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venerdì 30 maggio 2014

Alle sorgenti del Nilo


L’egittologia è da sempre uno dei generi avventurosi preferiti dagli autori franco-belgi. Indiscutibilmente, i primi autori a sfruttarlo con un successo, che perdura fino a oggi, furono Hergé con Les cigares du pharaon (1932) e Edgar Pierre Jacobs con Le mystère de la grande pyramide (1950).





Dopo di loro sono stati innumerevoli i racconti ambientati all’età dei faraoni o che abbiano per tema i misteri o i reperti archeologici egiziani nella nostra epoca: fra tutti ricordiamo le avventure del giovane egiziano Papyrus di Lucien De Gieter, di cui sta per uscire il 33mo episodio per la Dupuis, tanto per rimanere nell’ambito della Linea Chiara.



Nell’ottimo Dictionnaire illustré de la Bande dessinée belge sous l’occupation (André Versaille éditeur, 2013) del saggista Frans Lambeau apprendiamo che a metà strada fra Hergé e Jacobs, c’è stato anche uno scrittore e pittore surrealista belga, Max Servais [1904-1990]. Costui, nel 1942, ha concepito un racconto a fumetti pubblicato in album per le edizioni Van Gompel, intitolato Le secret du Mastaba per la serie Les Aventures de Jacquy et Marcou, poi uscito a puntate nel 1945 sul quotidiano La Dernière Heure.




  
Di questo autore e della sua opera non si fa alcuna menzione nella bibliografia di Michel Thiébaut contenuta nel catalogo della mostra L’Egypte dans la bande dessinée, presentata ad Angoulême (1998) dal Centre National de la Bande Dessinée et de l’Image.



Da quel che si vede dalla copertina e dall’unica vignetta riprodotte nel dizionario di Lambeau si intuisce che lo stile grafico scelto da Servais è molto vicino a quello adottato dagli autori francofoni della Linea Chiara.

La trama è basata sul classico filone egizio ambientato nella nostra epoca. L’egittologo Capon con i figli Jacquy e Marcou, insieme al prof. Howard del museo egizio, vivono avventure strabilianti: rapimenti, avvelenamenti, scoperte sensazionali e perfino un incontro con un faraone. Per le figure di Capon e Howard l’autore ha preso come modelli Jean Capart, orientalista e direttore dei Musei reali di Arte e Storia, e Auguste Piccard, il primo uomo a oltrepassare i 16.000 metri d’altitudine e gli 8.000 di profondità. I due personaggi ritratti da Servais presentano le caratteristiche dello scienziato nella classica accezione popolare: distratti, un poco comici.



Risalta subito agli occhi la similitudine fra la figura di Piccard\Howard e quella di Tryphon Tournasol (da noi prof. Girasole) di Hergé, apparso nel 1943 sul quotidiano Le Soir nelle strisce de Le trésor de Rackham le Rouge. Però è ancora più evidente l’influenza di Hergé sul racconto di Servais, soprattutto nei personaggi adolescenziali alla Tintin con i calzoni alla zuava e nelle scene di azione degli inseguimenti negli aeroporti, nei porti e nei sotterranei.



D’altro canto, l’ambientazione e il tema dell’antico Egitto nel racconto di Servais potrebbero forse aver influenzato la sinossi de Le mystère de la grande pyramide di Jacobs, in quanto ambientata ai nostri giorni, sullo sfondo di un traffico di antichità e della lotta di Aménofi IV\Akhenaton per imporre la sua innovativa concezione religiosa monoteistica contro i preti egiziani, sostenitori della vecchia religione politeistica.
La produzione di Servais è inedita in Italia.





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