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mercoledì 8 marzo 2017

Joyeux anniversaire, Gaston!


Sono passati 60 anni da quando uno strano giovane spilungone, dinoccolato, dal testone a palla faceva la sua comparsa sulle pagine del Journal de Spirou. Assistente di redazione tuttofare comincia a occupare gli spazi vuoti delle pagine, a volte silenzioso e attonito. La sua presenza si fa sempre più partecipe e nel giro di poco tempo compaiono delle strisce con brevi avventure ilari e assurde.

A realizzarlo è Franquin, da tempo occupato anche a punteggiare di disegni le pagine e le copertine del settimanale anche se la sua principale attività è quella di proseguire le storie di Spirou, il personaggio che da nome alla testata, e del suo amico e compagno di avventure Fantasio.


È Yvan Delporte, a quel tempo redattore capo del Journal de Spirou, a dare il nome al personaggio sparso qua e là nelle pagine del periodico, su sfondi inesistenti, quasi come capitato per caso e un po’ smarrito sul luogo dove si trova e cosa fare, perché gli ricorda tanto un suo amico dallo stesso nome. E a Franquin piace anche perché Gaston è un nome a lui familiare, essendo quello di suo suocero.


Riempitivo all’inizio, presenza fissa col tempo, bedé poi, Gaston Lagaffe (un cognome che la dice tutta!) non solo conquista i lettori ma riesce addirittura a scalzare dal cuore e dalla matita di Franquin le vedette Spirou e Fantasio, tanto che il disegnatore non smetterà mai di realizzarne le tavole fino alla sua morte, ma solo rarefarne la produzione negli ultimi anni.


Che l’impegno necessario per far vivere Gaston fosse enorme, anche eccessivo, Franquin l’aveva sempre saputo, tanto che si dota subito di un collaboratore, il suo assistente Jidéhem. Insieme a lui e con l’aiuto di gagmen sempre citati in fondo alle tavole, prendono vita le folli attività e le invenzioni di Gaston prima all’interno della redazione del Journal de Spirou, poi all’esterno, in città e in campagna.


Si aggiungono numerosi comprimari di successo, dal vigile nei perenni tentativi di multare la mitica 509 a De Mesmaeker i cui contratti non riescono mai ad avere la firma definitiva, a Jeanne tenera spasimante del goffo pasticcione.


Tutti questi personaggi, e non solo questi, hanno qualche riferimento a personaggi reali: Jeanne  ricorda l’adorata moglie di Franquin, De Mesmaeker deve il cognome alla sua somiglianza con il padre di Jean De Mesmaeker, ovvero Jidéhem, ma l’universo di Gaston è ricco di strizzatine d’occhio a tanti nomi della bédé degli anni d’oro (Yvan Delporte, Jean-Claude Fournier, Raoul Cauvin, Jean Roba, Greg. Morris…)


Nei piani di Franquin, Jidéhem con il tempo avrebbe dovuto assumere da solo la realizzazione di Gaston Lagaffe ma l’assistente non sente il personaggio come suo, anche se le tavole da lui rifinite o quelle da lui completamente realizzate non sono facili da distinguere da quelle del suo maestro. Sembra addirittura che i due non ricordassero con il tempo quali fossero quelle in cui avessero collaborato e quelle no, vista la difficoltà anche per loro di distinguere significative differenze nello stile.


Una maniera empirica per farlo è stata recentemente rivelata dallo stesso Jidéhem: dal momento che Franquin usava il pennello per fare il lettering mentre lui il rapidograph, basta guardare i balloon per capire chi ha lavorato di più nella tavola.


Un compleanno di un personaggio così rilevante non poteva passare inosservato, e ha meritato le doverose celebrazioni.




Se la mostra Le monde de Gaston Lagaffe, realizzata ad Angoulême, all’Hôtel de Ville, è rimasta aperta solo nei giorni del Festival dal 26 al 29 gennaio 2017, quella di Parigi, Au delà de la gaffe, aperta dal 7 dicembre 2016 è tuttora in corso alla Biblioteca del Centre Pompidou e lo resterà fino al 10 aprile 2017.


Poche le sale ma ricche di materiali (tavole originali, video, vetrine, spazio di lettura) tanto da richiedere qualche ora per poter leggere, guardare e ascoltare tutto.


Oltre a un’ampia illustrazione della genesi del personaggio, compresi i suoi numerosi contributi a sostegno di organizzazioni umanitarie e pacifiste, nella parte finale un po’ di spazio è dedicato alle Idées noires (in italia Pensieri neri), l’opera più matura di Franquin, indispensabile per comprendere la grandezza di questo vero Maestro della bédé.




Questa mostra è accompagnata da un corposo catalogo realizzato dalle edizioni Dupuis, che può in parte consolare chi non si trova a Parigi nei giorni utili per fare un salto alla mostra che, tra l’altro, è gratuita.



Anche Milano ha voluto ricordare Gaston Lagaffe, che ha vissuto un periodo di fama anche in Italia sulle pagine prima del Corriere dei Piccoli e poi nel Corriere dei Ragazzi, per essere poi riproposto in albi anni fa da Alessandro Editore o oggi da Nona arte. Il prossimo week-end si chiude allo Spazio Fumetto di viale Romagna Omaggio a Gaston Lagaffe: sessantanni di gaffe, aperta circa un mese fa e anch’essa gratuita.



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