mercoledì 8 febbraio 2017
Le bédé in Marocco
I tre quarti della popolazione francofona non si trovano, come qualcuno potrebbe pensare, in Europa bensì in Africa. In paesi come l'Algeria, la Tunisia e il Marocco più o meno della metà della popolazione parla il francese, per questo rappresentano un possibile mercato di bédé, anche se a volte solo delle rimanenze o del fuori catalogo.
Un'iniziativa davvero unica è quindi rappresentata da un editore di Rabat che ha addirittura creato nel 2013 una collana totalmente dedicata a storie originali con delle caratteristiche del tutto particolari.
La produzione delle Editions Alberti viene diffusa e distribuita anche fuori dal Marocco in Francia, Belgio, Svizzera e Canada e gli albi hanno qualcosa di unico: sono trilingue.
Nel classico formato della bédé, e con una foliazione di una sessantina di pagine, le storie sono presentate in francese, in arabo e in amazigh, un linguaggio berbero, quindi ripetute tre volte, una per ogni lingua.Di ognuna ne mostriamo la prima e l'ultima tavola.
La versione in arabo si scorre all'indietro dall'ultima pagina, e le tavole hanno il senso di lettura da destra a sinistra. Tutte le vignette sono ribaltate, con qualche eccezione.
La versione in amazigh ci mostra l'alfabeto tifinagh utilizzato dai berberi del nordafrica, da un decennio studiato anche a scuola, in particolare dalle popolazioni tuaregh che l'hanno sempre usato negli ambiti non ufficiali. Questo linguaggio è diffuso in tutti i paesi che si affacciano sul Sahara.
Due gli albi attualmente disponibili presso le Editions Alberti, Aïcha K. e Les Enfants du Royaume, entrambi su testi di Jean-François Chanson, un francese che vive in Marocco a Rabat dove insegna in un liceo e cura un proprio blog ricco di informazioni sulla cultura e sulla produzione di bédé di quel paese.
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