Se Le Mystére de la
Grande Pyramide è la bedé per eccellenza sull’Egitto e Le Temple du soleil
(su cui ci siamo soffermati due anni fa) sul Perù, Quetzalcoatl, bedé in sette episodi,
ideata e disegnata dal 1997 da Jean-Yves
Mitton per Glénat, è
fondamentale per il Messico. Nazione molto ricca di storia, di bellezze
naturali e siti archeologici, il Messico è accomunato al Perù da un sentimento
diffuso, che si percepisce visitando entrambi i paesi, lo shock, non superato, della
conquista spagnola e del conseguente genocidio degli antenati delle popolazioni
attuali. Secondo le guide locali, il Messico non è stato conquistato da Cortes
e dai suoi pochi soldati, bensì dalla religione cattolica. E tutto questo è ben
evidente in Quetzalcoatl.
La
trama inizia la notte del 20 gennaio dell’anno di grazia 1925, a Villa Rica de
la Vera Cruz, prima diocesi del Messico nella Nuova Spagna, quando un
confessore, padre Enrico Segura, è chiamato nella missione cattolica cittadina per
ricevere la confessione di una prigioniera india di nome Maïana Ome Xochitla, che
in lingua nahuatl significa Due fiori di mais. Fra gli Spagnoli la ragazza è
nota come Marianna (o Marina) di Oaxaca, Doña d’Espagna, dell’Ordine della
Santa Croce, mayor de la Primiera Armada del capitan Hernán Cortés. Fra gli
indios è più nota come Malintzin o Malinche (come da pronuncia spagnola), o
Malinalli Tenepati.
Nel
racconto, il giorno dopo, nella missione arriveranno gli Inquisitori per
processare la ragazza, accusata di eresia e stregoneria, e soprattutto per tentare
di scoprirne il segreto. Infatti la bella ma sfortunata donna è stata concubina
di Montezuma II e amante del medesimo Cortés. Dunque conosce i segreti e i punti
deboli di entrambi e soprattutto, il segreto del “favoloso tesoro”
dell’imperatore azteco.
Il
racconto del suo calvario, fin da quando fu strappata dalla sua famiglia
durante una “guerra fiorita”, come erano soprannominate le scorrerie per
procurare prigionieri da immolare agli dei del panteon azteco, mescola fatti
realmente accaduti e personaggi storici con fatti interamente inventati
dall’autore per dare maggiore forza alla trama. Per esempio l’autore non parla
del figlio avuto da Cortés, il primo meticcio messicano, né della morte della
donna, forse avvenuta per vaiolo, in quanto la fa morire fra le fiamme della
Santa Inquisizione. La trama ripercorre anche la difficile e sofferta conquista
degli Spagnoli della meravigliosa città di Tenochtitlán, capitale dell’impero
azteco, costruita su di un’isola del lago Texcoco e rasa al suolo poi dai
conquistadores.
Il
lago è stato prosciugato nel corso dei secoli e su di esso è stata costruita
Città del Messico, utilizzando all’inizio le pietre provenienti dalle
costruzioni di Tenochtitlán. L’esempio principale di questo riutilizzo è nella
costruzione della cattedrale nella grande piazza dello Zocalo, fatta a scapito
del grande Templo Mayor azteco, i cui resti, con annesso museo, sono ancora
visitabili a fianco della chiesa. E, tra parentesi, tutta la città sembra che
stia sprofondando, lentamente, certo, ma inesorabilmente.
La
costruzione della megalopoli messicana (21 milioni di abitanti) sul fondo del
vecchio lago è la causa dello sprofondamento della città, i cui effetti
disastrosi sono chiaramente visibili soprattutto nell’antica basilica della miracolosa
Virgen de Guadalupe, costruzione dilaniata da terremoti che sembra sfidare le
leggi della gravità; quando vi si entra sembra di ritrovarsi in un’architettura
di Escher, un vero miracolo che sia ancora in piedi!
Nel
racconto di Mitton numerosi i flashback
sulla sconvolgente vita di Maïana sul suo desiderio di vendetta nei confronti
di Montezuma, sulla sua vita presso la corte dell’imperatore azteco e sulla sua
fuga, che la fa diventare interprete e amante di Cortés, oltre che ispiratrice
della sua conquista di Tenochtitlan. Tali flashback si alternano con i drammatici
momenti del processo inquisitorio avvenuto nella missione di Vera Cruz.
La
ricostruzione scenografica di Mitton
è senza crepe e l’autore da prova del suo talento, la bedé è appassionante,
forse la più riuscita fra le sue opere. Probabilmente in alcune tavole è
penalizzato dall’uso nelle tavole di vignette basse che lo costringono a
disegnare le figure tozze, mentre quando le disegna distese lungo vignette
orizzontali acquistano eleganza. E in altre si capisce che in passato ha
disegnato supereroi alla maniera di Neal Adams, però l’effetto generale è
avvincente.
Comunque
per un lettore sprovvisto di nozioni sulla mito del ritorno del dio
Quetzalcoatl e della conquista del Messico da parte dei Conquistadores è un
buon inizio. Indubbiamente la sua interpretazione della Storia è sfrondata
dall’aura di mito, non è accademica e si basa di più sulla natura umana, che si
diverte a mostrare con tutte le sue fragilità. Il tesoro diviene il punto
centrale e ironico di una Conquistad che ha decimato popolazioni e distrutto il
più potente impero del centro-America, quello dei Mixtechi, detti Aztechi.
Jean-Yves Mitton è
un autore francese le cui bedé sono molto assimilabili al nostro concetto di
fumetto popolare. Ha continuato Blek Macigno per il
mercato francese, quando in Italia fu sospeso, ha realizzato storie e copertine
per gli albi della Marvel in Francia, creando anche dei supereroi e serie di
fantascienza per Lug e per Semic. Poi sceglierà la collaborazione
con François Corteggiani per Le Journal de Mickey e Pif Gadget, mentre per la Glénat
riprenderà De
silence et de sang, la serie sulla mafia tradotta su Le Avventure della Storia e sugli albi
della Cosmo. Dal 1991 al 2006
collabora con Soleil per Vae Victis! su soggetti di Simon Rocca (alias Georges
Ramaïoli), realizza i primi episodi di Les survivants de l’Atlantique e Chroniques Barbares.
Dal 1997 al 2008 per Glénat realizza
Quetzalcoatl e in parallelo scrive i soggetti di Attila mon amour.
Nel
2011 per le Editions Ange, concepisce due storie hard, Kzara ou les
nuits barbares e Messalina (2011-2016), di cui abbiamo parlato recentemente. Di lui si conosce la passione per il genere storico, e i
titoli sopra citati lo dimostrano. Il suo, però, è un modo di rappresentare la
Storia a forti tinte, truculenta se vogliamo, con scene di sangue e di sesso,
spesso eccessivamente esibite. Gli intrighi da lui creati ricordano quelli di Charlier e alcune sue trame sembrano un
poco “pesanti”. In Quetzalcoatl,
invece, riesce ad amalgamare il tutto, mescolando sapientemente Storia e
fiction, creando un racconto che regge piacevolmente alla lettura, con poche
sbavature.
I
sette episodi della saga sono stati pubblicati dal 1997 al 2008. Le copertine
dei primi quattro erano a piena immagine, poi dal quinto (2005) cambiano,
ognuna con un gruppo di persone all’interno di una cornice riproducente un
rapace stilizzato secondo lo stile centroamericano. A quel punto anche le prime
quattro copertine sono state rimodulate nel 2006 secondo questa nuova
impostazione.
In
Italia gli episodi sono stati tradotti, dal 2002 al 2008, in sette volumi
cartonati nella serie Le Avventure della
Storia edite da Alessandro Editore,
tutti con le prime versioni delle copertine e con un glossario di termini in
lingua nahautl alla fine per permettere una migliore comprensione del testo,
ricco di tali parole.
Poi
sono stati ripresentati nel 2016 in due volumi della collana Historica della Mondadori Comics, intitolati L’impero azteco: I presagi di Montezuma (n.43)
contenente i primi tre episodi, e Cortés il conquistatore (n.50), con i rimanenti
quattro.
Cronologia
1 - Deux fleurs de Maïs
Glénat
1997
- Due fiori di mais
volume 1, Alessandro
Editore 2002
Historica 43,
Mondadori Comics 2016
2 - La montagne de sang
Glénat
1997
- La montagna di sangue
volume 2, Alessandro
Editore 2003
Historica 43,
Mondadori Comics 2016
3 - Les cauchemars de Moctezuma
Glénat
1998
- Gli incubi di Montezuma
volume 3, Alessandro
Editore 2005
Historica 43,
Mondadori Comics 2016
4 - Le dieu des caraibes
Glénat
1999
- Il dio dei Caraibi
volume 4, Alessandro
Editore 2006
Historica 43,
Mondadori Comics 2016
5 - La putain et le conquistador
Glénat
2003
- La puttana e il conquistador
volume 5, Alessandro
Editore 2007
Historica 50,
Mondadori Comics 2016
6 - La noche triste
Glénat
2005
- La noche triste
volume 6, Alessandro
Editore 2007
Historica 50,
Mondadori Comics 2016
7 - Le secret de la Malinche
Glénat
2008
- Il segreto delle Malinche
volume 7, Alessandro
Editore 2008
Historica 50,
Mondadori Comics 2016
come avevo già anticipato nella parte precedente, una saga molto ben disegnata e costruita, tavole di impatto, e un eccesso di nudi, sesso e violenza talvolta eccessivo, come del resto nota anche la recensione. Avendo visitato il Messico diverse volte, nota nella bedè una totale mancanza di storie relative appunto ai POPOLI che hanno abitato il Messico PRIMA dell'avvento degli spagnoli (Toltechi e Olmechi, ad esempio), finendo sempre per considerare l'inizio della Storia d''America l'arrivo degli Europei. Le costruzioni originali dimostrano invece il contrario, come ha cercato di dimostrare il film Apocalypto, una ricostruzione violenta e assoluta della vita dei popoli amerindi, ma con una sua suggestione
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