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giovedì 1 marzo 2018

Valerian e la povera Lady Liberty!



New York è sicuramente la città americana più riprodotta in film, serie televisive e nei fumetti. Tre sono i luoghi simbolo della città, l’Empire State Building, il ponte di Brooklin e la statua della Libertà. Quest’ultima è divenuta anche un simbolo della nazione americana universalmente noto, al pari della torre Eiffel.


La statua, rispettosamente chiamata Lady Liberty, è stata realizzata dallo scultore francese Frédéric Auguste Bartholdi, con la collaborazione di Gustave Eiffel, che ne progettò gli interni, e regalata agli USA dal governo francese nel 1883 per celebrare il centenario della Dichiarazione d’Indipendenza. Inaugurata tre anni dopo, domina la baia di Manhattan
In quanto simbolo della nazione americana è sempre stata bersaglio di artisti che ne hanno riprodotto, e spesso dissacrato, l’immagine in tutti i modi possibili e immaginabili, oltre a essere luogo di riprese per numerosi action movie.
Nei fumetti non si contano i racconti dove, insieme alla città, fa da sfondo a storie di fantascienza, ma solo in alcune è stata rappresentata distrutta da supereroi, da terremoti o da inondazioni.


La recente uscita della collana della Gazzetta dello sport dedicata alle storie di Valérian e Laureline ci ha permesso di rileggere la prima parte della seconda storia, La città delle acque mobili, creata da Pierre Christin e Jean-Claude Méziéres  e pubblicata sul settimanale Pilote nel luglio 1968.


La location realizzata dai due autori è una New York del futuro (per l’epoca) che si svolge nell’anno 1986, in cui la Grande Mela è invasa dalle acque per lo scioglimento dei ghiacciai nel polo Nord a causa dello scoppio di un sito nucleare. Non possiamo non ricordare la coincidenza profetica di quella data perché nel 1986 ci fu realmente la tragedia di Chernobyl.



In due tavole dell’episodio in questione Valérian è costretto a salire sulla torcia, quella originale, perché nella realtà è stata sostituita nel 1986 (sempre questa data profetica!) da una nuova scultura e rimontata poi nel museo dedicato alla statua. Nel racconto, per colpa di uno tsunami, Lady Liberty viene investita da un’onda gigantesca che la distrugge, con l’affondamento negli abissi della celebre testa con i raggi.


Nel febbraio 1968, quindi prima dell’uscita della bedé, sugli schermi esce il celeberrimo film post apocalittico Il pianeta delle scimmie, interpretato da Charlton Heston nei panni di un astronauta, e diretto dal regista Franklin J. Schaffner. Molto affascinante la scena finale in una spiaggia in cui il protagonista scopre con orrore di essere ritornato nella Terra del futuro dove l’olocausto nucleare ha sterminato la civiltà umana e fatto evolvere le scimmie. E da cosa lo scopre? Perché semi immersa nella sabbia fuoriesce l’enorme statua!


Il film è ripreso dal romanzo Le Planéte des singes (1963) dello scrittore francese Pierre Boulle, mentre la scena sulla sabbia, inesistente nel libro, potrebbe essere stata copiata dalla copertina della rivista Fantastic Universe Science Fiction n.2 (1953) disegnata da Alex Schomburg e poi da lui riproposta in una nuova versione sulla copertina di Amazing Stories del 1964. Dunque è verosimile che i due autori francesi abbiano a loro volta preso dal romanzo del loro connazionale e dal film l’idea della distruzione della statua.


Nel 1968, Jack “The King” Kirby, di cui ricorreva nel 2017 il centenario della nascita, dopo aver lasciato la Marvel passa alla concorrente DC, dove crea uno stuolo di personaggi nuovi, molti dei quali azzeccati. Fra questi, Kamandi the last boy on earth, ora riproposto dalla Lion in un volume che raccoglie le prime venti puntate create dal maestro dei supereroi. Nel primo episodio, già in copertina, c’è l’eroe che rema in un canotto nelle acque che hanno invaso New York, con a lato la statua semisommersa dalle acque;


l’immagine è sviluppata all’inizio del racconto in una di quelle strabilianti double splash–page che erano una peculiarità del King.


Dopo di lui anche John Byrne ha presentato nel comic book Doomsday+1 una Lady abbattuta dalle acque con i protagonisti sul canotto (oggetto la cui presenza è ormai  imprescindibile in storie di questo tipo), anzi l’immagine sembra una rivisitazione di quella di Kirby. Arriviamo più recentemente fino alla copertina di Aquaman 12 (2017) con una testa della Lady in fondo al mare.


Non mancano distruzioni della statua per combattimenti fra super eroi e super cattivi come quello con Hulk che stacca il braccio con la torcia


o su Green Lantern n.24 (2007) con una statua di Sinestro al posto della Lady.


Ma non basta, anche nel mondo della bedé non mancano altre storie che vedono distrutta Lady Liberty. Addirittura la rivista Bo-Doi n.46 del 2001, dedica un dossier agli autori franco-belgi che in qualche modo hanno previsto una distruzione di New York o di alcune sue strutture. Ovviamente il riferimento è all’attacco dell’11 settembre, quindi di due mesi prima. La copertina riporta quella del quarto volume di Universal War One di Denis Bajram, uscito nel mese di novembre del medesimo anno e tradotto da 001 Edizioni, mentre il dossier intervista molti autori, fra cui i medesimi Christin e Mézières, Jean-Michel Charlier, Colin Wilson, Francq, Lewis Trondheim, Léturgie, Bajram e altri.

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