L’inizio
di Sur les frontières (1988) sembra
una scena tratta da quelle frequenti di Star
Wars quando si vedono gli incrociatori solcare lo spazio da sinistra verso
destra. Manca solo la celebre marcetta (tatta-tatà-tattatàààà!) che accompagna le scene spaziali della
saga!
All’interno di un’astronave da crociera l’ultima rappresentante di una nobile
razza di alieni superpotenti, con quattro occhi e una corazza che riveste tutto
il corpo, incontra Jal, un altro rappresentante, maschile, della propria razza.
La felicità dell’incontro, ritenuto casuale, le ottenebra i sensi e cerca un
momento di intimità fra balli, cene e giochi nel casinò.
Quando arriva il momento culminante, quello sessuale, Kistna
scopre che Jal in realtà è un terrestre che vuole impossessarsi dei poteri
della sua razza. E ci riesce, uccidendola. Dopodiché fugge con uno shuttle
dalla nave, dirigendosi verso lo spazio infinito. A quel punto iniziano i
titoli del film…scusate ma l’approccio degli autori per le prime diciotto
pagine è simile a quello iniziale di un qualsiasi film.
Torniamo sulla terra
attuale (non dimentichiamo che Galaxity è scomparsa), dove troviamo i nostri
due eroi, ex agenti spazio-temporali che sopravvivono grazie al vecchio amico
Albert facendo i mercenari, ma di un genere particolare, una sorta di strike-team utilizzato dalle grandi potenze
per disinnescare in tutto il globo terracqueo armi atomiche in mano a stati canaglie
o terroristi.
E nel corso delle loro investigazioni incontrano Jal tornato
sulla Terra e ossessionato a ricreare la sua perduta Shangri-là, ovvero Galaxity,
grazie ai poteri acquisiti uccidendo l’aliena gentile che amava. Riportato da Valérian
alla ragione, è da lui accompagnato su Punto Centrale, nella zona una volta
sede della delegazione terrestre e lì abbandonato fra i suoi fantasmi. Nel
corso dell’episodio ritroviamo gli adorabili Shingouz, il Tchoung-traceur
e il Tüm Tüm di Lüm
La
fauna aliena è sempre disegnata con incredibile fantasia da Mézières. La trama è molto
cinematografica ma piacevole, grazie anche ai battibecchi ironici fra i due
ex-agenti spazio temporali, Valérian e Laureline,
molto affiati sul lavoro, oltre che nella vita. Gli abiti di Laureline la rendono sempre più femminile
e affascinante!
Con
Les armes vivantes (1990) gli autori trasformano i due eroi in vagabondi
dello spazio sul genere de Les Pionniers de l’Esperance (su Vaillant e Pif, tra il 1945 e il 1973),
di Raymond Poivet, e del Vagabond des limbes (su Circus dal 1975, poi su Tintin e Pilote), di Christian Godard
e Julio Ribera, di cui sono
usciti trentun episodi fino al 2003.
Con questi illustri antenati alle spalle, i
nostri arrivano sul pianeta Blopik dove incontrano un trio di strani artisti viandanti,
pacifici ma dotati di poteri: un mutaforma, un essere fortissimo che mangia le
pietre e un’aliena che si trasforma in gas.
Sul pianeta Blopik Valérian scatena anche il simpaticissimo Schniarfeur di Bromm, un essere parlante che premendo un meccanismo
innestato sull’apice della testa, diventa cattivo, un’arma inarrestabile salvo
poi ritornare pacifico e dall’intelligenza sottile non appena si ripreme il
pulsante: un altro di quegli strani e azzeccati esseri parlanti creati da Christin e Mézières, che rendono gradevoli la avventure dei nostri.
È un
episodio ironico, con Valérian trasformato
in Fred Astaire, Laureline in
presentatrice di un circo, che fanno da contraltare alla guerra fra due fazioni
di abitanti del pianeta, i centauri con le corna, un poco
stupidi e sempre pronti ad ammazzarsi fra di loro per prendere il sopravvento
gli uni sugli altri.
Alla
fine i tre artisti sono trasportati sulla Terra, particolarmente in Russia,
dove l’arte circense è molto apprezzata e dove riscuotono un enorme successo,
lasciando su Blopik Rompf, signore della guerra di una delle due fazioni, che,
osservando meditabondo la carneficina, riflette, parafrasando il celebre dubbio
amletico: fare la guerra alla guerra o non fare la guerra alla guerra? This is
the problem!
Con
Les cercles du
pouvoir (1994) i nostri sbarcano sul
pianeta Rubanis, per far riparare l’astronave danneggiata ma non hanno i soldi.
Incontrano i vecchi amici Shingouz che
li indirizzano verso il colonnello Tlocq,
che abbiamo già conosciuto negli Spectres d’Inverloch.
La prima vignetta con loro e
i meccanici sotto l’astronave ricorda molto una scena di Star Wars, proprio per
ribadire i legami strettissimi fra queste due saghe. Dopodiché, per raggiungere
Tlocq, prendono un taxi volante, chiamato limouzing, sul genere di quelli
ideati per il film Il Quinto elemento
di Luc Besson. E infatti per alcune
pagine sembra di essere dentro il taxi volante di Bruce Willis con Milla
Jojovich! In questo caso il taxi è guidato da un giovinastro che si
dimostra molto abile nella guida e nella conoscenza del sistema di potere del
pianeta. Il suo nome è S’Traks.
Tlocq,
incaricato dal governo di scoprire chi ci sia dietro alla corruzione che regna
sovrana su Rubanis, chiede loro di scoprire chi ci sia dietro il Quinto Cerchio (anche qui c’è un Quinto
come nel film di Besson): i primi
quattro riguardano la produzione industriale, il secondo gli affari, il terzo
il commercio, il quarto la religione ma chi occupa il Quinto Cerchio, quello
del potere, che sovrasta tutti gli altri? In questa scala sociale si intravede
lo spirito marxista di Christin.
Tlocq, come pagamento ai due eroi incaricati della missione affida un Grognon
di Bluxte, l’esserino musone trasmutatore che dall’uscita posteriore emette,
moltiplicata, qualsiasi ricchezza gli si faccia ingoiare!
I
nostri incontrano anche Na Zultra,
regina del commercio su Rubanis, che ricorda uno dei Kiss, la ridicola rock
band statunitense.
Nell’atmosfera
da satira sociale che permea questo episodio ricco di intrighi, di personaggi e
di colpi di scena Valérian scopre che
gli alti sacerdoti, i militari e gli affaristi riuniti nel Quarto Cerchio hanno
le teste rimpicciolite e che prendono ordini da…non ve lo diciamo per non
rovinare la sorpresa a chi non avesse ancora letto l’episodio, il quindicesimo,
per l’esattezza, forse l’ultimo veramente bello della saga.