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venerdì 28 giugno 2019

Cabu l’irriverente



Abbiamo reperito una pubblicazione dell’editore Glenat dell’anno scorso, primo numero della collana Glénat Présente, dedicata ad alcuni autori cult della satira e dell’umorismo francese. L’albo in questione si intitola Les Années Cabu Le Grand Duduche


ed è un omaggio a Cabu e al maggio ’68.



Ripercorre la carriera di questo irresistibile umorista, forse fra i maggiori autori satirici degli anni Sessanta con Reiser, Wolinski, Bretécher e Gotlib.


Jean Cabut, in arte Cabu,


è stato una delle vittime della crudele e insensata strage parigina del 2015, avvenuta nella redazione del settimanale Charlie-Hebdo, in cui perse la vita, fra gli altri, anche l’immenso Georges Wolinski.


Cabu è l’immagine dell’eterno adolescente e infatti il suo personaggio più celebre è il teen-ager Le Grand Duduche. Entrato nel 1960 nella redazione di Hara-Kiri, periodico satirico e formidabile fucina di talenti, due anni dopo entra a far parte del settimanale Pilote sotto l’ala protettrice di René Goscinny.


Ivi pubblica con successo Le Grand Duduche, un liceale che vive tutte le contraddizioni della contestazione parigina nel maggio ’68 e guarda con irriverenza totale alla società francese dell’epoca.


Poi Cabu inizia a collaborare con Charlie Hebdo e Le Canard Enchaîné, sempre con il sorriso e con l’aria di un eterno adolescente, che giudica con occhio disincantato la società che lo circonda.




Chiudiamo con due foto significative.


La prima mostra una riunione della redazione di Charlie Hebdo nel 1977, e basta leggere da sinistra i nomi delle persone fotografate (Choron, Reiser, Wolinski, Gebé, Cavanna e Cabu) ed esclamare: “Formidabili, quegli anni!


Nella seconda Wolinski e Cabu fanno finta di accapigliarsi…beh, cosa si potrebbe dire? “Signori, un minuto di silenzio!”? Probabilmente da lassù i due amici si sbellicherebbero dalle risate, come i loro personaggi, per cui forse è meglio sorridere con mestizia a due talenti incredibili, due giganti della satira moderna, uccisi insieme da un’ottusa ferocia in una triste giornata!
R.I.P.!



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