mercoledì 20 novembre 2019

Suske en Wiske invadono le Fiandre


Il magico mondo di Willy Vandersteen – parte terza

Parte prima - Parte seconda Parte quarta



Nel 1945, Willy Vandersteen disegna con il suo abituale stile caricaturale una storiella intitolata Suske en Wiske: si tratta di un fratello, giovane boxeur in piena ascesa, con ciuffo biondo e pantaloni da golf, e di una sorella. L’autore presenta le tavole al direttore del quotidiano De Nieuwe Standaard, Maurits De Meyer, il quale, a sua volta, chiede consiglio al disegnatore politico, Marcel Neels, colui che diverrà famoso come Marc Sleen. Neels rimane impressionato dal disegno ma ritiene Suske troppo simile a Tintin.


Qualche mese dopo, alla fine della guerra, però, decidono di pubblicare l’episodio cambiando, all’insaputa dell’autore, il titolo in Rikki en Wiske.



Poi Rikki sparisce nell’episodio successivo, subito sostituito dal trovatello Suske, per cui questo racconto diventa il primo effettivo della lunghissima e ininterrotta, fino a oggi, saga di Suske en Wiske, diminuitivi fiamminghi dei nomi Francesco e Luisa. I due protagonisti sono bambini di 6-8 anni circa, curiosi, audaci e generosi, legati da imperitura e affettuosa amicizia.


Wiske è una bambina con un volto nei primissimi episodi a forma di pera, poi ovale, con capelli tirati a cipolla sulla testa, tenuti da un fiocco rosso, con un perenne abito bianco a maniche lunghe e linea rossa sulla gonna; dotata di un carattere forte e indipendente sa fronteggiare gli adulti dicendo loro quel che pensa; è molto attaccata alla sua bambolina di pezza di nome Schanulleke (una specie di coperta di Linus),

oltre che a Suske, il quale indossa polo rossa e calzoncini neri e il cui volto, nonostante i capelli neri, è simile a quello di Tintin.


Dal momento che i due personaggi, concepiti per piacere ai più piccoli, sono pubblicati su un quotidiano d’informazione, Vandersteen costruisce attorno a loro una famiglia “sui generis”, per coinvolgere anche gli adulti ed evitare quelle critiche che sono state rivolte a Hergé per il suo Tintin “senza famiglia”.


Fin dall’inizio c’è la tenace e segaligna tante Sidonie (poi Sidonia), celibe e segretamente innamorata di Lambik, la quale rappresenta l’autorità parenterale e l’istinto materno.


Dal secondo episodio appare il prof. Barabas, archetipo dello scienziato distratto e fra le nuvole, simile al prof. Tornasole, i cui favolosi marchingegni sono spesso all’origine delle avventure dei protagonisti.


Nel terzo episodio entra in scena il gaffeur Lambik, il cui nome è ispirato da una birra prodotta in un birrificio vicino casa dell’autore.



Lambik racchiude in sé tutte le qualità e le debolezze dell’essere umano tanto da diventare un protagonista molto popolare, alla pari dei due ragazzini, come avenuto con Haddock in Tintin.


Infine, dal 1952 arriva Jerom, fortissimo e imperturbabile uomo preistorico che si esprime con un linguaggio laconico e che rappresenta il superuomo, o meglio una sua parodia.


Il gruppo viaggia spesso nel tempo grazie al Telétemps, una macchina del tempo costruita dal professore, una trovata che permette all’autore di ampliare gli argomenti trattati nei 282 episodi usciti fino a oggi, inviando i protagonisti nel passato e nel futuro, coinvolgendo nelle trame anche celebri personaggi storici.


I due personaggi e l’autore sono stati protagonisti di una querelle simile a quella che nel 1913 ha opposto il New York Journal di Randolph Hearst al World di Joseph Pulitzer per assicurarsi l’esclusività dei Katzenjammer Kids di Rudolph Dirks. Infatti, alla Liberazione, mentre il padrone del vecchio Staandard non riesce a ottenere subito il permesso per stampare il vecchio quotidiano, due industriali ne stampano un altro con il titolo De Nieuwe Staandard, dove vedono la luce Suske en Wiske.


Nel 1947 ritorna nelle edicole il vero Staandard, costringendo il concorrente a cambiare il titolo in De Nieuwe Gids. A quel punto la redazione dello Staandard fa un’allettante proposta a Vandersteen, il quale lascia il Gids per andare al giornale rivale, portandosi dietro circa 20.000 abbonati desiderosi solo di leggere le avventure dei due bambini!



Direttamente ispirato dalla letteratura popolare, Vandersteeen ha sviluppato un disegno caricaturale che lascia ampio spazio alla narrazione, infarcita da molta azione e da intrighi prolissi, con un sottofondo umoristico a base di scherzi, esagerazioni e nonsense. un buon narratore e sa intuire quello che il pubblico desidera leggere, per evadere dai problemi quotidiani. A lui non interessa di scrivere storie credibili, perché, diversamente da Hergé, si diletta prima di tutto a realizzare storie divertenti per sé e poi per il pubblico.


Molti critici lo accusano di avere scritto trame puerili con disegni caricaturali, sopratutto dopo il periodo tintiniano, che tratteremo in seguito. In realtà l’accusa non regge o, meglio, regge fino a un certo punto. Esiste, infatti, anche un secondo livello di lettura per i continui agganci all’attualità delle Fiandre e alle mode del tempo, non sempre apprezzabili nelle traduzioni in altre lingue. Per esempio, nell’undicesimo episodio De stalen bloempot/Le pot aux roses (1950), l’autore fa riferimento alla Question Royal, per il ritorno della monarchia dopo la fine del conflitto, ritorno contrastato da molti e finito con l’abdicazione di Leopoldo III in favore del figlio Baldovino.


Dal 1987 esce De Vrolijke Versus, acronimo dell’associazione VEReniging en SUSke en Wiske, un trimestrale che ha raggiunto i 125 numeri, dedicato all’universo creato da Willy Vandersteen, pubblicato dal Suske en Wiske De Fameuze Fanclub.


Dal 2008 esce anche Le Monde Magique de Willy Vandersteen, rivista giunta al nono numero, edita dal club francofono dei fan di Bob et Bobette, uscita per quattro numeri con il titolo Le petit monde de Willy Vandersteen. Le suddette riviste, insieme a numerosi siti dedicati al celebre autore fiammingo, danno un’idea sulla sua popolarità in Belgio, Olanda, Germania e Francia.



In Italia un episodio di Bob e Bobette è stato pubblicato sul settimanale Tintin della Vallardi nei lontani 1955-1956sei albi dalla De Agostini nel 1977.

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