mercoledì 12 dicembre 2018

Quetzalcoatl, l'impero azteco



Se Le Mystére de la Grande Pyramide è la bedé per eccellenza sull’Egitto e Le Temple du soleil (su cui ci siamo soffermati due anni fa) sul Perù, Quetzalcoatl, bedé in sette episodi, ideata e disegnata dal 1997 da Jean-Yves Mitton per Glénat, è fondamentale per il Messico. Nazione molto ricca di storia, di bellezze naturali e siti archeologici, il Messico è accomunato al Perù da un sentimento diffuso, che si percepisce visitando entrambi i paesi, lo shock, non superato, della conquista spagnola e del conseguente genocidio degli antenati delle popolazioni attuali. Secondo le guide locali, il Messico non è stato conquistato da Cortes e dai suoi pochi soldati, bensì dalla religione cattolica. E tutto questo è ben evidente in Quetzalcoatl.


La trama inizia la notte del 20 gennaio dell’anno di grazia 1925, a Villa Rica de la Vera Cruz, prima diocesi del Messico nella Nuova Spagna, quando un confessore, padre Enrico Segura, è chiamato nella missione cattolica cittadina per ricevere la confessione di una prigioniera india di nome Maïana Ome Xochitla, che in lingua nahuatl significa Due fiori di mais. Fra gli Spagnoli la ragazza è nota come Marianna (o Marina) di Oaxaca, Doña d’Espagna, dell’Ordine della Santa Croce, mayor de la Primiera Armada del capitan Hernán Cortés. Fra gli indios è più nota come Malintzin o Malinche (come da pronuncia spagnola), o Malinalli Tenepati.


Nel racconto, il giorno dopo, nella missione arriveranno gli Inquisitori per processare la ragazza, accusata di eresia e stregoneria, e soprattutto per tentare di scoprirne il segreto. Infatti la bella ma sfortunata donna è stata concubina di Montezuma II e amante del medesimo Cortés. Dunque conosce i segreti e i punti deboli di entrambi e soprattutto, il segreto del “favoloso tesoro” dell’imperatore azteco.


Il racconto del suo calvario, fin da quando fu strappata dalla sua famiglia durante una “guerra fiorita”, come erano soprannominate le scorrerie per procurare prigionieri da immolare agli dei del panteon azteco, mescola fatti realmente accaduti e personaggi storici con fatti interamente inventati dall’autore per dare maggiore forza alla trama. Per esempio l’autore non parla del figlio avuto da Cortés, il primo meticcio messicano, né della morte della donna, forse avvenuta per vaiolo, in quanto la fa morire fra le fiamme della Santa Inquisizione. La trama ripercorre anche la difficile e sofferta conquista degli Spagnoli della meravigliosa città di Tenochtitlán, capitale dell’impero azteco, costruita su di un’isola del lago Texcoco e rasa al suolo poi dai conquistadores.


Il lago è stato prosciugato nel corso dei secoli e su di esso è stata costruita Città del Messico, utilizzando all’inizio le pietre provenienti dalle costruzioni di Tenochtitlán. L’esempio principale di questo riutilizzo è nella costruzione della cattedrale nella grande piazza dello Zocalo, fatta a scapito del grande Templo Mayor azteco, i cui resti, con annesso museo, sono ancora visitabili a fianco della chiesa. E, tra parentesi, tutta la città sembra che stia sprofondando, lentamente, certo, ma inesorabilmente.


La costruzione della megalopoli messicana (21 milioni di abitanti) sul fondo del vecchio lago è la causa dello sprofondamento della città, i cui effetti disastrosi sono chiaramente visibili soprattutto nell’antica basilica della miracolosa Virgen de Guadalupe, costruzione dilaniata da terremoti che sembra sfidare le leggi della gravità; quando vi si entra sembra di ritrovarsi in un’architettura di Escher, un vero miracolo che sia ancora in piedi!


Nel racconto di Mitton numerosi i flashback sulla sconvolgente vita di Maïana sul suo desiderio di vendetta nei confronti di Montezuma, sulla sua vita presso la corte dell’imperatore azteco e sulla sua fuga, che la fa diventare interprete e amante di Cortés, oltre che ispiratrice della sua conquista di Tenochtitlan. Tali flashback si alternano con i drammatici momenti del processo inquisitorio avvenuto nella missione di Vera Cruz.


La ricostruzione scenografica di Mitton è senza crepe e l’autore da prova del suo talento, la bedé è appassionante, forse la più riuscita fra le sue opere. Probabilmente in alcune tavole è penalizzato dall’uso nelle tavole di vignette basse che lo costringono a disegnare le figure tozze, mentre quando le disegna distese lungo vignette orizzontali acquistano eleganza. E in altre si capisce che in passato ha disegnato supereroi alla maniera di Neal Adams, però l’effetto generale è avvincente.


Comunque per un lettore sprovvisto di nozioni sulla mito del ritorno del dio Quetzalcoatl e della conquista del Messico da parte dei Conquistadores è un buon inizio. Indubbiamente la sua interpretazione della Storia è sfrondata dall’aura di mito, non è accademica e si basa di più sulla natura umana, che si diverte a mostrare con tutte le sue fragilità. Il tesoro diviene il punto centrale e ironico di una Conquistad che ha decimato popolazioni e distrutto il più potente impero del centro-America, quello dei Mixtechi, detti Aztechi.


Jean-Yves Mitton è un autore francese le cui bedé sono molto assimilabili al nostro concetto di fumetto popolare. Ha continuato Blek Macigno per il mercato francese, quando in Italia fu sospeso, ha realizzato storie e copertine per gli albi della Marvel in Francia, creando anche dei supereroi e serie di fantascienza per Lug e per Semic. Poi sceglierà la collaborazione con François Corteggiani per Le Journal de Mickey e Pif Gadget, mentre per la Glénat riprenderà De silence et de sang, la serie sulla mafia tradotta su Le Avventure della Storia e sugli albi della Cosmo. Dal 1991 al 2006 collabora con Soleil per Vae Victis! su soggetti di Simon Rocca (alias Georges Ramaïoli), realizza i primi episodi di Les survivants de l’Atlantique e Chroniques Barbares. Dal 1997 al 2008 per Glénat realizza Quetzalcoatl e in parallelo scrive i soggetti di Attila mon amour.



Nel 2011 per le Editions Ange, concepisce due storie hard, Kzara ou les nuits barbares e Messalina (2011-2016), di cui abbiamo parlato recentemente. Di lui si conosce la passione per il genere storico, e i titoli sopra citati lo dimostrano. Il suo, però, è un modo di rappresentare la Storia a forti tinte, truculenta se vogliamo, con scene di sangue e di sesso, spesso eccessivamente esibite. Gli intrighi da lui creati ricordano quelli di Charlier e alcune sue trame sembrano un poco “pesanti”. In Quetzalcoatl, invece, riesce ad amalgamare il tutto, mescolando sapientemente Storia e fiction, creando un racconto che regge piacevolmente alla lettura, con poche sbavature.


I sette episodi della saga sono stati pubblicati dal 1997 al 2008. Le copertine dei primi quattro erano a piena immagine, poi dal quinto (2005) cambiano, ognuna con un gruppo di persone all’interno di una cornice riproducente un rapace stilizzato secondo lo stile centroamericano. A quel punto anche le prime quattro copertine sono state rimodulate nel 2006 secondo questa nuova impostazione.


In Italia gli episodi sono stati tradotti, dal 2002 al 2008, in sette volumi cartonati nella serie Le Avventure della Storia edite da Alessandro Editore, tutti con le prime versioni delle copertine e con un glossario di termini in lingua nahautl alla fine per permettere una migliore comprensione del testo, ricco di tali parole.


Poi sono stati ripresentati nel 2016 in due volumi della collana Historica della Mondadori Comics, intitolati L’impero azteco: I presagi di Montezuma (n.43) contenente i primi tre episodi, e Cortés il conquistatore (n.50), con i rimanenti quattro.

Cronologia


1 - Deux fleurs de Maïs
Glénat 1997

- Due fiori di mais
volume 1, Alessandro Editore 2002
Historica 43, Mondadori Comics 2016


2 - La montagne de sang
Glénat 1997

- La montagna di sangue
volume 2, Alessandro Editore 2003
Historica 43, Mondadori Comics 2016


3 - Les cauchemars de Moctezuma
Glénat 1998

- Gli incubi di Montezuma
volume 3, Alessandro Editore 2005
Historica 43, Mondadori Comics 2016


4 - Le dieu des caraibes
Glénat 1999

- Il dio dei Caraibi
volume 4, Alessandro Editore 2006
Historica 43, Mondadori Comics 2016


5 - La putain et le conquistador
Glénat 2003

- La puttana e il conquistador
volume 5, Alessandro Editore 2007
Historica 50, Mondadori Comics 2016


6 - La noche triste
Glénat 2005

- La noche triste
volume 6, Alessandro Editore 2007
Historica 50, Mondadori Comics 2016


7 - Le secret de la Malinche
Glénat 2008

- Il segreto delle Malinche
volume 7, Alessandro Editore 2008
Historica 50, Mondadori Comics 2016


1 commento:

pierpaolo ha detto...

come avevo già anticipato nella parte precedente, una saga molto ben disegnata e costruita, tavole di impatto, e un eccesso di nudi, sesso e violenza talvolta eccessivo, come del resto nota anche la recensione. Avendo visitato il Messico diverse volte, nota nella bedè una totale mancanza di storie relative appunto ai POPOLI che hanno abitato il Messico PRIMA dell'avvento degli spagnoli (Toltechi e Olmechi, ad esempio), finendo sempre per considerare l'inizio della Storia d''America l'arrivo degli Europei. Le costruzioni originali dimostrano invece il contrario, come ha cercato di dimostrare il film Apocalypto, una ricostruzione violenta e assoluta della vita dei popoli amerindi, ma con una sua suggestione