- Nona Arte, ReNoir, RW Edizioni, Gazzetta dello Sport, ci spiega esattamente quali sono le sue competenze per queste case editrici?
AR: Sono troppe, eh?... Lo so, me lo dico anch’io, specie quando sarebbe ora di andare in ferie! Comunque, essenzialmente io sono un dipendente di Renoir, casa editrice attraverso la quale gestisco direttamente anche il marchio Nona Arte e il materiale per La Gazzetta dello Sport, oltre che – sempre attraverso Renoir – il marchio Lineachiara per conto di RW. È più complicato a dirsi che a farsi, me ne rendo conto…
- Vuol dire quindi che Lineachiara è un marchio di RW gestito da Renoir? Non c’è un conflitto di interessi, chiamiamolo così?...
AR: Diciamo che Renoir gestisce il service editoriale per conto di Lineachiara. Poi le scelte dei titoli sono fatte da me, che sono anche il Direttore Editoriale di questo marchio, da Andrea Mazzotta, che ne è il Coordinatore, e ovviamente dalla proprietà di RW.
Conflitto di interessi non c’è, perché la filosofia del catalogo di Renoir è profondamente diversa da quella di RW. Come Lineachiara pubblichiamo quasi sempre materiale che in Renoir – per politica editoriale, appunto – non faremmo mai neanche sotto tortura. Quando poi ci sono casi di sovrapposizione – come per esempio Spirou o i Puffi – comarchiamo i libri, che escono come RW ma anche con il marchio Nona Arte sul retro, soprattutto per aumentarne la visibilità agli occhi dei lettori…
- Tutti gli appassionati di bande dessinée si augurano che queste pubblicazioni proseguiranno ancora a lungo. È lecito coltivare queste speranze ? Le vendite sono buone ?
AR: Sono discrete, a patto di fare le cose per bene. Non ci si diventa ricchissimi, ma si hanno tante soddisfazioni sul piano personale … Con i dati attuali di vendita, senza sbilanciarmi troppo, dico che per il futuro c’è ancora speranza.
- È impensabile che una casa editrice italiana possa pubblicare materiale inedito in francese ed affrontare colossi come Dupuis, Dargaud ecc. sul loro stesso terreno ?
AR: Credo ci abbia provato Vittorio Pavesio, ma non conosco i risultati di questo lavoro… La mia opinione è che sia molto molto rischioso. Vorrebbe dire andare in guerra contro delle corazzate con in mano una fionda. A occhio, si perde.
- Pubblicazioni come Don Bosco e Barbarossa sono state iniziative lodevoli oltre che coraggiose. Possiamo ancora aspettarci “perle” di questo tipo ?
AR: Il Don Bosco di Jijé è da annoverare fra le soddisfazioni personali di cui dicevo prima. Sostanzialmente ignorato dagli appassionati di fumetto – e stiamo parlando di un grande fumetto, invece! –, ha trovato fortunatamente il suo mercato nel circuito salesiano. Ovviamente, paga lo scotto di sembrare una semplice agiografia, quando invece è un libro che trasuda storia di bande dessinée belga e che ha fatto lastoria della bande dessinée belga, perché – sembra incredibile a dirsi, ma è verissimo – senza Don Bosco non ci sarebbe mai stata tutta la scuola di Marcinelle... Ci sono giunti complimenti davvero da tutto il mondo per la nostra edizione, anche dai figli di Jijé, soprattutto per l’apparato redazionale di Roberto Alessandrini posto in coda al fumetto.
Quindi, per rispondere alla sua domanda, sì, ci saranno parecchie altre iniziative di questo tipo… Tese soprattutto a soddisfare il mio smisurato ego, ovviamente.
- È vero che c’è l’intenzione di recuperare qualche integrale di Buck Danny già pubblicato in Francia e inedito in Italia ?
AR: Sì, l’anno prossimo contiamo di farne almeno due, di cui uno sarà il tanto agognato primo volume…
- Bob Morane è stato chiuso dopo pochi numeri, gli annunciati Bernard Prince e Luc Orient non sono nemmeno partiti. Cosa non ha funzionato, secondo Lei, nell’offerta delle Edizioni Aurea ?
AR: Le faccio una doverosa premessa. Fra le tante colpe che ho nella vita, ne annovero una che mi indica al pubblico ludibrio degli appassionati di fumetto franco-belga e che ho custodito come il più torbido dei segreti fino a questo momento: sono colui che ha inventato i “bonellidi francesi”. Anzi, le faccio un’altra confessione: oltre ad aver proposto all’amico Francesco Meo dell’allora GP Publishing il progetto (il quale, lungimirante, ci ha visto del buono dove altri invece mi ridevano in faccia), sono colui che ha tradotto tutti gli albi usciti per quella casa editrice, dove non indicato diversamente. Insomma, più per divertimento che per altro, sebbene non accreditato, ho tradotto ed editato quel popò di roba.
Ho detto questo solo perché mi sembra di essere titolato nel giudicare le edizioni “corrispondenti” dell’Aurea, senza sembrare inelegante. Devo dire, pur con tutto l’affetto e la immensa e imperitura stima che mi legano ai colleghi dell’Aurea, che le edizioni di Bob Morane, XIII e Blueberry sono davvero un pochino povere. Sotto tutti i punti di vista, non c’è bisogno che sottolinei io dove e sono convinto che anche all’Aurea l’abbiano capito, perché sono persone molto esperte, capaci e intelligenti, fra le migliori di questo mercato… Ecco, mi sarebbe piaciuto poter mettere mano su quei prodotti per farli come li avevo in testa io, perché li ritengo di grande potenziale in edicola.
Magari un giorno, chissà…
- È vero che nelle edicole italiane si vende benino la bédé western, molto meno tutto il resto?
AR: Vero in parte, secondo me. Quando abbiamo iniziato con GP, puntammo sui vampiri e sull’urban fantasy ben disegnato e andò lo stesso molto bene… Poi, chiaro, il western vende di più, ma deve essere fatto bene. Faccio un esempio, spero sempre senza sembrare inelegante ma semplicemente intellettualmente onesto: Wanted, pubblicato dalla Cosmo, è un western, sì, ma è anche tranquillamente evitabile … E io lo avrei evitato.
- A proposito di Cosmo, lei non è coinvolto in questa avventura…
AR: Già, vero, non sono mai stato contattato e un po’ mi brucia, sono sincero. Se prendi pari pari un’idea da qualcuno, mi sarebbe sembrato normale ci si rivolgesse a chi quell’idea l’aveva avuta. Io al posto loro avrei fatto così, ma pazienza… In effetti, ripensandoci, non avrei mai avuto il tempo di seguire anche quel progetto, quindi va bene così. La Provvidenza ha scelto per me e mi fido.
Ecco, io forse – editorialmente parlando – non avrei fatto certe scelte di Cosmo, specie fra le ultime cose annunciate, ma spero da appassionato di essere smentito.
- Ci si interroga sul post Michel Vaillant e Lucky Luke. Senza chiedere quali personaggi, pensa che l’iniziativa della Gazzetta dello Sport possa avere un seguito ?
AR: Sarebbe molto strano se così non fosse…
- Ci può fare qualche anticipazione per Nona Arte, ReNoir e RW Edizioni ?
AR: Dunque, secondo me portare avanti le serie già iniziate è tanto lavoro… Io mi accontenterei di quelle nel 2014. Poi, se devo proprio dare uno scoop, beh, allora dico che anche RW avrà un suo mensile bonellide in edicola. Solo uno. Ma stavolta il mio nome ce lo metto…
Complimenti per l'intervista!!! Spero in iniziative analoghe e periodiche anche con altri editori di materiale BD, in primis l'AUREA per vedere che fine faranno le annunciate (e mai mantenute) pubblicazioni di Bernard Prince e Luc Orient. Tra gli altri editori da tenere in considerazione la COSMO, 001 EDIZIONI, la MAGIC PRESS (che fine hanno fatto anche qui i preannuciati volumi integrali di LO SPARVIERO e RORK??'), ALESSANDRO EDITORE, la PANINI.Ancora complimenti!
RispondiEliminaL'intervista a Rivi è la prima di una serie che abbiamo in programma, e nella lista ci sono tutte le case editrici da lei nominate. Che fine hanno fatto tante, forse troppe, serie annunciate è qualcosa che ci chiediamo anche noi.
EliminaGrazie
Si può davvero dire che senza l'ottimo lavoro svolto da Rivi non ci sarebbe mai stata la "rinascita" del fumetto franco-belga in Italia...
RispondiEliminaPier