Per presentare questo libro niente di meglio che le parole della sua prefazione:
"L’Italia vanta una lunga tradizione nel proporre personaggi
western a fumetti, fra cui, da decenni, primeggia incontrastato il noto ranger Tex Willer,
campione di longevità e di vendite della Sergio
Bonelli Editore, creato alla fine degli anni Quaranta da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini, in arte Galep.
In Francia, invece, il metro di paragone per le bandes dessinées
(bédé) western si chiama Blueberry (Mirtillo)
ed è il più celebre personaggio avventuroso francese, creato da due geniali
autori, il belga Jean-Michel Charlier
e il francese Jean Giraud,
conosciuto anche sotto vari nom de plume: Gir,
Moebius e Jean Gir.
Nel lontano 1999, gli autori del presente volume, insieme a Nando Messina, hanno pubblicato con la Fondazione Marco Montalbano di Viagrande (CT), un volumetto intitolato
Lucky Luke, Blueberry …e gli altri,
in cui, per la prima volta in Italia, era studiato il mondo delle bédé western
pubblicate in Francia e Belgio, con un corposo approfondimento proprio su Blueberry.
Nel 2001, una seconda stesura, ampliata, del volume è stata pubblicata con il medesimo titolo, presso i tipi dell’Associazione Culturale EDO Club di Catania. Ora, a distanza di anni, la pubblicazione di nuove avventure di Mirtillo con altri autori ha rinnovato la voglia di riprendere di il discorso su questo affascinate protagonista di avventure nel Far West.
Gli autori si augurano che questo atto d’amore nei confronti
di due straordinari autori, giganti della Nona
Arte, e di un celebre fumetto western, tradotto in tutto il mondo, USA
compresi, possa interessare e piacere agli estimatori delle avventure western,
in generale, e delle bédé, in particolare."
A scriverla sono Bruno Caporlingua e Mauro Giordani che, come alcuni sanno, sono due dei tre realizzatori di questo blog. A postarla il terzo, estraneo all'opera, ma totalmente certo che si tratti di un'opera imprescindibile per gli appassionati di bédé e di Blueberry in particolare.
3 commenti:
Già due refusi nelle immagini postate :P
- Nell'immagine con il titolo "Edizioni italiane", nel terzo paragrafo è sfuggita una I maiuscola anziché minuscola ("Il personaggio di Charlier e Giraud...")
- Nell'immagine con il titolo "Come nasce la serie western", c'è un'"Avventure" (in francese l'ortografia corretta è "aventure")
Poi, mi sembra davvero difficile che la Smulkowski abbia potuto colorare gli episodi dal quinto in poi, considerato che negli anni Sessanta era poco più che decenne... Bedetheque non è infallibile, visto che chiunque, con le sue segnalazioni (anche sbagliate) può contribuire alle schede.
Come ricorda Giraud nelle sue interviste con Numa Sadoul ("Docteur Moebius et Mister Gir", Casterman, 2015), i colori dei primi Blueberry erano fatti in maniera "anarchica" (come buona parte di quelli delle serie francesi di quell'epoca), da lui supervisionati ed eseguiti spesso da anonimi coloristi di redazione di cui oggi si sono perse le tracce. Persino le recenti Intégrales Dargaud nel colofon si mantengono ambigue in proposito ("Gli episodi sono presentati con i colori realizzati o approvati da Jean Giraud").
La Smulkowski è limitata a colorare soltanto gli ultimi due episodi del ciclo di Mister Blueberry (e quello è sicuro, visto che vivaddio in questo secolo è ormai d'uso indicare i coloristi).
Grazie a Keyser, le sue segnalazioni di errori ci hanno consentito di correggere molte delle imperfezioni di questo blog inevitabili malgrado la cura con cui viene fatto, in particolar modo nelle Vetrine.
Per rispondere a quanto riguarda cosa viene segnalato nelle pagine che illustrano il post per far conoscere il libro di Bruno e Mauro, ho dovuto attendere di entrare in possesso dell'edizione finale stampata disponibile alla Fiera di Bologna.
Be', il primo refuso (la I maiuscola) sembra essere sfuggito ai controlli successivi all'impaginazione utilizzata e dobbiamo dire che è difficile notarlo anche dopo la segnalazione (che occhio! :-). Il secondo ("Avventure") invece è incappato nelle revisioni e non compare più.
Contiamo che nel libro i refusi rimasti siano al di sotto di qualunque severo standard riconosciuto di revisione editoriale.
Sul terzo punto, quello della colorista, ovviamente è vero che la Smulkolwski non avrebbe potuto colorare le storie poco più che decenne ma, come segnalato poco prima del paragrafo segnalato, si parla delle successive ricolorazioni delle avventure di Blueberry, una delle quali (di Claudine Blanc-Dumont) è mostrata proprio in calce a quella pagina.
Sarebbe stato meglio essere in possesso dell'ultimissima versione prima di pubblicare il post? Forse, ma non si sarebbe potuto dare la notizia in tempo a chi pensava di andare alla mostra di Bologna. Ieri, sabato, molti sono sembrati contenti di averlo potuto vedere e ritirare.
Grazie ancora a Keyser per l'attenzione con cui ci segue e contiamo di dirglielo prima o poi di persona a qualche manifestazione.
Giovanni
ho la seconda edizione e non vedo le pagine da voi pubblicate in fondo all'articolo, poi devo segnalare che mancano le ultime avventure, neanche citate (Gettysburg, Rancore Apache e altre)
comunque interessante e ben fatto, sicuramente da appassionati. Infine non sono d'accordo sul giudizio, leggermente negativo, sulla serie Mister Blueberry, a mio parere bellissima, crepuscolare, iper dettagliata nei disegni e nei personaggi. Legittima divergenza di opinioni. Rimane un volume che meriterebbe maggiore diffusione
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