Pagine

venerdì 8 luglio 2016

La Linea Chiara - terza parte



IL DOPOGUERRA

Dopo la fine del conflitto, nelle edicole belghe uscirono numerose testate per ragazzi, vecchie e nuove, in lingua francese e fiamminga, alcune delle quali anche in doppia versione. È incredibile come in una nazione così piccola come il Belgio siano esistiti tanti settimanali per ragazzi che hanno costituito un formidabile trampolino di lancio per molti giovani artisti, poi divenuti vere e proprie star nel firmamento della Nona Arte, ancor più incredibile se si pensa che erano spinti a disegnare fumetti in un momento in cui questa professione non era proprio fra quelle consigliate a un giovane.
I settimanali possono essere distinti in cinque gruppi.




1) il gruppo confessionale comprende Petits Belges-Zonneland, Pat, Grand Cœur. Di Petits Belges-Zonneland abbiamo già detto, diremo solo che riprese le pubblicazioni dando spazio ai fumetti, anche se in  misura minore rispetto ai testi. Gli autori e i personaggi sono poco noti al pubblico italiano. Sulla sua scia, a Liegi uscì Grand Cœur, settimanale confessionale voluto dal vescovo che affidò a Charles Gilbert il compito di creare una rivista educativa.





2) lo stile “disegno animato” che comprende Wrill, Spirou-Robbedoes e De Kleine Zondagsvriend, cosiddetto per la provenienza di molti autori dagli studi di cartoni animati. A Liegi l’editore Gordinne era noto per una produzione molto colorata, destinata all’infanzia. La sua società gemella Chagor aveva provato a sfondare nel campo dei disegni animati sotto la direzione di Albert Fromenteau, che aveva creato il personaggio di Wrill. Alla liberazione ci fu il fallimento delle produzioni dei cartoni animati, in quanto poco remunerativi, per cui l’editore utilizzò materiale recuperato dagli studi di disegni animati. Per cui diede alle stampe prima il settimanale Wrill e poi Cap’Taine Sabord, che insieme raggiunsero le centomila copie! Fromenteau fece ricorso ad autori francesi, fra cui Pinchon, il creatore di Bécassine, e il prolifico Etienne Le Rallic, che disegno Bernard Chamblet, una serie bellica, e uno sconosciuto Marleb, pseudonimo di Jacques Martin. Nel 1949 l’editore chiuse l’esperienza dei fumetti ritornando alla sua vecchia produzione, il libro per l’infanzia, lasciando il campo a Spirou e Tintin.






Con la ripresa de Le Journal Spirou, è notorio che nel 1946, in seguito alla chiusura dello studio per disegni animati Compagnie Belge d’Actualités (CBA) di Paul Nagant, alcuni giovani entusiasti disegnatori (Pierre Culliford, detto Peyo, Maurice de Bévère, detto Morris, André Franquin e Eddy Paape) decisero di disegnare BD per l’editore Dupuis. Nella redazione conobbero Jijé, di cui divennero amici e da cui furono ospitati nell’abitazione di Waterloo, trasformata in una sorta di atelier per artisti. Il buon Jijé, impegnato con un lungo racconto religioso intitolato Emmanuel, distribuì i personaggi da lui disegnati: Franquin ereditò Spirou et Fantasio e Paape Valhardi.

Sull’almanacco di Spirou del 1946 Morris propose una storia umoristica western, il cui protagonista si chiamava Lucky Luke, il cow boy oggi divenuto celebre in tutto il mondo, mentre Peyo riprese il personaggio medievale di Johann, da lui disegnato in precedenza sul quotidiano bruxellese La Derniére Heure. Allo staff si unirono anche il soggettista Jean-Michel Charlier e Victor Hubinon, che contribuirono enormemente al successo del settimanale stampato a Marcinelle, grazie anche alle avventure del pilota Buck Danny.


Anche ad Anversa fallì l’esperienza dei cartoni animati per cui Ray Goossens, con i due colleghi Jules Luyckx e Bob De Moor, decise di lanciare nel maggio 1945 il settimanale De Kleine Zondagsvriene o più brevemente KZV. Dapprima supplemento del quotidiano Zondagvriene, poi la rivista divenne a se stante fino al 1956. Si ricorda solo perché De Moor disegnò Bart De Scheepsjongen (Bart il mozzo), precursore di Cori le moussaillon. Goossens raggiunse poi gli studios della Belvision per dedicarsi ai cartoni animati.


3) lo stile “pub”, cosiddetto per Guy Depière e gli autori provenienti dal suo atelier pubblicitario, comprende Bimbo, Héroïc-Album. Depiére utilizzò i giovani creativi che lavoravano nel suo studio a Liegi per pubblicare il settimanale Bimbo. Nel 1945 a Bruxelles  uscì Héroïc-Album, settimanale fra i più innovativi, di Fernand Cheneval che aveva rilevato la struttura di Bimbo; in ogni numero c’era una storia completa di 12 pagine con un personaggio diverso, ognuno disegnato da un giovane autore che avrebbe dato lustro al fumetto franco-belga: Maurice Tillieux, Albert Weinberg, Michel “Greg” Régnier, Fred Funcken, Jean “Jidéhem” de Maesmaker, François Craenhals.


Lo stile “pub” si basava su trame scritte in piena libertà dagli autori, caratterizzate da azione veloce e dialoghi moderni, fattori che assicurarono il successo e provocarono il divieto di vendita da parte della censura in Francia, causando la prematura fine della pubblicazione, oggi molto ricercat dai collezionisti.


Molti di quegli autori disegnavano alla maniera di Hergé, come nel caso di Tillieux con il suo Bob Bang. Oggi le storie contenute in quegli albi, molto ricercati dai collezionisti, sono state recentemente riprodotte in alcuni volumi integrali.



4) lo stile Bravo! comprende Annette, Story, Bravo!, Tintin-Kuifje. È detto così perché si rifacevano alla formula di Bravo!, in cui si mescolavano fumetti di qualità, racconti illustrati e testi redazionali istruttivi rivolti ai giovani lettori.



 Nel 1944, l’editore Meuwissen fece ripartire Bravo! e, nonostante le collaborazioni di Rob-Vel, Laudy, Jacobs, Duchâteau, Vandersteen, Reding e Martin, non raggiunge il successo sperato. A Bruxelles l’editore Pont-Levis fece uscire nel 1945 Story, con personaggi statunitensi, e Annette, per le bambine. Nessuna di queste, però, riuscì minimamente a competere con il nuovo Tintin dell’editore Leblanc, di cui parleremo nella prossima puntata.




 5) il gruppo dei supplementi dei quotidiani comprende Ons Volkske e ‘t Kapoentje.
Dopo l’interruzione per il conflitto mondiale, Ons Volkske (Il Nostro Piccolo Mondo) ritornò nelle edicole, affidato al disegnatore fiammingo Marc Sleen (Néro); si trasformò nel supplemento del quotidiano De Standard, presentando fumetti di Willy Vandersteen, Bob De Moor, Tibet e André-Paul Duchâteau, tutti entrati in seguito a far parte del settimanale Tintin.




Nessun commento:

Posta un commento