Pagine

giovedì 2 agosto 2018

Fabrizio Lo Bianco e Andres Mossa


Prosegue in edicola la proposta Mondadori di “La grande letteratura a fumetti”, una linea editoriale dedicata ai grandi capolavori della letteratura pubblicata in Francia da Le Monde con la supervisione di Glénat. Tra gli autori, che sono stati chiamati per portare avanti questo progetto, c’è anche il nostro amico, scrittore saggista e sceneggiatore sardo, Fabrizio Lo Bianco.


A luglio, Mondadori Comics ha pubblicato la sua versione de 20.000 leghe sotto i mari disegnata da Francesco Lo Storto e, a settembre, seguirà quella de I tre moschettieri con i disegni dell’italo-venezuelano Andres Mossa.


A Fabrizio Lo Bianco e al disegnatore Mossa abbiamo rivolto qualche domanda sul loro lavoro.

Fabrizio, per quelli che ancora non ti conoscono, puoi dirci quali sono state le tue tappe nel mondo del fumetto e in quello della narrazione?

FLB: Volentieri, Mauro. É stata “colpa” di Bruno Enna, che nel 2004 mi ha spronato a fare delle prove per Monster Allergy ritenendo (bontà sua) che avessi delle qualità come sceneggiatore. Non so su che cosa si basasse, visto che, al tempo, di mio aveva letto solo degli articoli su L’Unione Sarda. Solo per questo, Bruno ha un altarino tutto suo nella nostra casetta, costruito con le sue migliori storie di Paperino Paperotto. Dopodiché ho esordito come professionista sul numero 20 della serie di Artibani, Centomo, Barbucci e Canepa, ho seguito il corso di sceneggiatura all’Accademia Disney con Riccardo Secchi, ho scritto episodi di alcune serie a fumetti e cartoni animati (Lys, Angel’s Friends, Poppixie, Paky, Bruno il maialino, Spike Team, Star Key, Pasta Freaks). Nel frattempo ho iniziato tramite l’agenzia Red Whale a scrivere novelle illustrate per Fabbri Editori e Piemme (Monster Allergy, Geronimo Stilton, Joe Carrot). Il rapporto con la Fabbri è stato fondamentale perché lì, scrivendo delle raccolte di racconti illustrati sullo “Spike Team”, ho conosciuto Beatrice Masini che mi ha offerto l’opportunità di proporre qualcosa di mio in Rizzoli.


Nel frattempo lei è passata in Bompiani ma io sono stato “affidato” a un giovane editor, Giordano Aterini. Grazie alla loro pazienza (e ce ne vuole parecchia, perché io sono lento come un bradipo zoppo) nel 2015 ho pubblicato il primo vero romanzo tutto mio, La guerra di Toni, che è stato come libro di lettura in diverse scuole medie. Nel frattempo non ho abbandonato il fumetto, continuando a sceneggiare storie belliche per Il Giornalino e, tramite l’agenzia Yellowhale, il mio esordio per Glénat, 20000 leghe sotto i mari, disegnato da Francesco Lo Storto, che è uscito in Italia per Mondadori a luglio.


A settembre sarà la volta dei Tre moschettieri con i disegni di Andrés Mossa, con cui avevo collaborato toni fa su Geronimo Stilton. Nel frattempo continuo a dedicarmi alla narrativa. Tutto questo, nel tempo che mi rimane dopo l’insegnamento (sono un prof di lettere alle scuole medie) e la famiglia.


Andres, puoi brevemente raccontarci come hai mosso i primi passi e quale è stata finora la tua carriera nel campo del fumetto?

AM: Dopo essermi laureato con lode in pittura all’Accademia di Belle Arti ho cominciato subito a lavorare nel mondo della grafica e quasi per gioco mi sono avventurato nel campo del fumetto, facendomi conoscere prima come colorista (Marvel, Panini, Bonelli, Soleil, Glenat, ecc.) e poi come illustratore (Orson Scott Card’s InterGalactic Medicine Show) e disegnatore (Hockey Karma, Animal Media Group ed.)


Come è nata questa collaborazione al progetto de Les Grands Classiques de la littérature en bande dessinée?

FLB: Grazie a Stefania Bitta di Yellowhale, che da anni collabora con Glénat. Mi ha chiamato proponendomi delle prove per questa collana. Chiaramente ho accettato con grande entusiasmo e la ringrazio per questa opportunità. Per chi fa lo sceneggiatore part time, come me (sono un insegnante di lettere alle scuole medie e questo lavoro mi occupa tempo e testa), queste collaborazioni sono preziose. Un tempo i contatti professionali si prendevano alle fiere, tipo Lucca Comics, non tanto agli stand degli editori quanto al pub o in pizzeria. Io ormai non riesco ad andare a una fiera del fumetto da circa otto anni, cioè da quando sono arrivati due gemelli splendidi che mi hanno costretto a pensare in maniera più elastica al mestiere di scrivere. Parafrasando Stephen King, “la vita non è un supporto dell'arte. È il contrario”. 

AM: Anche a me la proposta è arrivata dall’ agente Stefania Bitta. Ho fatto le prove, sono piaciute ed eccoci qua!


Fabrizio, quali sono le principali difficoltà che si incontrano nel dover ridurre in sole 46 tavole a fumetti un’opera come, ad esempio, quella di Dumas?

FLB: Sono notevoli. Io ho dovuto rileggere diverse volte il romanzo, con piacere crescente, in modo da farlo un po’ “mio” e farmi un’idea di ciò che poteva essere sacrificato e di ciò che assolutamente non poteva esserlo. I puristi dell’opera di Dumas troveranno sempre delle pecche (“Ehi, ma qui manca un personaggio! Ma come si fa a tagliare proprio lui?!”) e avranno ragione, nel senso che è semplicemente impossibile condensare tutte le trame e sottotrame dei Tre moschettieri in sole 46 tavole. Come sceneggiatore cerchi di puntare all’essenziale senza perdere il sapore dell’opera originale. Ti sorgono mille dubbi, ma speri di fare del tuo meglio. Nel mio caso poi è stato fondamentale l’apporto ai disegni di un professionista come Andrés, che non si spaventava quando gli chiedevo di mettere in scena delle vignette complesse (e nei Tre moschettieri non ne mancano).


Fabrizio, quali saranno i tuoi prossimi impegni in campo fumettistico?

FLB: Leggermi le pile di albi italiani e stranieri che ho accumulato durante l’inverno. Da sceneggiatore, al momento mi ha commissionato degli importanti lavori mio figlio, che ha 8 anni: riduzione a fumetti della Sirenetta e di Biancaneve e un’opera totalmente inedita di mia figlia, sua gemella, che si intitola “La lampadina parlante” e che sarà di sicuro il miglior fumetto del 2019. Mi pagano in pistacchi e arachidi, ma non si deve sapere in giro. In tutti i progetti, soggetto dei giovani Lo Bianco, sceneggiatura mia, disegni del giovanotto, colori della signorina.


Stessa domanda anche per te, Andreas…

AM: La mia carriera di colorista continua sempre per Marvel, Bonelli, Panini, Soleil, ecc. Come illustratore è on-line la mia illustrazione sul sito Card’s InterGalactic Medicine Show. Come disegnatore sto facendo nuove prove per la Francia e speriamo di poter presto annunciare qualcosa!

Grazie a tutti!

Nessun commento:

Posta un commento