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mercoledì 22 maggio 2019

La Scuola Fiamminga



Il magico mondo di Willy Vandersteen – prima parte
In Belgio, come noto, esistono due importanti scuole di bedé, la École de Bruxelles altrimenti detta Ligne Claire, il cui capostipite è stato Hergé, e la École de Marcinelle, caratterizzata dallo Style Atomium, il cui capostipite è stato Jijé. Ma forse non tutti sanno o ricordano che esiste anche una terza scuola, la École Flamande de Antwerpen, cosiddetta perché le bedé sono pubblicate in lingua fiamminga e il centro produttivo principale è ad Antwerpen (Anversa).
I suoi rappresentanti più validi sono:


Josef “Jef” Nys,




autore di  Jommeke (Jojo),


Marc Sleen,



creatore di Nero (Néron),


Robert “Bob” De Moor,


creatore di Cori, Barelli, nonché braccio destro di Hergé per Tintin e disegnatore di un episodio di Blake et Mortimer e uno di Lefranc,


e Willy Vandersteen,



autore di Suske en Wiske (Bob et Bobette),



Bessy



e De Rode Ridder (Le Chevalier Rouge).
Al contrario delle prime due, caratterizzate entrambe da un preciso stile grafico comune agli artisti, la Scuola di Anversa non ne ha uno particolare, essendo individuata più che altro da una maniera comune di impostare le bedé create. Infatti in quelle storie i lettori possono trovare aspetti sia realistici, che fantastici e umoristici,


oltre a una malizia gioiosa alla Thyl Uilenspiegel,


una certa truculenza alla Breughel


o il surreale alla Bosch. Un concetto costante è, invece, quello della famiglia, molto sentito nei Paesi Bassi.  
In realtà da un punto da un punto di vista grafico i quattro autori su menzionati sembrano, in qualche maniera, essere emuli di Hergé, influenzati dal suo modo di concepire le storie, quindi naturalmente affini alla Ligne Claire.


Willy Vandersteen, in realtà, si considerava più un narratore che un disegnatore, come dimostrato innegabilmente dalla sua capacità di creare contemporaneamente tante serie con grande gradimento popolare, obiettivo irraggiungibile per gli altri grandi autori della bedé belga.


Giova ricordare che a Marc Sleen e ai suoi personaggi è dedicato un museo a Bruxelles, situato in rue du Sables, di fronte al Centre Belge de la Bande Dessinée, visitabili entrambi con un unico biglietto.



Di tutta questa produzione di bedé in lingua fiamminga, che riscuotono grande successo di vendite nelle Fiandre, ben poco, o quasi nulla, è stato tradotto in Italia, forse anche per una diversa sensibilità fumettistica che difficilmente può fare breccia nel pubblico nostrano.


Le uniche eccezioni risalgono a un paio di episodi di Bob et Bobette, versione francofona di Suske en Wiske


e alcune strisce comiche mute del Principe Ri-ri (Le Prince Riri, versione francofona di ‘t Prinske), entrambi pubblicati sul settimanale Tintin della Vallardi nei lontani 1955-1956, e sei albi di Bob e Bobette editi dalla De Agostini nel 1977, tutti firmati da Vandersteen,


più gli episodi dei celebri personaggi dei maestri della Ligne Claire realizzati da Bob De Moor per il settimanale Tintin e la recente traduzione del suo Cori. Una goccia nel mare!


Willy Vandersteen è per le Fiandre ciò che Hergé è per la Vallonia francofona, come testimoniano


il museo nella sua casa di Anversa, lo studio omonimo ancora in attività a Kalmthout,





le numerose statue dedicate ai suoi personaggi, i 1800 albi pubblicati fino al momento della sua scomparsa e 200 milioni di copie vendute, con correlato merchandising.


Nel 1983, ha ricevuto nel suo studio perfino una visita della regina Fabiola, a dimostrazione della sua popolarità e della considerazione di cui godeva.

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