L’ambassadeur des ombres
(1975)
Forse
è uno degli episodi più belli e anche fondamentali della serie. Diciamo subito
che dalla trama è stata tratta la sceneggiatura del film di Luc Besson intitolato Valérian e Laureline, attualmente in
proiezione nelle nostre sale cinematografiche. Ma non solo, infatti nel film La minaccia fantasma (1999) della saga Guerre Stellari, George Lucas ha ripreso alcune idee dal racconto.
I nostri
innamorati raggiungono Punto Centrale, un agglomerato cosmico di astronavi e di
parti di mondi dove convivono tutte le razze della galassia, ognuna con
caratteristiche e psicologie differenti, a testimonianza della creatività dei
due autori.
ognuna
rappresentata da un ambasciatore che partecipa a sessioni tipo ONU. L’idea è
ripresa da Lucas per il Senato
Galattico sul pianeta Coruscant, con rappresentanti di tutti i pianeti, ognuno
nel suo balconcino mobile!
La
trama è avvincente e gli autori affiancano alla coppia di agenti della SST una
serie di personaggi alieni riuscitissimi. Il primo è il piccolo Grognon (Brontolone), Trasmutatore di
Bluxte, un esserino dello zoo fantastico creato dagli autori, che tutti
vorremmo avere a disposizione al momento della spesa, perché se mangia una
perla o una moneta ne crea migliaia tutte uguali emettendole dalla parte
posteriore del corpo.
Utile,
no? Concettualmente ricorda gli Shmoo di Al
Capp, almeno nello scopo di rendere felice un essere umano, se non proprio
nella forma.
Poi
un vero colpo di genio degli autori! Creano gli Shingouz, tre esseri parlanti a metà strada fra un formichiere e un
volatile terrestre (nel senso che non sa volare). Spie di professione, sanno
tutto di tutti e spuntano al momento giusto, anche in situazioni drammatiche,
vendendo le informazioni adatte a chiunque paghi un prezzo adeguato,
magari
uscendo qualcosa dalle loro borse a tracolla, che ricordano i pantaloncini di Ega Beeva
(Eta Beta), il simpatico personaggio del futuro creato da Floyd Gottfredson, da cui uscivano le cose più incredibili.
Con
il tempo si affezionano, tipo cagnolini, a Laureline
dandole talvolta anche informazioni gratuitamente, il che, per i tipi in
questione, la dice lunga!
Sempre
nel sopradetto film di Lucas compare
Watto, un extraterrestre venditore
di oggetti usati nella città di Mos Espa, sul pianeta Tattoine, personaggio
fotocopia degli Shingouz, con la
differenza che nel film vola, al contrario delle versioni originali.
Quando
i due protagonisti-colleghi fanno pace assistiamo anche al primo bacio, a
dimostrazione di un legame che oramai trascende l’aspetto puramente
professionale e che andrà approfondendosi nel corso degli episodi seguenti. Laureline, protagonista assoluta
dell’episodio, oramai chiama il ritrovato Valérian “il
mio Valérian”
Sur les terres truquees (1976)
La
clonazione è il tema centrale dell’episodio, anche se all’epoca era un
argomento poco trattato.
Una
studiosa di Galaxity si imbarca sull’astronave di Valérian per sventare le trame
temporali di un alieno che è una specie di Dio, che ricorda il Collector
(Collezionista) creato da Stan Lee e
Don Heck su Avengers n.28 (1966).
E a
proposito dell’astronave, in una vignetta una furibonda Laureline apostrofa la studiosa dicendo “la mia astronave” e un frastornato
Valérian
tenta di intromettersi, inascoltato: “Ehm…L’astronave
è anche un po’ mia, no?” Ecco, in questa simpatica vignetta si intuisce
come ormai l’affascinante e graziosa Laureline
abbia compiuto un altro passo in avanti nella serie, in quanto da semplice
comprimaria nel primo episodio è divenuta via via allieva e poi agente del SST,
per diventare, in seguito, grazie al suo charme, alla sua intelligenza, e al suo senso pratico, compagna di Valérian
fino ad assurgere a protagonista principale della bedé.
Il
racconto vede numerosi cloni di Valérian inviati in epoche storiche terrestri
differenti, ricreate artificialmente dall’alieno, che solo in una successiva
pubblicazione i lettori scopriranno chiamarsi le Grand Truqueur.
Come
riassume una furibonda Laureline\Christin,
l’epoca della conquista britannica dell’India rappresenta il Colonialismo,
l’Inghilterra
vittoriana di Gladstone l’Imperialismo,
la
conquista del West a San Francisco il Capitalismo e il genocidio dei nativi
americani,
mentre
il gangsterismo dei primi decenni del Novecento indica la nascita dei grandi
traffici illeciti
e la
Prima Guerra Mondiale l’inizio degli
insensati massacri e delle nefaste ideologie del XX secolo. Questi salti nella
storia terrestre sono ben realizzati da Mézières.
Il
racconto finisce con un meritato riposo dei nostri innamorati in un luogo ed
epoca particolari, la Francia dell’Impressionismo, in una vignetta in cui sono
inseriti nel celeberrimo dipinto di Pierre-Auguste
Renoir La colazione dei canottieri
(1880 circa).
Nel
1969, Stan Lee e Jack Kirby fecero scontrare in un
memorabile episodio i Fantastici Quattro contro i mutaforma Skrulls, i quali avevano riprodotto in un
pianeta l’età del proibizionismo degli Anni Venti, con abiti, armi, mezzi di
trasporto e slang tipici dell’epoca.
Les Héros de l'Equinoxe (1978)
Tutto
il racconto è un’allegoria sulla riproduzione fertile, oltre che essere una metafora
sulle ideologie del XX secolo: nazismo, comunismo, spiritualismo.
L’agente
spazio-temporale è scelto come campione terrestre e inviato in missione sul
pianeta Simlane, dove una società di
vecchi ha bisogno ciclicamente di uomini prestanti provenienti da altri
pianeti, che possano assicurare una discendenza.
I
campioni, provenienti da pianeti in cui esistono società dominate dalle
ideologie di cui sopra, devono sottoporsi a delle prove da cui uscirà un
vincitore che avrà il compito dell’inseminazione. Si tratta di una parodia dei
supereroi americani, che non riscuotevano il gradimento degli autori quando
erano negli USA.
Per
la Terra gareggia Valérian che, pur non essendo aitante e dotato di
poteri, con la normale prestanza fisica e intelligenza di un giovane terrestre,
riesce a imporsi sugli avversari più dotati e vincere la gara, scelto dalla Mére Suprême de Filéne.
In
tal modo contribuisce a ringiovanire la razza del pianeta, dopo un amplesso con
l’avvenente donna, scatenando la gelosia della sua amata Laureline.
In
alcune vignette del racconto, Mézières
rende omaggio a Philippe Druillet e
ai suoi mondi allucinati rifacendosi al suo stile grafico.
Ottimo servizio, spero di poter prendere un buon libro di critica e interviste agli autori di Valerian, anche in francese, oltre ad una raccolta dei disegni di Mezieres. Avete in mente un buon volume da consigliare?
RispondiEliminaInoltre, gli Shinguz mi sembrano anche un omaggio agli alieni di Jeff Hawke, nel suo periodo migliore. Senza contare che, in ambito disneyano, oltre ad Eta Beta, ricordano anche Qui, Quo e Qua, visto che uno continua il discorso dell'altro... ^_^