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venerdì 24 gennaio 2020

Censura? Ma no, controllo…


Nella legge votata in Francia il 3 Luglio e promulgata il 16 Luglio del 1949, il famigerato articolo 13 imponeva che le pubblicazioni per la gioventù provenienti da altri stati dovessero ottenere un’autorizzazione dal Ministero dell’informazione, quello che oggi in Francia è in Ministero della Cultura) che a sua volta si attiene a quanto deciso dalla specifica Commissione di sorveglianza e controllo composta dai rappresentanti di sei Ministeri, del corpo docente pubblico e privato, della Magistratura e della Camera dei Deputati, dell’Unione Nazionale delle associazioni della famiglia e solo sei della stampa e degli editori.


“Aucune illustration, aucun récit, aucune chronique, aucune rubrique, aucune insertion présentant sous un jour favorable le banditisme, le mensonge, le vol, la paresse, la lâcheté, la haine, la débauche ou tous actes qualifiés crimes ou délits de nature à démoraliser l’enfance ou la jeunesse.”


Pensata per arginare il crescente successo dei comics americani, le principali bédé a cadere sotto i colpi di questa mannaia furono quelle provenienti dal Belgio, anche se fumetti italiani, inglesi e tedeschi non sempre passarono indenni l’esame. I comic book di importazione diretta, pratica utilizzata dalle librerie specializzate tra gli anni 70 e 90, riuscirono a eludere questo esame,


Anche se la legge non è stata mai abrogata, dal maggio 2011 le pubblicazioni provenienti dall’Europa sono state esonerate dal controllo della commissione.
Ma quali bédé sono state ritenute improponibili agli adolescenti, e non, francesi? Quali terribili testi e immagini sono stati individuati e messi all’indice? Ve ne proponiamo alcune copertine di esempio.


Una delle vittime più eclatanti è stato il secondo volume del Secret de l’Espadon (la prima edizione dell’avventura in cui debuttano Blake e Mortimer era suddivisa in due tomi e non in tre com’è attualmente). Il primo aprile 1954, e non si tratta di un Pesce d’Aprile, la commissione blocca la diffusione della seconda parte del dittico anche se, pochi mesi prima, il 3 dicembre 1953, aveva autorizzato la distribuzione della prima parte in Francia. La motivazione? Nessuna motivazione. Dopo le proteste degli editori francese e belga, si allestisce una sottocommissione che questa volta autorizza, ribadendo il giudizio negativo già espresso ma che, eccezionalmente, si può distribuire l’album “condannato” in quanto è la conclusione di uno già autorizzato!



È obbligo dire che tutta la storia era già stata pubblicata a puntate sull’edizione francese del Journal de Tintin. Le scarse simpatie della commissione per le opere di Jacobs si esplicitano successivamente nel definire L’Enigme de l’Atlantide come opera “da sottoporre a sorveglianza” e da comunicare la loro disapprovazione per la pubblicazione della pubblicità del Marque Jaune. Questo capolavoro della bédé è stato sottoposto a un processo da parte della Commissione ma i verbali sono introvabili.


Anche se alla fine i lavori di Jacobs riuscivano in un modo o l’altro a essere alla fine assolti, l’autore ha sempre sofferto di questo atteggiamento della Commissione nei suoi confronti ed è stato costretto, anche dalle sollecitazioni dell’editore, a mitigare tomi e immagini, come appare evidente nell’Affaire du Collier da molti ritenuto l'opera meno interessante di Jacobs.
Ci torneremo su…

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