mercoledì 11 ottobre 2017

La resurrezione dei Cahiers de la BD


Grazie a una sottoscrizione che ha raccolto più del doppio dell’obiettivo iniziale di 15.000 euro, sono rinati i mitici Cahiers de la BD, una delle più longeve e reputate riviste di recensioni, critiche e dossier sulla bédé, pubblicata da Glénat per vent’anni, dall’inizio degli anni 70 ai primi albori degli anni 90.


A dirigere la rivista è Vincent Bernière, a cui si devono gli splendidi fuori collana sulla bédé di Beaux-Arts Magazine, di cui abbiamo più di una volta parlato in questo blog. Tra i redattori spiccano i nomi di Numa Sadoul e Didier Pasamonik, ma anche gli altri meno noti nel nostro paese hanno ottime referenze.


Il sommario del primo numero è oltremodo ricco, grazie anche a una foliazione che supera di poco le 200 pagine. La rivista è strutturata in cahier tematici (Chronique, Iconique, Technique, Thematique, Estetique, Museographique, Historique, Critique) all’interno dei quali si trovano i diversi articoli, e gode di una grafica decisamente attraente.


Tra gli argomenti che spiccano a una prima lettura dei titoli, troviamo Mort du Héros ou fin de Partie? dove si affronta il tema della morte del protagonista di una serie, quella narrata nell’ultima sua avventura o quella provocata dal non proseguimento delle sue storie, come pure della continuazione da parte di altri degli eroi culto della bédé e in particolare di Blake e Mortimer, argomento sviscerato anche dal punto di vista editoriale in un’intervista a Claude de Saint Vincent, direttore generale del gruppo Média Partecipations.


Nelle sue pagine si spazia dagli autori classici alle nuove promesse e, a differenza della vecchia serie, sono ampiamente affrontati anche autori e personaggi non francofoni, a partire da Alan Moore e di Jungle Book, il capolavoro dimenticato di Harvey Kurtzman.


Non è ancora disponibile un sito internet, ma si possono trovare informazioni sulla pagina Facebook o scrivendo a Vagator Productions, l’editore.



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