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mercoledì 24 agosto 2016

Bruxelles, quando la BD ispira una città - parte seconda


Quando la BD si ispira agli oggetti di un museo

Fra le bellezze architettoniche di Bruxelles c’è il Parc du Cinquantenaire, costruito da Leopoldo II per l’esposizione nazionale del 1880, in ricordo dei cinquant’anni dalla fondazione del Belgio. Il parco ospita alcuni musei, fra cui Autoworld, dedicato all’auto, di cui si è parlato in un precedente post a proposito della sezione museale dedicata a Michel Vaillant. Ora, invece, ci soffermiamo sul Musée du Cinquantenaire, dedicato ai capolavori artistici delle civiltà del passato. Molto bello e poco frequentato, si può dire che sia stato l’unico museo che ha affiancato la BD belga dalla sua nascita in poi, perché numerosi manufatti delle collezioni dei vari continenti, escluse quelle africane situate altrove, sono stati scelti come modelli dagli autori franco-belgi.


È sufficiente vedere il manifesto all’ingresso per avere un primo sobbalzo al cuore infatti l’oggetto centrale nella foto altro non è che l’idolo arumbaya, chiarissimo richiamo a L’oreille cassée (L’orecchio spezzato), sesto episodio di Tintin.


Passeggiare nei saloni del museo è, forse, un’esperienza più coinvolgente che visitare il Centre Belge de la Bande Dessinèe, perché mentre si ammirano le innumerevoli opere d’arte create nel corso dei secoli dalle varie civiltà, un fervente bedefilo non può evitare di emozionarsi a scovare fra di esse alcuni manufatti riprodotti in tante storie che ben conosce e ama.


Ma non crediate sia una cosa semplice fare questi accostamenti, primo perché è impossibile ricordarli tutti nelle centinaia di storie di diecine di personaggi, secondo perché spesso sono stati inseriti dagli autori in vignette confusi fra altri oggetti ed è difficilissimo riconoscerli, anche perché talvolta presentano minime varanti.
Per fortuna viene in soccorso il vecchio catalogo museale Le Musée en bulle (1996), ultima delle cinque guide, di cui abbiamo fatto cenno nella prima parte di questo carnet di un viaggio recentissimo a Bruxelles. Il volumetto presenta oltre sessanta opere riprodotte nelle BD.










La sezione museale sulle antiche civiltà mediterranee (egizia, greca e romana) è quella sicuramente più saccheggiata dagli autori, ma anche quelle delle civiltà non europee non scherzano: Hergé, Jacobs, Martin, Uderzo, Paape, De Gieter, Hulet, Jidéhem, Dupa, Walthéry, Wasterlain, De Moor, Vandersteen tanto per citare alcuni nomi dei ”saccheggiatori” .







I curatori del museo, da tempi insospettabili, hanno dato una grossa mano alla BD. Nel 1969 nel museo ebbe luogo una mostra sulla BD e il direttore dell’epoca prestò molti pezzi per una vetrina egizia su richiesta di Jacobs, peraltro già usufruitore delle collezioni ivi contenute ai tempi de Le Temple du Soleil con Hergé e de Le mystére de la Grande Pyramide. Nel 1982 i curatori hanno organizzato un’esposizione su Les Indiens dans la Bande Dessinée.

Inoltre, adesso, accanto ai pezzi più famosi nell’ambito bedefilo c’è un testo esplicativo che ricorda in quale episodio di un determinato personaggio è stato riprodotto quel capolavoro.

Che cosa si può pretendere di più da un museo d’arte? 

1 commento:

  1. Garitte Claude (Belgio)24 agosto 2016 alle ore 14:58

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