold Morice,
è rivestito da fogli e imbrattato da scritte inneggianti ai poveri redattori
uccisi di Charlie Hebdo, con mazzi
di fiori e lumini tutt’intorno nella base.
Certo a dare un’idea del clima non
mancano controlli sugli zaini quando si entra in un grande negozio o in un
museo o soldati con i mitra a guardia dei luoghi di rilevanza ebrea.
Nelle
edicole francesi è un coro unanime di condanna sull’attentato nelle riviste di
ogni genere: in una specializzata in barche è ricordata la figura di Charb, amante del mare e della
navigazione!
Ma
a noi interessa vedere come i magazine sulla BD hanno ricordato i propri
martiri.
Il
primo impatto in edicola è con il numero speciale Hors-série di Spirou, sulla cui copertina uno Spirou serio e crucciato si slaccia la celebre giubba di
groom dell’Hotel Moustique per mostrare la scritta Je suis Charlie sulla
T-shirt nera.
Il settimanale, diretto da Frédéric Niffle, è interamente
dedicato dagli autori della Dupuis ai disegnatori di Charlie e il ricavato
delle vendite andrà in favore di Charlie
Hebdo e dei familiari delle vittime.
Ogni pagina è piena di vignette di
autori differenti che insorgono, ognuno alla propria maniera, contro il barbaro
omicidio. La parola più diffusa nei testi delle vignette, riferita agli
assassini, è “cons” (diciamo "stupidi", ma è un po' più forte!).
Altro
numero speciale è il n.272 di Psikopat,
la rivista satirica di Carali,
pubblicata dalle Edition du Zébu.
Oltre l’omaggio in copertina di Coco, tante vignette umoristiche e
satirichesulla perdita di colleghi, autentici totem della satira libertaria francese.
Non
poteva mancare all’appello l’Echo des
Savanes n.331, entrata a far parte del gruppo Glénat attraverso Mediamania
e diretta da Claude Maggiori.
Fra i vari omaggi una lunga sequenza di pagine
estratte dal volume Pitié pour Wolinski di
Georges Wolinski.
Sul
n.39 di Siné Mensuel, il giornale
mensile satirico delle Editions du Crayon fondato e diretto dal vecchio ma
ancora graffiante Siné, sono
presenti vignette sull’evento delittuoso.
Lanfeust Mag
n.183, rivista della Soleil diretta da Guy
Delcourt con caporedattori Christophe
Arleston e Dominique Latil, rende omaggio ai colleghi a pagina 3.
Su dBD n. 90 e L’Immanquable n.49, i due mensili targati DBD SARL e diretti da
Frèdéric Bosser, due pagine ricordano i colleghi uccisi.
Anche
Casemate n.78, la rivista edita da
Pommes Presse, diretta da Frèdéric Vidal, presenta due pagine sull’affronto
subito dalla BD francese e riporta il ricordo di Milo Manara per Wolinski, da
lui conosciuto quando lavorava per Charlie
Mensuel.
E
questi sono solo quelli che abbiamo trovato in edicola.
E in Italia?
RispondiEliminaGiusto due giorni fa una signorina della Panini mi ha telefonato per parlarmi di questa lettera e non ha saputo dirmi altro che non è colpa loro, bensì una scelta editoriale. E io le ho ripetutto che è proprio la scelta editoriale quella che mi aveva lasciato esterefatto. Mi ha detto che Topolino non è solo un giornale per adulti, ma anche per bambini e che quella copertina avrebbe potuto turbarli e le ho ribattutto che proprio i bambini di oggi, che forse non avrebbero sapututo interpretare le matite alzate di Topolino e Paperino, una volta adulti avrebbero apprezzato ancora di più il loro giornalino. Neanche le politiche di rimborso possono essere scalfite da questa scelta editoriale: avrei voluto lasciare la mia quarantina di euro ai redattori di Topolino perché si comprassero il numero speciale di Spirou per imparare cosa significhi veramente lavorare nei fumetti, ma invece la cortese signora Panini mi ha detto che non può farlo e deve proprio restituirni gli euro nel conto Paypal. Così la mia storia d'amore con Disney finisce dopo quasi 27 anni: avevo cominciato nel luglio 1988 con il nº 1702 di Topolino (il primo numero Walt Disney Italia dopo l'epoca Mondadori) e lascio adesso con il nº 3089 nel febbraio 2015. È proprio brutto quanto il tuo amore ti tradisce.
Caro amico, se hai letto bene il testo di questo post, gli autori francesi parlano di "cons". Non è che sono cons solo quelli con il mitra!
RispondiEliminaCoraggio, troverai altri amori!