venerdì 16 novembre 2018

Quando la bédé anticipa il Nobel



È il mio primo lavoro che può essere considerato un’ordinazione, dato che l’idea non è venuta a me ma al chirurgo Guy-Bernard Cadière. Un giorno mi ha contattato per sapere se era possibile valorizzare in una bédé il lavoro fatto dal ginecologo Denis Mukwege per l’ospedale di Panzi nel Kivu.


Così esordisce la lunga intervista, un vero colpo al cuore, rilasciata da Jean Van Hamme nel numero di settembre di DBD, l’interessante rivista sulla nona arte diretta da Frederic Bosser.


Nello stesso mese anche Casemate dedicava ampio spazio a un’altra intervista sempre a Jean Van Hamme sul medesimo argomento, dal titolo I nostri telefoni li uccidono!"


Chi è Van Hamme è inutile dirlo, mentre invece va ricordato che Denis Mukwege è uno dei due vincitori del Nobel per la Pace assegnato nel successivo mese di Ottobre ottenuto da entrambi “per i loro sforzi per mettere fino all’uso della violenza sessuale come arma in guerre e conflitti armati”.


In particolare il ginecologo “è un medico che ha trascorso gran parte della sua vita aiutando le vittime delle violenze sessuali nella Repubblica democratica del Congo. Mukwege e il suo staff hanno curato migliaia di vittime. Il ginecologo ha ripetutamente condannato l’impunità per gli stupri di massa e ha criticato il governo congolese e quelli di altri Paesi per non aver fatto abbastanza per fermare l’uso della violenza sessuale contro le donne come arma di guerra”.


Per rispondere alla richiesta di Cadière, Van Hamme ha voluto la complicità di Christophe Simon, un disegnatore con il quale stava in quel tempo realizzando Les Trois perles de Sa-Skya, l’ultima avventura di Corentin pubblicata nel 2016.


Il risultato del loro lavoro è Kivu, un one-shot pubblicato un paio di mesi fa nella collana Signé delle Editions du Lombard.


L’album, preceduto da un dossier introduttivo alla situazione attuale in quella zona dell’Africa che sta vivendo da anni un’orribile tragedia poco nota fino alla consegna dei Nobel di quest’anno, descrive situazioni estremamente dure e violente, limitando le immagini entro limiti accettabili.


Tutto questo avviene perché il Kivu possiede i più grandi giacimenti di Coltan, il prezioso minerale per il cuore dei nostri cellulari.


Com’è abituale in Van Hamme, ci sono pagine estremamente didattiche a cui fanno da contrappeso tavole di grande dinamismo. Un grande esempio di bédé che unisce impegno sociale e grande qualità narrativa, per il momento disponibile solo in francese. Non sappiamo se è prevista un’edizione italiana.

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