Mai, dal termine dell’ultimo conflitto mondiale, i rapporti diplomatici fra Italia e Francia avevano subito un così forte deterioramento. Evitando un qualsiasi giudizio politico, prendiamo tuttavia spunto dalle attuali controversie per segnalare una delle ultime novità d’oltre alpe.
Fresco di stampa, l’editore Delcourt lancia Sarkozy-Kadhafi, des billets et des bombes, un documento storico che ripercorre con analitica precisione l’intreccio politico fra lo storico leader libico Gheddafi e l’ex presidente francese Sarkozy.
Fresco di stampa, l’editore Delcourt lancia Sarkozy-Kadhafi, des billets et des bombes, un documento storico che ripercorre con analitica precisione l’intreccio politico fra lo storico leader libico Gheddafi e l’ex presidente francese Sarkozy.
La cronaca
recente ci racconta di come quest’ultimo, nel marzo del 2018, fu posto sotto
accusa e iscritto nel registro degli indagati per i fondi neri libici che
avrebbero finanziato illegalmente la sua prima campagna elettorale. Diventato
presidente nel 2007, Sarkozy accolse nello stesso anno Gheddafi a Parigi. Qui
il leader libico, ricevuto in pompa magna, non mancò di distinguersi,
piantando, fra le proteste popolari, le proprie tende nel cortile dell’Eliseo.
Un patto, quello
suggellato fra i due statisti, che portò Sarkozy alla presidenza della
repubblica e Gheddafi, in cerca di visibilità sulla scena diplomatica
internazionale, ad accarezzare l’idea di un grande progetto africano con il
reale intento di sedersi al tavolo dei potenti. Gli eventi successivi,
descritti con particolare minuzia nel volume, volsero, come sappiamo, in
tutt’altra direzione.
Sarkozy, una volta ottenuta la presidenza, iniziò a
trovare imbarazzante quell’amicizia e l’intesa bilaterale fra i due paesi incominciò a vacillare.
Lo spunto fu un massacro di civili libici eseguito dai fedelissimi di Gheddafi,
rivelatosi poi falso, che indusse il presidente francese, con l’appoggio della
Nato, a chiudere frettolosamente la scandalosa vicenda con i famosi raid aerei.
L’epilogo, che conosciamo tutti, è anche il prologo del libro che inizia
proprio con la dipartita del dittatore libico.
L’album è una
vera inchiesta incrociata portata avanti dai giornalisti di Radio France Benoît
Collombat e Élodie Guéguen con i colleghi
indipendenti Michel Despratx e Geoffrey Le Guilcher insieme a Fabrice Arfi di Médiapart, sito di informazione indipendente.
Questa
collaborazione è stata considerata un’esperienza unica che
ha visto per la prima volta cinque giornalisti, dopo anni d’indagini,
raggruppare tutte le informazioni raccolte e a sintetizzarle in fumetto grazie al
contributo del disegnatore Thierry Chavant.
Quest’ultimo, che non si è limitato
all’aspetto grafico, è riuscito nel difficile compito di cementare le diverse
fonti e a tradurle in immagini con un segno essenziale e moderatamente
graffiato.
Davvero tante
le curiosità nell’album. Dall’uccisione di Gheddafi ai raid aerei, fino alla
misteriosa morte di Choukri Ghanem,
ex statista libico, trovato annegato a Vienna nel 2006.
Scene di
forte impatto emotivo, rese ancora più drammatiche e sconvolgenti dalla
veridicità degli eventi narrati oltre che dal sapiente disegno di Chavant.
Ultima nota
di particolare interesse è la voce narrante della storia. Niente pesanti
didascalie, ma un semplice omino dal volto arancione, inserito all’interno
delle vignette per aiutare il lettore a districarsi in una narrazione alquanto
complessa.
In patria è stato definito ”un fumetto di pubblica utilità”. “Una storia precisa, ultra documentata (con un corpus che nella parte finale include foto, lettere e documenti mostrati per la prima volta ...)”.
Attendiamo l’edizione in italiano.
Interessante intreccio attualità, politica e malaffare. Tutto in bande dessinée.
RispondiEliminaDavvero interessante! Pensate che uscirà un'edizione in italiano?
È incredibile come un fumetto possa raccontare quello che dovrebbe essere esclusivo del giornalismo .
RispondiEliminaFiguriamoci una edizione italiana