Zona BéDé: Kelly Green, tra bédé e comic strip

venerdì 5 gennaio 2018

Kelly Green, tra bédé e comic strip

Nella creazione di bédé ormai sono molti gli autori non francofoni che per diversi motivi si cimentano in questa particolare forma di letteratura disegnata (opportunità di lavoro, mercato più ampio, ritmi di lavoro meno intensi, ecc…. A scorrere i cataloghi dei principali editori saltano subito all’occhio nomi italiani, spagnoli, polacchi per accennare solo a quelli più ricorrenti.

Meno frequente il caso di americani che abbiano realizzato storie appositamente per il mercato in lingua francese. Kelly Green è uno dei primi e più rilevanti casi di una serie concepita da due grandi nomi del comicdom statutinense, Leonard Starr ai testi e Stan Drake ai disegni.

Leonard Starr, scomparso un paio di anni fa, è noto per Mary Perkins on Stage, da lui creata nel 1957 e portata avanti per oltre venti anni. Successivamente ha proseguito le avventure di Little Orphan Annie, la famosissima creatura di Harold Gray. Mary Perkins è stata in Italia pubblicata tra gli altri da Linus e dalla Milano Libri.

Stan Drake, scomparso poco meno di un anno fa, ha trovato il successo con la striscia The Heart of Juliet Jones, creata insieme allo scrittore Elliot Caplin, fratello minore di Al Capp, e da lui disegnata fino al 1980. Dopo qualche anno anche Drake si assume la prosecuzione di un mito delle strisce umoristiche americane, per l’esattezza Blondie. The Heart of Juliet Jones è apparsa anche sul Corriere dei piccoli.

Starr e Drake, molto simili nel loro stile grafico di evidente ispirazione raymondiana e nelle rispettive esperienze su Mary Perkins e Juliet Jones, due storie con protagoniste femminili, nel 1979 raccolgono l’invito di Dargaud e creano Kelly Green, una bella giovane con una particolare predisposizione alla risoluzione di misteri. Dopo la morte del marito Dan, un poliziotto ucciso in servizio durante una operazione antidroga, l’affascinante vedova inizia a investigare per vendicare il suo compagno.

Le sue avventure, dirette a un pubblico adulto, mostrano orrendi delitti con scene di violenza e nudità assolutamente improponibili al pubblico dei quotidiani americani, con un impianto della pagina che spesso infrange i classici canoni della bédé tradizionale degli anni 70.

Non bisogna però dimenticare che la prepubblicazione delle avventure di Kelly Green avveniva su Pilote, il settimanale creato da Goscinny che innovava e spesso stravolgeva i lettori abituati al Journal de Spirou o Tintin.

Kelly Green è probabilmente il miglior risultato di una “fusion” tra la bedé e le comic strips statunitensi, sia nella grafica che nei testi.

La serie è stata portata avanti alcuni anni per un totale di cinque avventure, tutte riproposte in Italia negli anni 80, prima sugli Albi di Pilot, poi su Skorpio e l’Eternauta Junior.