Oddio, 7 pagine di fuffa! E l'ho già ordinato… Si prospetta come il maggior giramento di palle dai tempi di quella boiata di "Machine qui rêve" (Spirou 46). Che senso ha riprendere un vecchio personaggio per farlo diverso? Se non ti interessa rievocarne la grafica, né la struttura narrativa, perché fai un Ric Hochet? Cambiagli nome e amen! Per Blake et Mortimer o Lucky Luke (saggiamente) non si è scelta la strada dello stravolgimento e le vendite hanno premiato. Se non si vuole mantenere lo spirito, che senso ha una simile operazione? Il seriale ha le sue leggi ed è come le icone ortodosse: se vuoi fare avanguardia e ti allontani dai modelli, non sei un bravo artista, sei solo un blasfemo...
Superato l'impatto iniziale, questo nuovo Ric Roland è forte, duro e ben scritto. Lo stesso Duchateau ne ha seguito l'evoluzione e ne ha fatto l'elogio. Inoltre, malgrado gli "stravolgimenti" apparenti, questo nuovo Ric è molto, molto vicino al suo predecessore. Ne riparliamo dopo l'uscita dell'albo?
"Superato l'impatto iniziale"? E chi lo ha superato? ;P LOL
Sette pagine sono un buon sesto della storia e Zidrou le ha bruciate per offrirci solo un incipit. Non è questo il MIO fumetto franco-belga. Perché quando parlo di fumetto franco-belga non parlo di fumetto in lingua francese, parlo di uno stile narrativo che (è già evidente) qui non è più presente.
Se si offrono di vendermi del formaggio pecorino, mi aspetto del formaggio pecorino. Magari, del brutto formaggio pecorino, ma, prima di tutto, del formaggio pecorino. Se mi rifilano del parmigiano chiamandolo "nuovo pecorino", penso che sia un atto scorretto, anche se il parmigiano fosse un buon parmigiano.
Un'interessante riflessione sull'aggiornare le vecchie serie ce l'aveva offerta, pochi mesi fa, Casty in "Topolino e i casi dell'ispettore Bonton" (IP-3075-1).
In occlusione, possiamo pure aspettare di aver letto il NUOVO Ric Hochet, ma non so se ne avrò voglia: l'ho comprato confidando fosse un classico whodunit nello stile della Scuola di Bruxelles, ma mi è stato rifilato tutt'altro. Direi che quelle pagine inedite che hai (avete) mostrato nel post http://www.zona-bede.blogspot.it/2015/04/ric-roland-e-il-giallo-della-tavole.html erano decisamente più accattivanti e, soprattutto, più Ric Hochet…
Invece c'è un motivo ben preciso, ed è sempre lo stesso.
Zona Bedé dice che "questo nuovo Ric Roland è forte" perché lo crede veramente o perché ha collaborato all'edizione italiana e vuole farne la pubblicità?
Una differenza non da poco.
Il dubbio, comunque, non sarà mai chiarito se quelli di Zona Bedé non diranno i loro nomi.
Sia chiaro, la pubblicità è legittima, ma va fatta alla luce del sole.
La critica va ben distinta dalla pubblicità, e chi è coinvolto personalmente non può farla.
Rex è pesante con Zonabedè. Criticare il sito per i pochi commenti, beh non dipende da chi fa il sito ma addirittura mettere in dubbio la buona fede intellettuale di chi il sito lo fa con evidente passione almeno quarantennale (se non di più) per la BD mi sembra troppo.
Rex cmq mi da l'occasione di dare una occhiata al sito retronika e non mi sembra un gran chè.
Il mio ultimo commento sul “mortorio” era evidentemente scherzoso, anche se corrispondente alla realtà (forse dovuta in parte agli interventi “assolutisti” di Zona Bedé, come “questo Ric Roland è forte” invece di un “a noi questo Ric Roland sembra forte”). E poi sarà la terza volta che plaudo ai post di questo blog, non basta?
Tu che parli di “esperienza quarantennale” evidentemente conosci personalmente gli autori del blog, io (e credo altri) no.
Non conoscendo chi realizza questo blog, chiedo di sapere se ha/hanno che fare con la realizzazione dell’albo in questione. Chi è coinvolto in qualcosa non è mai imparziale, nemmeno io o tu.
Anche se, a causa della mia professione, io devo effettivamente mettere sempre in dubbio la buona fede altrui, in questo caso è chi agisce nell’anonimato ad alimentare legittimi dubbi.
Naturalmente i miei pareri sono personali e certo non mi scandalizzo se altri commentatori la pensano in altro modo.
Come già avevo detto una volta discutendo con lui su una possibile continuazione delle storie di Tintin, per me quando viene ripreso un personaggio occorre cambiarlo un po’. Non in maniera radicale, certo. Occorre sempre rispettarne l’idea di base. Per questo, per Tintin io “proponevo” Serge Clerc (e lui provocatoriamente mi rispose con Jim Lee).
Sempre diversamente da Fortunato, sono invece nauseato dal tentativo di ricreare con precisione lo stile di Jacobs in Blake e Mortimer (ma più che altro sono nauseato dalla mediocrità delle nuove sceneggiature, soprattutto dell’ultima).
Riguardo al nuovo albo di Ric Roland, trovo anch’io che si sia andati troppo in là nella revisione del personaggio. Se è per questo, non avevo neppure apprezzato che Batman fosse passato in pochi anni dalla stilizzatissima scuola di Bob Kane allo pseudofotografico Neal Adams (pur essendo quest’ultimo un disegnatore geniale e Kane un cane, appunto).
D’altra parte, la collana della Gazzetta, che ho seguito fin dal primo numero, mi ha fatto molto ridimensionare Ric Roland.
Io lo conoscevo dai tempi del Corriere dei Piccoli, in seguito ho letto anche degli episodi usciti in precedenza nei Classici dell’Audacia. Poi, diversamente da altri personaggi francofoni, l’avevo lasciato perdere. Mi era comunque rimasta un’impressione positiva.
Dopo aver letto le prime storie “selezionate” dalla Gazzetta, assolutamente deliranti, e poi quelle successive agli anni settanta, tutte modestissime, sono arrivato alla conclusione che questo personaggio non sia un granché. Di conseguenza, la nuova versione non potrà essere peggiore, anche se eccessivamente diversa dall’originale in quanto a stile. Sono quindi d’accordo con Fortunato da una parte, ma dall’altra, avendo a che fare con un personaggio così modesto, chi se ne frega se l’hanno cambiato troppo.
Trovo comunque insopportabile che, ancora una volta, trionfi lo stile fotografico. Cioè un non-stile.
Oddio, 7 pagine di fuffa! E l'ho già ordinato…
RispondiEliminaSi prospetta come il maggior giramento di palle dai tempi di quella boiata di "Machine qui rêve" (Spirou 46).
Che senso ha riprendere un vecchio personaggio per farlo diverso?
Se non ti interessa rievocarne la grafica, né la struttura narrativa, perché fai un Ric Hochet? Cambiagli nome e amen!
Per Blake et Mortimer o Lucky Luke (saggiamente) non si è scelta la strada dello stravolgimento e le vendite hanno premiato.
Se non si vuole mantenere lo spirito, che senso ha una simile operazione?
Il seriale ha le sue leggi ed è come le icone ortodosse: se vuoi fare avanguardia e ti allontani dai modelli, non sei un bravo artista, sei solo un blasfemo...
Superato l'impatto iniziale, questo nuovo Ric Roland è forte, duro e ben scritto. Lo stesso Duchateau ne ha seguito l'evoluzione e ne ha fatto l'elogio. Inoltre, malgrado gli "stravolgimenti" apparenti, questo nuovo Ric è molto, molto vicino al suo predecessore. Ne riparliamo dopo l'uscita dell'albo?
RispondiElimina
RispondiElimina"Superato l'impatto iniziale"? E chi lo ha superato? ;P LOL
Sette pagine sono un buon sesto della storia e Zidrou le ha bruciate per offrirci solo un incipit. Non è questo il MIO fumetto franco-belga. Perché quando parlo di fumetto franco-belga non parlo di fumetto in lingua francese, parlo di uno stile narrativo che (è già evidente) qui non è più presente.
Se si offrono di vendermi del formaggio pecorino, mi aspetto del formaggio pecorino. Magari, del brutto formaggio pecorino, ma, prima di tutto, del formaggio pecorino.
Se mi rifilano del parmigiano chiamandolo "nuovo pecorino", penso che sia un atto scorretto, anche se il parmigiano fosse un buon parmigiano.
Un'interessante riflessione sull'aggiornare le vecchie serie ce l'aveva offerta, pochi mesi fa, Casty in "Topolino e i casi dell'ispettore Bonton" (IP-3075-1).
In occlusione, possiamo pure aspettare di aver letto il NUOVO Ric Hochet, ma non so se ne avrò voglia: l'ho comprato confidando fosse un classico whodunit nello stile della Scuola di Bruxelles, ma mi è stato rifilato tutt'altro.
Direi che quelle pagine inedite che hai (avete) mostrato nel post
http://www.zona-bede.blogspot.it/2015/04/ric-roland-e-il-giallo-della-tavole.html
erano decisamente più accattivanti e, soprattutto, più Ric Hochet…
Fortuna',
RispondiEliminase ti dicono che questo "Ric Roland è forte", ci devi credere.
Non fare l'originale a tutti i costi.
Sauro Rex
Sempre polemico, ovunque, comunque, senza se e senza ma, eh?
RispondiEliminaInvece c'è un motivo ben preciso, ed è sempre lo stesso.
RispondiEliminaZona Bedé dice che "questo nuovo Ric Roland è forte" perché lo crede veramente o perché ha collaborato all'edizione italiana e vuole farne la pubblicità?
Una differenza non da poco.
Il dubbio, comunque, non sarà mai chiarito se quelli di Zona Bedé non diranno i loro nomi.
Sia chiaro, la pubblicità è legittima, ma va fatta alla luce del sole.
La critica va ben distinta dalla pubblicità, e chi è coinvolto personalmente non può farla.
Va be', la parte dei commenti di questo sito è un mortorio.
RispondiEliminaVenite a battibeccare su Retronika:
http://retronika.blogspot.it/2015/05/la-risposta-dellorlando-furioso-sulla.html
Zona-Bédé è forte solo nella parte del post. Il che non è comunque poco.
Rex è pesante con Zonabedè. Criticare il sito per i pochi commenti, beh non dipende da chi fa il sito ma addirittura mettere in dubbio la buona fede intellettuale di chi il sito lo fa con evidente passione almeno quarantennale (se non di più) per la BD mi sembra troppo.
RispondiEliminaRex cmq mi da l'occasione di dare una occhiata al sito retronika e non mi sembra un gran chè.
Roberto
Il mio ultimo commento sul “mortorio” era evidentemente scherzoso, anche se corrispondente alla realtà (forse dovuta in parte agli interventi “assolutisti” di Zona Bedé, come “questo Ric Roland è forte” invece di un “a noi questo Ric Roland sembra forte”). E poi sarà la terza volta che plaudo ai post di questo blog, non basta?
RispondiEliminaTu che parli di “esperienza quarantennale” evidentemente conosci personalmente gli autori del blog, io (e credo altri) no.
Non conoscendo chi realizza questo blog, chiedo di sapere se ha/hanno che fare con la realizzazione dell’albo in questione. Chi è coinvolto in qualcosa non è mai imparziale, nemmeno io o tu.
Anche se, a causa della mia professione, io devo effettivamente mettere sempre in dubbio la buona fede altrui, in questo caso è chi agisce nell’anonimato ad alimentare legittimi dubbi.
Naturalmente i miei pareri sono personali e certo non mi scandalizzo se altri commentatori la pensano in altro modo.
Premesso tutto questo.
RispondiEliminaNon sono del tutto d’accordo con Fortunato.
Come già avevo detto una volta discutendo con lui su una possibile continuazione delle storie di Tintin, per me quando viene ripreso un personaggio occorre cambiarlo un po’. Non in maniera radicale, certo. Occorre sempre rispettarne l’idea di base. Per questo, per Tintin io “proponevo” Serge Clerc (e lui provocatoriamente mi rispose con Jim Lee).
Sempre diversamente da Fortunato, sono invece nauseato dal tentativo di ricreare con precisione lo stile di Jacobs in Blake e Mortimer (ma più che altro sono nauseato dalla mediocrità delle nuove sceneggiature, soprattutto dell’ultima).
Riguardo al nuovo albo di Ric Roland, trovo anch’io che si sia andati troppo in là nella revisione del personaggio. Se è per questo, non avevo neppure apprezzato che Batman fosse passato in pochi anni dalla stilizzatissima scuola di Bob Kane allo pseudofotografico Neal Adams (pur essendo quest’ultimo un disegnatore geniale e Kane un cane, appunto).
D’altra parte, la collana della Gazzetta, che ho seguito fin dal primo numero, mi ha fatto molto ridimensionare Ric Roland.
Io lo conoscevo dai tempi del Corriere dei Piccoli, in seguito ho letto anche degli episodi usciti in precedenza nei Classici dell’Audacia. Poi, diversamente da altri personaggi francofoni, l’avevo lasciato perdere. Mi era comunque rimasta un’impressione positiva.
Dopo aver letto le prime storie “selezionate” dalla Gazzetta, assolutamente deliranti, e poi quelle successive agli anni settanta, tutte modestissime, sono arrivato alla conclusione che questo personaggio non sia un granché. Di conseguenza, la nuova versione non potrà essere peggiore, anche se eccessivamente diversa dall’originale in quanto a stile. Sono quindi d’accordo con Fortunato da una parte, ma dall’altra, avendo a che fare con un personaggio così modesto, chi se ne frega se l’hanno cambiato troppo.
Trovo comunque insopportabile che, ancora una volta, trionfi lo stile fotografico. Cioè un non-stile.