Grazie a una sottoscrizione che ha raccolto più del doppio dell’obiettivo
iniziale di 15.000 euro, sono rinati i mitici Cahiers de la BD, una delle più longeve e reputate riviste di
recensioni, critiche e dossier sulla bédé, pubblicata da Glénat per vent’anni, dall’inizio degli anni 70 ai primi albori
degli anni 90.
A dirigere la rivista è Vincent
Bernière, a cui si devono gli splendidi fuori collana sulla bédé di Beaux-Arts Magazine, di cui abbiamo più
di una volta parlato in questo blog. Tra i redattori spiccano i nomi di Numa Sadoul e Didier Pasamonik, ma anche gli altri meno noti nel nostro paese
hanno ottime referenze.
Il sommario del primo numero è oltremodo ricco, grazie anche
a una foliazione che supera di poco le 200 pagine. La rivista è strutturata in
cahier tematici (Chronique, Iconique,
Technique, Thematique, Estetique, Museographique, Historique, Critique) all’interno
dei quali si trovano i diversi articoli, e gode di una grafica decisamente
attraente.
Tra gli argomenti che spiccano a una prima lettura dei
titoli, troviamo Mort du Héros ou fin de
Partie? dove si affronta il tema della morte del protagonista di una serie,
quella narrata nell’ultima sua avventura o quella provocata dal non
proseguimento delle sue storie, come pure della continuazione da parte di altri
degli eroi culto della bédé e in particolare di Blake e Mortimer, argomento
sviscerato anche dal punto di vista editoriale in un’intervista a Claude de Saint Vincent, direttore generale
del gruppo Média Partecipations.
Nelle sue pagine si spazia dagli autori classici alle nuove
promesse e, a differenza della vecchia serie, sono ampiamente affrontati anche
autori e personaggi non francofoni, a partire da Alan Moore e di Jungle Book,
il capolavoro dimenticato di Harvey
Kurtzman.
Non è ancora disponibile un sito internet, ma si possono
trovare informazioni sulla pagina Facebook o scrivendo a Vagator Productions, l’editore.
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