giovedì 3 ottobre 2019

Atom Agency e Zorglub, le bédé dell’ottobrata



Ottobre porta sulle nostre tavole i tipici e deliziosi frutti autunnali, quali i melograni, le castagne, le noci, i fichi d’india. E in questo ottobre arrivano sugli scaffali delle nostre librerie due deliziose bedé di rilievo.


La prima rientra nell’ambito della serie umoristica belga per eccellenza, Spirou. Nel 2017 abbiamo scritto a proposito di un numero speciale di Spirou dedicato ai personaggi cattivi della bedé, con particolare riguardo al primo episodio di Le fille de Z, una simpatica idea di José Luis Munuera, già autore di alcuni episodi di Spirou et Fantasio, di cui la serie in questione è uno spin off.


Ora è uscita la traduzione in un cartonato per i tipi di Nona Arte. La piacevole lettura di questo episodio conferma e, anzi, rafforza il giudizio scritto due anni fa.


Lo scontro generazionale fra il “cattivo” scienziato gaffeur Zorglub, padre dalla concezione antiquata sui doveri genitoriali e quelli filiali, e Zandra, figlia teen-ager, ribelle e aperta alla vita, è semplicemente delizioso e soddisferà pienamente i nostalgici dell’universo di Spirou.


Intrigante la rivelazione finale, che ovviamente non vi diciamo. Munuera si conferma una delle migliori firme della Dupuis. Ci auguriamo di poter leggere anche gli episodi successivi, finora altri due usciti.


La seconda novità, sempre di Nona Arte, è Atom Agency, scritta da Yann Le Pennetier (e già questo obbliga un bedefilo all’acquisto) e disegnata da uno strabiliante Olivier Schwartz.


Il primo episodio è intitolato I gioielli della Begum. Il racconto verte su un giovane armeno, Atom Vercorian, nato a Parigi, che vorrebbe seguire le orme del padre, ispettore di polizia parigina, che invece si oppone fermamente.


Piuttosto vorrebbe seguisse le orme dello zio cantante, un “certo” Charles Aznavourian che sta riscuotendo un lusinghiero successo. Il giovane invece apre un’agenzia privata di investigazioni, che da il titolo alla serie.


In questo è aiutato dalla segretaria Mireille, con cui va a letto, e da Joseph Villain, un ex-lottatore di catch (l’attuale wrestling). La vicenda si svolge alla fine degli anni 50, nell’ambiente della grande comunità armena, emigrata nella capitale francese dopo il genocidio perpetrato dai Turchi.


Ricordiamo a tal proposito che sul Lungosenna, sulla Rive Gauche c’è un obelisco che ricorda questo genocidio, di cui si parla poco, anche per non dispiacere al governo turco che da decenni nega l’odioso evento.


Sulla perfetta ricostruzione operata da Yann e Schwartz sulla Parigi anni Cinquanta, quella del dopoguerra, nulla da ridire. Per grado di piacevolezza nei testi e nei disegni non può non richiamare alla nostra memoria l’opera di Maurice Tillieux (Félix e Gil Jourdan) e il primo Ric Hochet di André-Paul Duchâteau e Tibet.


Lo stile grafico di Schwartz ricorda molto quello di Yves Chaland, a metà strada fra Ligne Claire e Style AtomSuper-consigliati!

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