venerdì 24 febbraio 2017

Stefano Carloni


Ciao Stefano, 
puoi brevemente raccontarci i tuoi esordi nel campo del fumetto e quali sono stati i tuoi modelli?

SC: Ciao! Disegno da quanto posso riuscire a ricordare, ma seriamente è cominciato tutto l'anno in cui mi sono diplomato alla Scuola Internazionale di Comics di Jesi, ho iniziato a pubblicare diverse storielle online di dubbia visibilità, finché non ho partecipato ai "portfolio review" (incontri dove si mostrano i propri lavori) con gli editori italiani.
Ero giovane e inesperto, oddio parlo come un vecchio di 90 anni! Riformulo: non ero ancora pronto per realtà importanti come Bonelli, o Marvel, per quanto apprezzassero i miei lavori. Prima di arrivare al mio primo vero contratto, che ho firmato con la Star Comics, ho dovuto sudare tanto. Facevo prove, i lavori piacevano, ma al momento di concretizzare, per una ragione o per l'altra, prendevo il "due di picche". Anche quando ho finalmente iniziato a disegnare per la serie LAW, in casa editrice c'era, comunque, qualcuno che ancora non era molto convinto dei miei lavori.


Quanto ai modelli, gli autori di riferimento sono stati tantissimi, non ne ho di particolari su cui mi sono fissato, mi è sempre piaciuto studiare di ognuno il punto forte: i bianchi e neri di Alberto Breccia, la narrazione di Enrique Breccia, l'eleganza di Sergio Toppi, la perfezione di Attilio Micheluzzi. All'epoca la mia conoscenza degli autori era ahimè piuttosto limitata. Ma stavo partendo in ogni caso da ottime basi. Con il tempo, ho allargato lo studio a molti altri autori: Giraud, Lauffray, Alice, Hermann, Marini, Serpieri, Gomez... la lista è davvero lunga, e lo sarà per quanto tempo disegnerò, non si smette mai di imparare.


Come è iniziata la tua collaborazione con il fumetto francese?

SC: Il sogno nel cassetto della "Francia" lo covavo da diversi anni. Sfogliando gli albi francesi ne rimanevo veramente affascinato. Un po' per il colore, un po' per il formato, per il tipo di narrazione, per la libertà di composizione di una pagina. Il caso volle che l’anno in cui ancora pubblicavo con la Star Comics per la miniserie LAW, tra gli editori presenti al Lucca Comics per i portfolio review ci fosse anche Dargaud. Era giunto il momento in cui volevo e dovevo rischiare di buttarmi: sostanzialmente mi sono preso sei mesi sabbatici, scomparendo dal mondo e chiudendomi nello studio per preparare un progetto perché quello era l'iter richiesto. E, quando i miei parenti stavano già per scrivere a Chi l'ha visto?, ho ultimato il dossier contenente sei tavole a colori.


A Lucca, riuscii a mostrarlo all'editor Dargaud, che lo apprezzò molto; rimanemmo in contatto per diversi mesi, senza arrivare, però, a particolari conclusioni. Nel gennaio successivo, sono partito alla volta di Angoulême, la leggendaria fiera oltralpe descrittami come il "nirvana dei disegnatori"; «… una fiera che ti cambia dentro!» dicevano... «I padiglioni degli editori hanno le tendine rosse dietro le quali si può raggiungere un livello superiore» e altre leggende di questo tipo.


Poi, ho scoperto che, in realtà, per entrare nell'area pro (per gli addetti al settore) c'era una banalissima porta bianca, niente tendine rosse, e al di là semplici locali in cui editor, giornalisti, professionisti e aspiranti disegnatori erano seduti intorno a dei tavolini, con una tazzina di caffè alla mano, discutendo i loro progetti.


Succo del discorso, non ho aumentato nessuna energia vitale né elevato l'anima a un livello superiore; in compenso sono riuscito a strappare altri due colloqui con altrettanti editor francesi: Paquet e Soleil. Il mio lavoro era apprezzatissimo, soprattutto da Paquet, questi diceva di aver un progetto già pronto, perfetto per il mio stile! Ottimo, immaginavo di tornare a casa, ricevere il contratto e stappare lo spumante. Appena tornato, scrissi all'editor, mandavo cose, e le uniche risposte alle mail erano allegati di immagini di "balle di fieno che rotolavano". Mandavo cose e, poi mandavo cose, senza ricevere risposte, mandavo cose, l'ho già detto? In sostanza, tempi di attesa biblici.
Quando stavo per perdere le speranze e appurato che fosse il caso di rimettere lo spumante in frigo, ecco che finalmente arriva la bramata mail di Paquet che mi propone il contratto da firmare per la realizzazione di Sinclair


Come è nato il progetto Sinclair? Quali sono le prerogative di questo fumetto? Abbiamo letto che la serie avrebbe avuto un seguito, ci stai ancora lavorando?


SC: La serie, scritta da Laurent-Frédéric Bollée, è nata cavalcando l'onda della bédé Michel Vaillant. La casa editrice Paquet ha diverse collezioni di successo dedicate al mondo dei motori. Sinclair prometteva bene e la serie era, effettivamente, prevista per tre volumi; purtroppo, però, sono sorti dei problemi di gestione interna e, poco dopo aver iniziato a disegnare il secondo numero, il progetto è stato sospeso. Le vendite, in verità, sono state abbastanza ristrette.


Nel 2016, hai iniziato, con lo sceneggiatore Luca Blengino, una nuova avventura editoriale per le edizioni Soleil Quadrants: Les Savants.  Quale è la sinossi di quest’opera e come è stato accolto dal pubblico francese il primo tomo della serie?


SC: Luca mi aveva contattato quando ancora stavo disegnando Sinclair, dicendomi che se a monte avessi avuto del tempo e della voglia di fare qualcosa insieme, ne sarebbe stato felice. L'editor Soleil che gli aveva fatto il mio nome era lo stesso con il quale avevo parlato ad Angoulême (e ripeto, niente tendine rosse. - 'sta cosa me la sono legata al dito). Les Savants mi ha affascinato tantissimo. Avevo già letto "bd" scritte da Luca, e ho sempre avuto un debole per i fumetti di genere storico, specialmente di epoca medievale.


L'idea è quella di mettere in scena dei gialli nelle varie epoche, dove due Savants, (letteralmente sapienti, o scienziati), realmente esistiti, si ritrovano a indagare su dei casi di omicidio. In due parole, dei C.S.I., per citare una serie universalmente riconosciuta, di qualche secolo fa. La chicca, che tuttora trovo geniale, è che nell'arco della storia ognuno di questi personaggi riflette sulle proprie teorie che, più tardi, lo renderanno famoso, con vari aneddoti relativi alla vicenda. Il primo volume è ambientato tra i borghi medievali di Ferrara.


Un Copernico meditabondo e composto, allora insegnante all'università, affiancato da un giovane Paracelso impulsivo e irruento, alle prese con le indagini su di un omicidio e un apparente suicidio. Il secondo volume, fresco fresco di stampa, ci trasporta a Hven, la fredda isola svedese su cui sorgeva Uraniborg, un castello-laboratorio che sembra uscito dalle fiabe, scenario dei misteriosi ed efferati omicidi in serie compiuti da una bestia a metà tra uomo e animale; stavolta saranno Galileo e Keplero ad avventurarsi tra le nevi e i labirinti del castello intenti a smascherare l'assassino.


Il primo volume è stato abbastanza apprezzato a livello di critica e di pubblico. A settembre uscirà anche un’edizione a tiratura limitata con l'editore Les Sculpteurs des Bulles: un tirage deluxe di gran formato, in bianco e nero, con diversi contenuti extra, matite, bozzetti, illustrazioni a colori, e molto altro. Non solo, presto uscirà l'edizione italiana, e quella olandese con l'editore Daedalus. Per il 2017, ho in lista, più o meno, 15 sessioni di dediche in Francia e Belgio distribuite tra festival e librerie, e, notizia dell'ultima ora, presto le tavole di entrambi i volumi saranno messe in vendita alla galleria d'arte Daniel Maghen di Parigi. Inutile dire che per me è una soddisfazione veramente enorme.


I tuoi prossimi impegni professionali saranno ancora legati all’editoria d’oltralpe?


SC: Per il momento credo proprio di sì: quest'anno ho lavorato e sto ultimando, oltre al secondo tomo de Les Savants, un albo della serie Ils ont fait l'Histoire per Glénat, in collaborazione con Arancia Studio, dal titolo Georges Clemenceau, che uscirà in libreria a giugno. Di recente ho iniziato anche lavorare su un progetto che vedrà la luce prossimamente con Dargaud (che, cosa curiosa, mi è stato proposto proprio dall'editor con cui avevo parlato alla lontana Lucca, segno che non bisogna mai perdere le speranze). Ora, ho due sogni nel cassetto. Il primo, quello di poter disegnare presto un albo colorato da me stesso interamente a mano. Il secondo, diventare direttore editoriale, aprire una casa editrice, prendere uno stand a Angoulême e installare le "tendine rosse" per accedere all'area pro. Sto scherzando, ovviamente.. va bene anche la porta bianca.


Grazie per la tua disponibilità.

Grazie a voi per l'interesse, e chiedo scusa se mi sono dilungato un po', fuggo a pranzo che se no mi si freddano i cappelletti.



Cronologia di Stefano Carloni

Sinclair
Testi di Laurent-Frédéric Bollée


1 - Bathurst 68 (Paquet 2014)
inedito in Italia


Les Savants
Testi di Luca Blengino


1 - Ferrare, 1512 - Du plomb en or (Quadrants Soleil 2016)
di prossima pubblicazione in Italia


2 - Uraniborg, 1594 – La bête de l’île (Quadrants Soleil 2017)

di prossima pubblicazione in Italia

Nessun commento: