New York è
sicuramente la città americana più riprodotta in film, serie televisive e nei
fumetti. Tre sono i luoghi simbolo della città, l’Empire State Building, il ponte
di Brooklin e la statua della Libertà.
Quest’ultima è divenuta anche un simbolo della nazione americana universalmente
noto, al pari della torre Eiffel.
La
statua, rispettosamente chiamata Lady
Liberty, è stata realizzata dallo scultore francese Frédéric Auguste Bartholdi, con la collaborazione di Gustave Eiffel, che ne progettò gli
interni, e regalata agli USA dal governo francese nel 1883 per celebrare il
centenario della Dichiarazione d’Indipendenza. Inaugurata tre anni dopo, domina
la baia di Manhattan
In
quanto simbolo della nazione americana è sempre stata bersaglio di artisti che
ne hanno riprodotto, e spesso dissacrato, l’immagine in tutti i modi possibili
e immaginabili, oltre a essere luogo di riprese per numerosi action movie.
Nei
fumetti non si contano i racconti dove, insieme alla città, fa da sfondo a
storie di fantascienza, ma solo in alcune è stata rappresentata distrutta da
supereroi, da terremoti o da inondazioni.
La
recente uscita della collana della Gazzetta
dello sport dedicata alle storie di Valérian e
Laureline ci ha permesso di rileggere la prima parte della seconda
storia, La città delle acque mobili, creata da Pierre Christin e Jean-Claude
Méziéres e pubblicata sul
settimanale Pilote nel luglio 1968.
La
location realizzata dai due autori è una New York del futuro (per l’epoca) che
si svolge nell’anno 1986, in cui la Grande Mela è invasa dalle acque per lo
scioglimento dei ghiacciai nel polo Nord a causa dello scoppio di un sito
nucleare. Non possiamo non ricordare la coincidenza profetica di quella data
perché nel 1986 ci fu realmente la tragedia di Chernobyl.
In due
tavole dell’episodio in questione Valérian è costretto
a salire sulla torcia, quella originale, perché nella realtà è stata sostituita
nel 1986 (sempre questa data profetica!) da una nuova scultura e rimontata poi nel
museo dedicato alla statua. Nel racconto, per colpa di uno tsunami, Lady
Liberty viene investita da un’onda gigantesca che la distrugge, con
l’affondamento negli abissi della celebre testa con i raggi.
Nel
febbraio 1968, quindi prima dell’uscita della bedé, sugli schermi esce il
celeberrimo film post apocalittico Il pianeta delle scimmie, interpretato da Charlton Heston nei panni di un
astronauta, e diretto dal regista Franklin
J. Schaffner. Molto affascinante la scena finale in una spiaggia in cui il
protagonista scopre con orrore di essere ritornato nella Terra del futuro dove
l’olocausto nucleare ha sterminato la civiltà umana e fatto evolvere le
scimmie. E da cosa lo scopre? Perché semi immersa nella sabbia fuoriesce l’enorme
statua!
Il
film è ripreso dal romanzo Le Planéte
des singes (1963) dello scrittore francese Pierre Boulle, mentre la scena sulla sabbia, inesistente nel libro,
potrebbe essere stata copiata dalla copertina della rivista Fantastic Universe Science Fiction n.2
(1953) disegnata da Alex Schomburg e
poi da lui riproposta in una nuova versione sulla copertina di Amazing Stories del 1964. Dunque è
verosimile che i due autori francesi abbiano a loro volta preso dal romanzo del
loro connazionale e dal film l’idea della distruzione della statua.
Nel
1968, Jack “The King” Kirby, di cui
ricorreva nel 2017 il centenario della nascita, dopo aver lasciato la Marvel
passa alla concorrente DC, dove crea uno stuolo di personaggi nuovi, molti dei
quali azzeccati. Fra questi, Kamandi the last boy on earth, ora riproposto
dalla Lion in un volume che
raccoglie le prime venti puntate create dal maestro dei supereroi. Nel primo
episodio, già in copertina, c’è l’eroe che rema in un canotto nelle acque che
hanno invaso New York, con a lato la statua semisommersa dalle acque;
l’immagine
è sviluppata all’inizio del racconto in una di quelle strabilianti double splash–page che erano una
peculiarità del King.
Dopo
di lui anche John Byrne ha presentato
nel comic book Doomsday+1 una Lady abbattuta dalle acque con i protagonisti sul
canotto (oggetto la cui presenza è ormai imprescindibile in storie di questo tipo),
anzi l’immagine sembra una rivisitazione di quella di Kirby. Arriviamo più recentemente fino alla copertina di Aquaman 12 (2017) con una testa della Lady in fondo al mare.
Non
mancano distruzioni della statua per combattimenti fra super eroi e super cattivi
come quello con Hulk che stacca il braccio con la torcia
o su
Green Lantern n.24
(2007) con una statua di Sinestro al
posto della Lady.
Ma
non basta, anche nel mondo della bedé non mancano altre storie che vedono
distrutta Lady Liberty. Addirittura
la rivista Bo-Doi n.46 del 2001,
dedica un dossier agli autori franco-belgi che in qualche modo hanno previsto
una distruzione di New York o di alcune sue strutture. Ovviamente il riferimento
è all’attacco dell’11 settembre, quindi di due mesi prima. La copertina riporta
quella del quarto volume di Universal War One di
Denis Bajram, uscito nel mese di
novembre del medesimo anno e tradotto da 001 Edizioni, mentre il dossier
intervista molti autori, fra cui i medesimi Christin e Mézières, Jean-Michel Charlier, Colin Wilson, Francq, Lewis Trondheim, Léturgie, Bajram e
altri.
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