Il magico mondo di Willy Vandersteen – parte
seconda
Il
suo primo fumetto, Miss Kitty Inno,
una venditrice cui succedono mille disaventure, appare nel 1939 su Entre Nous,
rivista pubblicitaria del grande magazzino Innovations. Il successo ottenuto,
nonostante un disegno ancora grezzo, spinge l’autore a continuare.
Nel 1941, sul supplemento giovanile Wonderland
del quotidiano De Dag pubblica la prima striscia di Tor de Holbenwoner (Tor
il cavernicolo),
e De lollige avonturen van Pudifar (Le
avventure comiche di Pudifar), striscia settimanale su un simpatico gatto,
subito soppiantato da Barabitje, de
spruit van Barabas, che ricorda molto il Cicero’cat di Bud Fisher.
Nel
1942, sotto lo pseudonimo di Kaproen, realizza su un giornale della propaganda
nazista alcuni disegni antisemiti, per i quali non è stato perseguitato nel
dopoguerra, come invece è avvenuto a Hergé
e altri autori dell’epoca.
Nel
1943, collabora con i settimanali De Rakker, dove lavora anche Sirius (Timour), realizzando Bert de
Lustige Trekker
e
De Illustratie con Peerke Sorgloos.
Per
Ons Volk pubblica il suo primo volume su Piwo
het houwen paard\Piwo le petit cheval de
bois, un cavallino di legno.
Nel
medesimo tempo, Vandersteen collabora alla
rivista Bravo! di Jean Meuwissen,
dove prima disegna Simbat de
Zeeroover\Simbad le marin,
e
poi, alla Liberazione, il medievale Lancelot,
in cui alcune idee saranno da lui riproposte in Het Eiland Amoras, secondo episodio
di Suske en Wiske.
Inoltre
riprende il personaggio di Tor,
chiamandolo Tori.
Inizia
a collaborare a quattro mani con Marc
Sleeen, caporedattore di Ons Volkske,
supplemento per i giovani del quotidiano Ons Volk, dove realizza storie di 20
tavole, alcune delle quali chiaramente ispirate allo stile del Prince Valiant di Hal Foster.
Dal
1944 collabora al settimanale francofono Franc Jeu, su cui pubblica Bill et Sam aux Philippines, due eroi nella guerra del Pacifico,
e Floche et Flache.
Nel
medesimo anno pubblica De Familie
Snoek\La
Famille Guignon, umoristica famiglia della borghesia fiamminga.
Dal 1947 al 1949 realizza circa 150 tavole di bedé realistiche per Ons Volkske e Overall su soggetti di Maurice Tillieux.
Di Suske en Wiske e del periodo Le Lombard
diremo in un post successivo.
Nel
1952 disegna Judy, eroe ispirato dal Vecchio Testamento,
e,
soprattutto, sul quotidiano Le Libre Belgique inizia Bessy, un collie nel Far West.
Nel
1956 sulla rivista cattolica De Knape disegna De Pantoscaaf, una macchina volante che va sott’acqua e sotto
terra!
e Het plezante cirkus\Le
Cirque Zin-Boum.
L’anno successivo su Nieuwsblad inizia la lunga saga del cavaliere
medievale De Rode Ridder\Le Chevalier rouge.
Nel 1963 inizia la trasposizione a fumetti dei racconti western dello scrittore tedesco Karl May.
Due anni dopo riprende le storie di aviazione del pilota inglese Biggles.
Nel 1973, tocca a Robert en
Bertrand\Robert et Bertrand, due
amici anarcoidi vagabondi, una delle sue migliori bedé, di cui escono
98 episodi.
Nel 1985, Vandersteen
realizza De Geuzen\Les Gueux, forse la sua bedé più
ambiziosa, sulla rivolta delle Fiandre contro gli invasori spagnoli, un periodo
storico da lui prediletto, come dimostrano vari episodi di Suske en Wiske e il dittico su Thyl
Ulenspiegel.
Soprannominato
da Hergé il “Bruegel de la bande
dessinée”, Vandersteen ha realizzato
centinaia di episodi tradotti anche in francese, per i quali si è avvalso della
collaborazione di molti autori, alcuni dei quali, come diremo in seguito, proseguono
i suoi personaggi fino a oggi con inalterato successo.
Serie (escluse
quelle su Suske en Wiske e del periodo Tintin\Kuifje)
De Familie Snoek\La Famille
Guignon (1946-1969, 23 albi)
Bessy (1954-1984, 164 albi+ 900 albi realizzati per il mercato tedesco)
De Lustige zwervers\Les
Joyeux Chemineaux (1958-1960, 3 albi)
De Rode Ridder\Le Chevalier rouge (1959-oggi,
261 albi)
Robert en Bertrand\Robert et Bertrand (1973-1993,
98 albi)
De Geuzen\Les Gueux (1985-1990, 10 albi)
2 commenti:
Interessante disegnatore che praticamente non conoscevo. Se ben ricordo in Italia qualcosa dovrebbe essere stato pubblicato o no?.
Per le (poche) cose pubblicate in italia si veda la parte prima "La scuola fiamminga"
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