Hara-Kiri Hebdo
Si
arriva al maggio 1968 ed è indubbio che molti dei cosiddetti sessantottini
siano anche lettori di Hara-Kiri.
Essi desidererebbero leggere qualcosa di più politicizzato e otto mesi dopo maggio
esce quindi nelle edicole un nuovo settimanale, Hara-Kiri Hebdo, giornale più attento alla politica, così come
richiesto dalla nuova situazione sociale, e che si va ad affiancare al mensile.
Venduto al mercato del Quartiere Latino da un famoso venditore ambulante, Ali Akbar, munito di una falso tesserino sbarrato con il tricolore, firmato dal prof. Choron, ben presto il giornale diviene l’organo ufficiale di una generazione contestataria. Nel maggio 1969 il titolo è cambiato in L’Hebdo Hara-Kiri.
Venduto al mercato del Quartiere Latino da un famoso venditore ambulante, Ali Akbar, munito di una falso tesserino sbarrato con il tricolore, firmato dal prof. Choron, ben presto il giornale diviene l’organo ufficiale di una generazione contestataria. Nel maggio 1969 il titolo è cambiato in L’Hebdo Hara-Kiri.
Il numero
94 di L’Hebdo Hara-Kiri del 16
novembre 1970 ha in copertina il titolo Ballo
tragico a Colombey – 1 morto, frase che fa riferimento a due avvenimenti, l’incendio
in un dancing con 146 vittime avvenuto dieci giorni prima e il decesso del
generale De Gaulle avvenuto una settimana prima nella sua proprietà a
Colombey-les-Deux-Eglises. L’indomani, il Ministro degli interni dell’epoca,
Raymond Marcellin, vieta la vendita del periodico nelle edicole e ai minori!
Nel
1971, Cavanna abbandona il posto di
caporedattore nelle mani di Gebé, il
quale mette nel periodico tutta la propria prorompente carica satirica.
Purtroppo la contestazione e i costumi più liberi di quegli anni affievoliscono
e rendono meno efficaci i messaggi libertari e insolenti della pubblicazione.
Nonostante la sua conduzione, alla fin fine il vero giornale provocatore rimane
quello degli anni Sessanta, con i suoi messaggi irriverenti in un clima meno
permissivo e più ostile a questo tipo di pubblicazione.
Charlie
A
febbraio 1969, Les Éditions du Square
fanno uscire Charlie o Charlie Mensuel, in omaggio sia a Charlie Brown dei Peanuts che al nome di De Gaulle. È un mensile che si rifà come
impostazione editoriale al Linus di Giovanni Gandini, con caporedattore Delfeil De Ton, prima, e Wolinski, poi. Pubblica fumetti
contemporanei americani, francesi e italiani.
Il mensile chiude con il n.152 nel settembre del 1981 per problemi finanziari e per mancanza
di lettori, forse quest’ultimo fatto causato anche dall’arrivo al potere in Francia della Sinistra che rende la rivista un poco
anacronistica, non essendo stata rinnovata da un punto di vista editoriale.
Che si tratti di un gruppo effervescente è cosa fuor di dubbio, per esempio fanno uscire anche un quotidiano, Charlie Matin, che dura solo tre giorni, dal 16 al 18 maggio 1981.
La testata è acquistata dall’editore Dargaud, che, nell’aprile 1982, rilancia nelle edicole la seconda versione di Charlie Mensuel.
Il caporedattore è l’autore Nikita Mandrika (Le Cocombre Masqué), il quale sarà sostituito nell’agosto 1983 dal segretario di redazione Philippe Mellot.
Quest’ultimo rimane in carica fino alla chiusura, nel febbraio
1986.
A marzo la testata si fonde con Pilote divenendo Pilote et Charlie, sempre con Mellot caporedattore fino all’ultima uscita, avvenuta nel 1988.
A marzo la testata si fonde con Pilote divenendo Pilote et Charlie, sempre con Mellot caporedattore fino all’ultima uscita, avvenuta nel 1988.
Mi piacerebbe conoscere il valore delle singole riviste mensili di Charlie dal 1970 al 1986.
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