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giovedì 7 maggio 2020

La forza nera dei mastini dell'Impero

La bédé di argomento storico è uno dei generi che riscuotono un relativo successo nel nostro paese come è testimoniato da collane come Historica e Historica Biografie che proseguono il loro cammino ormai da anni. All’interno di queste le opere sulla Prima Guerra mondiale ne rappresentano una porzione consistente.


Se il tema è stato ampiamente trattato da entrambi i versanti, poco o nulla ha parlato di quanto non avvenisse all’interno del continente europeo. Non si tratta di una scelta degli editori italiani perché poco o nulla esiste in lingua francese per esempio su quanto è avvenuto in quegli anni in Africa che era già ampiamente divisa tra francesi, inglesi e tedeschi.


Nel 1914 i Tedeschi erano fortemente presenti in quel continente con tre colonie: il Togoland (l’attuale Togo e parte del Ghana), il Camerun e il Sud Ovest africano ( l’attuale Namibia). In queste terre la divisione sancita dalla Conferenza di Berlino del 1885 non aveva tenuto gran conto né dei precedenti regni autoctoni, né delle diverse etnie provocando così la separazione brutale attraverso le nuove frontiere di popolazioni e anche di intere famiglie.


L’assetto raggiunto dopo anni di rivolte delle popolazioni e repressioni da parte dei colonizzatori venne rotto dallo scoppio della Prima Guerra mondiale. La necessità di soldati spinse Francesi e Tedeschi ad arruolare con la forza e le minacce tanti giovani che vennero a costituire quelle che Léopold Sédar Senghor avrebbe chiamato in una sua famosa poesia i “mastini neri dell’Impero” e che avrebbero alimentato i ranghi degli eserciti europei anche nella Seconda Guerra mondiale e nelle successive lotte per l’indipendenza africane.


La tragica vicenda di due giovani cugini, Babakar e Bakary, impegnati su fronti opposti nella rapida conquista del Togoland da parte dei Francesi del Dahomey (attuale Benin) e poi nella sanguinosa e lenta avanzata di questi nel Camerun, è stata narrata in un albo scritto da Christophe Cassiau-Haurie e illustrata da Massiré Tounkara, un disegnatore del Mali, con una qualche immaturità nel segno ma con una grande forza emotiva. Il Mali è stato un paese precursore nello sviluppo di una bédé autoctona ma vive da poco meno di una decina di anni una destabilizzazione che ha avuto un forte impatto su ogni tipo di produzione artistica locale.


Questo pregevole esempio di recupero tardivo di eventi tenuti nell’ombra dalla storiografia prevalentemente eurocentrica della bédé più tradizionale, è pubblicata da l’Harmattan BD, una collana dedicata alla “bande dessinée dai colori dell’Africa”, che accoglie ad oggi una quarantina di titoli dai temi e dagli stili più variegati ma uniti dall’esigenza di dar voce agli artisti più interessanti dell’attuale panorama africano.



Nessuna speranza ovviamente di vedere Les dogues noirs de l’Empire in italiano; chi vuole leggerlo deve procurarselo in francese come purtroppo è necessario fare anche per tanti altri titoli di grandi artisti franco-belgi. 


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