Quale è il monumento più spettacolare e
misterioso dell’antichità pervenuto fino a noi? Facile da rispondere: la Grande Piramide nella piana di Giza al
Cairo, costruita da Knum-Khufu, faraone
della Quarta Dinastia, anche se preferiamo chiamarlo con il nome ellenistico di
Cheope.
È il simbolo universale dell’antico e moderno
Egitto, un poco come la statua della Libertà per gli USA o la Torre Eiffel per
la Francia.
Il monumento non ha mai cessato di destare
interesse, curiosità e ammirazione per la sua imponenza, per l’età e i metodi
di costruzione, che rimangono un mistero, ancora non ben chiarito. E questo ne
amplifica ancor di più il suo fascino.
E quale è il racconto a fumetti che la vostra
mente associa alla suddetta piramide? Anche qui la risposta è facile: Il Mistero
della Grande Piramide, l’immortale
capolavoro creato da E. P. Jacobs.
Più volte abbiamo parlato di questa bedé, vero thriller
poliziesco-archeologico che si svolge in terra d’Egitto. Impossibile descrivere
l’impatto su chi scrive causato dalla prima lettura della suddetta bedé,
tradotta sui nn.8 e 9 del lontano 1964 nella collana dei Classici Audacia della Mondadori.
Il fascino della descrizione del Cairo, del Museo Archeologico e della Piramide
con la sua camera segreta di Horus, fatti
da Jacobs rappresentano una vetta
irraggiungibile da qualsiasi altro racconto sull’Egitto, e, come ben sanno
tutti i bedefili, sono innumerevoli le bedè sull’argomento Egitto e/o
egittologia. Ne abbiamo già scritto in alcuni post nel passato.
Orbene, da decenni gli archeologi di tutto il
mondo cercano stanze segrete nel maestoso monumento, oltre le tre già scoperte,
quella del Re, quella della Regina e quella sotterranea. Le stanze sono tutte con
un proprio ingresso, con orientamento nord-sud, una sopra all'altra e collegate
da corridoi,
il più lungo dei quali (la Grande Galleria) è
47 metri.
Ora, nel cuore del monumento, è stata scoperta una
camera grazie a una nuova tecnologia, i muoni, particelle elementari che
vengono generate dai raggi cosmici (di più non chiedete, non sapremmo dire, eventualmente
per approfondimenti scientifici andate a consultare l’articolo pubblicato sulla
rivista Nature).
Le misurazioni esterne sono riuscite a rilevare una cavità di
30 metri di lunghezza, situata sopra la Grande
Galleria e a 21 metri di altezza dal livello del suolo.
Per gli studiosi di tutto il mondo si tratta di
una scoperta sensazionale, ma per chi, come noi, ha letto l’opera di Jacobs, si tratta di una conferma della
sua intuizione, riversata dall’autore belga, nel secondo episodio di Blake et
Mortimer, Le Mystére
de la Grande Pyramide composto da
due parti, Le Papyrus de Manethone e La Chambre d’Horus, pubblicati a
puntate sul settimanale belga Tintin
dal 1950 al 1952.
La trama è ben nota e non è il caso di parlarne,
diremo solo che il perno dell’affascinante racconto è la scoperta di una camera
segreta all’interno della piramide, contenente i tesori del faraone eretico Akhenaton.
Fino a ora si trattava di un’affascinante
ipotesi jacobsiana, quella di una stanza segreta nota solo a iniziati, ora c’è
un substrato di realtà! C’è una cavità. Che sia una camera? Per ora non si sa.
Potrebbe anche non esserlo, ma questo non
inficia minimamente l’ammirazione di noi bedefili per l’artista, anzi dimostra il
suo grande intuito e l’attualità delle sue previsioni.
Andate a rileggere per l’ennesima volta il
racconto in terra egizia dei nostri due eroi, ne rimarrete ancora una volta
affascinati dal senso di mistero, dalla perfetta costruzione dell’intrigo, dal
profumo di esotismo per una terra ricchissima di tesori archeologici retaggio di
una civiltà complessa e tutto sommato misteriosa, oggetto di ricerche senza
sosta e le cui meraviglie tutti i maggiori musei del mondo fanno a gara per avere.
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