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sabato 31 dicembre 2016
venerdì 30 dicembre 2016
Il Medioevo di William Vance
Sulla
maestria di William Vance, di cui
attualmente stiamo ammirando le tavole di Bob Morane sulla Collana Avventura, abbiamo detto
più volte. Che l’autore abbia una passione per la Storia è innegabile, come
dimostrano Howard
Flynn, Bruce J. Hawker, Marshall Blueberry e Ramiro, ma adesso vogliamo focalizzare la nostra
attenzione sulla sua visione sul Medioevo.
Ramiro,
le cui avventure si svolgono nella Spagna del 1200 d.C., è stato in questo
senso il personaggio medievale più rappresentativo, anche se meno noto rispetto
a Bruno Brazil,
Bob Morane,
Bruce J. Hawker e XIII. Ma non è il solo. Esistono alcuni racconti
brevi da lui realizzati dal 1962 al 1967 per il settimanale Tintin, imperniati su personaggi
storici di quell’epoca, e poi c’è Rodric, pubblicato nel 1972 sul periodico
femminile Femmes d’Aujourd’hui.
I racconti
brevi di quattro pagine pubblicati su Tintin,
raccolti in 4 volumi della collana Tout
W. Vance, che presentava quanto da lui disegnato al di fuori delle sue serie
più celebri, riproponevano biografie di grandi personaggi storici o momenti
salienti della loro vita, un poco come succedeva ne L’Oncle Paul
su Spirou.
Alcuni
racconti sono su protagonisti del Medioevo. Il primo è dedicato a Jacques de Lalaing,
un champion du monde…avant lettre 1421-1453, discendente di una nobile
famiglia belga, famoso campione delle giostre, soprannominato “le bonne chevalier o le
chevalier sans peur et sans egal” per il suo coraggio e per lo spirito
cavalleresco che lo animava.
Sulla
medesima linea L’héroique
épopée des Chevaliers de Malte, che parte dalla loro fondazione nel
1090 per arrivare al 1565, durante l’assedio di Solimano.
Nel
1221 si svolge Le
”Poverello” et la crèche de Greccio, dedicato a San Francesco, un tipico
omaggio del periodico alla festività natalizia in cui è stato pubblicato il breve
racconto.
Il
quarto si intitola La troublante énigme de Jean 1er le Posthume e si svolge dal 1316 al 1363, storia drammatica di
Giannino Baglioni o Guccio, presunto erede al trono di Francia.
Il
quinto, Eustache
le moine, corsaire du roi, inizia in un convento benedettino del
XIII secolo, dove il giovane novizio Eustache, figlio di un nobile, alla morte
del padre viene espropriato dei suoi beni, per cui abbandona il santo luogo e
si difende nel Giudizio di Dio contro l’usurpatore, vincendolo. Divenuto il
signore delle proprie terre con il nome di Eustache
le moine, ben presto divenne il terrore delle flotte inglesi che invasero
il suolo francese, finche fu preso prigioniero e decapitato a Canterbury. Lo
stile grafico di Vance in questi
racconti è ancora quello dei primi anni, “sporco” per il tratteggio, appesantito
da colori acquerellati scuri che rovinano il suo segno. È molto simile a quello
dei coniugi Funcken.
Il
sesto è dedicato a Gaston de Foix, duc de Neumours (1489-1512), il
giovane e valoroso maresciallo di Luigi XII, che morì a 22 anni nella campagna
d’Italia. La grafia di Vance inizia
a ripulirsi, le figure sono più slanciate.
Il
settimo è intitolato La bataille des Champs Catalauniques ed è
incentrato sulla celebre battaglia in cui il generale romano Ezio sconfisse gli
Unni di Attila nel 511 salvando la
Gallia dalla loro invasione.
L’ottavo,
Le Talisman de
Charlemagne, inizia nell’VIII secolo per finire nel XX ricorda un gioiello
prezioso regalato dal califfo di Bagdad all’imperatore Carlomagno, passato poi di
mano in mano fino ai grandi protagonisti dell’età moderna.
Su
Attila esiste anche un racconto breve umoristico, uno dei pochi, di Vance, intitolato Ce hun pas comme les autres, facente
parte della serie comica L’Histoire vue par dessous la jambe…. Tutti i soggetti dei racconti sono di Yves Duval tranne per il quarto,
scritto da André Fernez.
Rodric,
in seguito rinominato Roderic nei due
volumi di Bédésup nel 1979, e poi proposto con il primo nome nel 7 volume della
collana Dargaud Tout W. Vance, si
svolge ai tempi dei templari, nell’Oriente latino. Rodric è un cavaliere delle crociate
che vaga fra regni franchi, Templari e la fortezza di Alamout, quella del Vecchio
della Montagna, nome con cui era noto il capo della setta degli Hashashin.
Ricordiamo per i lettori più “aged” il celebre racconto di Brick Bradford, La fortezza di Alamoot (1938), proprio su quella setta. La serie è stata sospesa dopo due episodi, non sappiamo per quale motivo, lasciando a metà la storia e insoluta la questione sulle origini di Amathea, bella avventuriera di colore, con un curioso copricapo lungo e conico che ritroveremo a falde più larghe nella serie Bruce J. Hawker, copricapi tipici della moda pop di quegli anni che evidentemente hanno colpito la fantasia dell’autore.
Il segno di Vance si fa più arioso, lasciando presagire i suoi capolavori. Il personaggio è inedito in Italia. Un seguito ideale, molto fantasy, di Rodric sembra essere La Crociata su cui torneremo.
Ricordiamo per i lettori più “aged” il celebre racconto di Brick Bradford, La fortezza di Alamoot (1938), proprio su quella setta. La serie è stata sospesa dopo due episodi, non sappiamo per quale motivo, lasciando a metà la storia e insoluta la questione sulle origini di Amathea, bella avventuriera di colore, con un curioso copricapo lungo e conico che ritroveremo a falde più larghe nella serie Bruce J. Hawker, copricapi tipici della moda pop di quegli anni che evidentemente hanno colpito la fantasia dell’autore.
Il segno di Vance si fa più arioso, lasciando presagire i suoi capolavori. Il personaggio è inedito in Italia. Un seguito ideale, molto fantasy, di Rodric sembra essere La Crociata su cui torneremo.
Di
Ramiro abbiamo già detto nel 2015, ricordiamo qui solo che
si tratta del figlio illegittimo (fittizio) del re Alfonso VIII di Castiglia,
un giovane coraggioso e intraprendente che si ritrova sempre in mezzo a
intrighi pericolosi. È pubblicato su Femmes d’Aujourd’hui dal 1974 fino al 1989 su
soggetti di Jacques Stoquart.
Le storie si svolgono
nella Spagna, patria di adozione di Vance i cui paesaggi l’autore ama
disegnare, ai tempi della “Reconquista”, ovvero la guerra che oppose i regni
cristiani agli eserciti dei Mori. Tutto inizia nel luglio del 1195 quando il re
di Castiglia invia le sue truppe, fra cui il giovane protagonista, a combattere
l'invasore. Ramiro scopre che la propria
vita è avvolta da un mistero, che coinvolge la corona di Spagna. E per sapere
la verità, egli intraprende un viaggio nei territori occupati alla ricerca
della madre scomparsa.
In
questa, come nelle altre opere citate, Vance
dimostra di essersi sempre documentato in maniera approfondita sugli aspetti
storici e sugli usi e costumi medievali, come testimoniano talvolta le pagine
di foto e di redazionali a seguire delle sue storie nei volumi pubblicati, a
dimostrazione della veridicità di quanto da lui disegnato. Sicuramente ha letto
molte opere storiche, visitato musei e fotografato edifici medievali. Quindi
non si tratta solo di appassionanti storie avventurose ma di racconti
perfettamente contestualizzati. Magari ogni tanto si trovano degli errori, ma
nell’insieme l’autenticità storica è rispettata.
Indubbiamente
leggendo i suoi lavori sul Medioevo si ricava l’impressione di un’epoca storica
minacciosa, con complotti orditi a ogni passo; per è un’epoca dominata dalle
passioni e dai pericoli, oltre che dai valori cavallereschi, dalla devozione
religiosa, dal patriottismo e dalla fedeltà.
Storie
brevi
Jacques de Lalaing (testi
di Yves Duval)
Tintin
ed. belga n.36 del 1962
Tout W. Vance 1 - Histoires complete 1962-63, Le
Lombard 2003
L’héroique épopée des
Chevaliers de Malte (testi di Yves Duval)
Tintin
ed. belga n.39 del 1962
Tout W. Vance 1 - Histoires complete 1962-63, Le
Lombard, 2003
Le ”Poverello” et la crèche
de Greccio (testi
di Yves Duval)
Tintin
ed. belga n.52 del 1962
Tout W. Vance 1 - Histoires complete 1962-63, Le
Lombard 2003
La troublante énigme de Jean
1er le Posthume (testi di André Fernez)
Tintin
ed. belga n.12 del 1963
Tout W. Vance 1 - Histoires complete 1962-63, Le
Lombard 2003
Eustache le moine, corsaire du roi (testi di Yves Duval)
Tintin
ed. belga n.32 del 1964
Tout W. Vance 3 - Histoires
complete 1963-64, Le Lombard 2003
Gaston de Foix, duc de Neumours (1489-1512) (testi di Yves Duval)
Tintin
ed. belga n.36 del 1964
Tout W. Vance 3 - Histoires
complete 1963-64, Le Lombard 2003
La bataille des Champs Catalauniques (testi di Yves Duval)
Tintin
ed. belga n.46 del 1964
Tout W. Vance 4 - Histoires
complete 1964-67, Le Lombard 2003
Le Talisman de Charlemagne (testi
di Yves Duval)
Tintin
ed. belga n.45 del 1967
Tout W. Vance 4 - Histoires
complete 1964-67, Le Lombard 2003
Rodric (testi di
Lucien Meyes)
- Amathea
Femmes d’Aujourd’hui dal n.1453 al n.1467 del 1972
Roderic
1 - Bédéscope 1979
Tout W. Vance 7 - Rodric, Dargaud, 2001
- Le vieux de la montagne
Femmes
d’Aujourd’hui dal n.1468 al n.1491 del 1972
Roderic
2 - Bédéscope 1979
Tout W. Vance 7 - Rodric, Dargaud, 2001
mercoledì 28 dicembre 2016
Un Verne antropomorfo
Da Jean De La Fontaine, uno dei
continuatori moderni della tradizione favolistica-antropomorfa che discende da Esopo e Fedro, a Jules Verne, padre
riconosciuto del romanzo d’anticipazione o se preferite di fantascienza, il
passo può sembrare lungo. Eppure l’editore Delcourt
è riuscito a fondere i due grandi della letteratura francese in una trilogia
che ripropone I
figli del capitano Grant in versione animaliera.
In
Francia esiste una tradizione nella BD di personaggi animalieri che si
comportano come esseri umani. Il primo esempio più celebre è il papero Gédéon (1923) di Benjamin
Rabier, un precursore della Ligne
Claire che ha influenzato Hergé,
tradotto dalla Rizzoli in due volumi
negli anni ’80.
Poi
c’è La Bête est
morte!, una satira in stile disneyano
sulla 2 Guerra mondiale disegnata da Edmond-François
Calvo, su soggetto di Victor
Dancette, editore di pubblicazioni per la gioventù, e di Jacques Zimmermann, pubblicata in due
albi nel 1944, durante l’Occupazione nazista della Francia. La Bestia in
questione è naturalmente Hitler, rappresentato sotto forma di lupo mentre
Mussolini è una iena, Roosvelt un bisonte, Stalin un orso polare, De Gaulle una
cicogna, Churchil un cane, Hiro Hito una scimmia gialla e via dicendo. Inedito
in Italia.
La
più lunga serie di Calvo è Moustache et
Trotinette, un gatto e un topo molto amici pubblicati dal 1952 sul
periodico femminile Femmes d’Aujourd’hui,
il medesimo che ha presentato le avventure di Bob Morane e
le opere di William Vance.
Oscar le petit canard è il papero creato da Mat (alias Marcel Turlin)
sul periodico Fillette nel 1946. Mat è un vero specialista di personaggi
animalieri: Boubou
le petit éléphant, Youpla le kangourou, Fanfan le petit ours blanc.
Nel
medesimo anno esce il settimanale Robin l’ecureil il
cui protagonista è, appunto, l’omonimo scoiattolo disegnato da Robert Dansler, più noto come Bob Dan, un autore dell’immediato dopoguerra più portato per le
storie avventurose.
Dopo
pochi altri esempi di BD animaliere per l’infanzia, arriviamo a Chlorophylle (Tintin, 1954)
e
poi Sibylline (Spirou,
1965) di Raymond Macherot, due
capolavori della BD animaliera di cui abbiamo parlato più volte, tradotti sul Tintin Vallardi e sul Corriere dei
Piccoli.
Nel
1969 irrompe Mic Delinx (Michel Houdelinckx) con la sua celebre
e folle Jungle
en folie, su testi di Christian
Godard sul settimanale Pilote,
di cui sono usciti 20 volumi.
Nel
1981 sulla rivista À Suivre della
Casterman un raffinato «noir» di Benoît
Sokal, Une
enquête de l’inspecteur Canardo, vede protagonista un papero
antropomorfo di nome Canardo, investigatore privato di scarso successo capace,
però, di intuizioni fulminanti e dotato di un ironico umorismo. I suoi vizi
sono l’alcol e le sigarette. A metà strada fra Mike Hammer e Philip Marlowe,
sembra una versione animaliera dell’argentino Alan Sinner di Munoz e Sampayo. Di Canardo, sono usciti fino a oggi 24
episodi, di cui due tradotti dalla Milano
Libri, prima su Alter e poi nel
volume Due inchieste dell’ispettore Anatroni.
Suo
epigono è l’ottimo Blacksad degli spagnoli Juan Díaz Canales (testi) e
Juanjo Guarnido (disegni), pubblicato
da Dargaud in 5 volumi, tradotti da Lizard. É un gatto nero con il muso
bianco, detective privato, stupendamente disegnato da Guarnido e colorato con acquerelli.
Non
possiamo non citare l’ottima riduzione in quattro volumi de Le vent dans les
saules (The
Wind in the Willows, 1908) di Kenneth
Grahame, realizzata da Michel
Plessix in stato di grazia per la Delcourt
e tradotta più volte con il titolo Il vento fra i salici da Il Giornalino, Phoenix
Enterprise e Magic Press.
La
versione a fumetti del romanzo di Verne, I figli del capitano Grant, è di Alexis Nesme ed è stata tradotta nella
collana Tipitondi della Tunué dedicata a fumetti per bambini. Tale
collana si fa notare, oltre che per la qualità delle proposte in accordo con la
filosofia editoriale della casa editrice, per il particolare formato con le
punte delle pagine arrotondate. Molti titoli sono di produzione francese e
hanno presentato le versioni a fumetti di Pinocchio,
Oliver Twist e Il Giro del mondo in 80 giorni.
Nei decenni trascorsi, in Italia, la trasposizione a fumetti dei romanzi di
avventure per l’infanzia sono state innumerevoli, poiché nei settimanali tipo Corriere dei Piccoli, Il Vittorioso, Il
Giornalino e altri similari era quasi obbligatorio pubblicare tali riduzioni,
forse per ammantare di un velo culturale, semmai ce ne fosse stato bisogno,
quelle pubblicazioni acquistate dai genitori per i propri figli.
Tornando a Nesme, dopo una trattativa per realizzare un’opera per la collana
di adattamenti letterari Ex-Libris
della Delcourt, l’autore decide per il romanzo di Verne. proposto con successo tra il
2009 e il 2014.
Pubblicato inizialmente come feuilleton e successivamente raccolto in tre volumi nel
1868, Les enfants du capitaine Grant fa parte della celebre collanaVoyages Extraordinaire di Jules Verne edita da Hetzel, di cui si possono ammirare a
Parigi, sulla Rive Gauche, alcuni volumi nelle vetrine della Librairie Jules Verne di madame Maxime Roethel,
in rue Lagrange, la strada parigina a più alta concentrazione di fumetterie.
Il racconto del viaggio attorno al mondo
sull’immaginaria linea del 37° parallelo alla ricerca del naufragato capitano
Grant è affascinante, come in tutti i romanzi del celebre scrittore di Nante, e
Nesme riesce a mantenere la
suddivisione in tre volumi come a suo tempo aveva fatto Verne, però con una resa grafica particolarissima.
I personaggi sono tutti animali antropomorfi
e il colore è dato direttamente.
Accattivante l’idea di incorniciare
l’inizio di ogni capitolo con decorazioni barocche che richiamano quelle presenti
nella collana dell’editore Hetzel. L’accuratezza
dei particolari e degli scenari rendono gradevole la lettura del racconto, un
poco pesante, con disegni più vicini all’illustrazione che a un fumetto vero e
proprio.
Volume fortemente consigliato per chi
ama le buone BD e gli intramontabili racconti di Verne. Naturalmente aspettiamo,
speranzosi, da Nesme, Delcourt e Tunué un seguito con 20.000
leghe sotto i mari e L’Isola
misteriosa per completare la celebre trilogia di Jules Verne.