sabato 29 maggio 2021

Buck Danny, le prime storie

 

Buck Danny, l’asso dell’aviazione statunitense creato da Georges Troisfontanes, Jean-Michel Charlier e Victor Hubinon nel 1947, rappresenta, con Michel Vaillant e Blake et Mortimer, il vertice della bédé avventurosa belga di stampo tecnologico. Sul n.15 della collana Il Grande fumetto d’aviazione della Gazzetta dello Sport, dedicata a Buck Danny, sono stati pubblicati i primi due episodi della lunga saga aviatoria belga, apparsi su Spirou nel 1947. La prima cosa che salta subito agli occhi degli ammiratori di Hubinon sono i disegni diversi da quelli con cui l’artista belga ha abitualmente affascinato i suoi estimatori in Buck Danny e Barbe-Rouge.



Il primo episodio è intitolato Les Japs attaquent, la cui copertina del relativo albo è realizzata da Joseph Gillain, in arte Jijé, il gran maestro della bédé belga, che, firmandosi Gillain, illustra in primo piano un pilota statunitense, forse il medesimo Danny, mentre corre sulla pista di una portaerei per salire su un aereo, durante l’attacco di Pearl Harbor. I disegni delle prime tavole, peraltro pubblicate su Spirou in bianco e nero, ricordano quelli molto semplificati delle storie dei supereroi nei comic book statunitensi, arrivati in Europa al seguito dei GI Joe nel Secondo Conflitto Mondiale. Hubinon ancora non padroneggia il proprio stile, le figure e i volti del protagonista e dei personaggi sono disegnati piuttosto male.


Risulta più convincente la realizzazione precisa dei mezzi di guerra, aerei e navi, eseguita all’epoca da Charlier.



L’episodio in questione, che presenta il solo Buck Danny, ancora senza gli inseparabili Tumbler e Tuckson, è preceduto da due tavole esplicative con intenti didattici sulla ricostruzione della battaglia






e seguito da altre cinque, di cui tre sulle armi subacquee usate per distruggere le navi. Tali tavole non compaiono nella versione della Gazzetta ma sono presenti nel primo volume integrale su Buck Danny, edito da Nona Arte (2015), e per tale motivo le proponiamo.


Ogni tavola, pubblicata settimanalmente, ha una gabbia con 15 vignette su cinque file: talvolta l’artista ne riunisce due o quattro per immagini più ampie e coinvolgenti. In molte vignette c’è scritto Copyright: World’s Press, l’agenzia di Troisfontaines, oppure Save this picture. Dopo la tavola n.9 non c’è una n.10, forse perché gli autori dimenticarono la sequenza numerica o, pressati, passarono direttamente a quella successiva!

Alla fine della tavola 19 è inserita la prima di molte vignette didascaliche, verosimilmente realizzate da Charlier, che illustrano le biografie dei comandanti famosi, le varie battaglie aeronavali nel Pacifico, gli stemmi dei reparti, le sagome e le caratteristiche tecniche dei mezzi meccanici rappresentati. Tale scelta è conseguenza di una concezione didattica dell’epoca sulle pagine di Spirou e Tintin.



Nel racconto sono presenti alcune incongruenze, frequenti nei fumetti di quel periodo. Nelle prime dieci tavole il racconto è impostato come una autobiografia, il testo narrativo è in prima persona e riporta le parole di Buck Danny, poi dall’undicesima tavola il testo diviene impersonale, in terza persona. Forse è il momento di svolta, quando Charlier sostituisce Troisfontaines ai testi.

Nelle prime 4 tavole il personaggio si presenta come un ingegnere navale inviato nei cantieri navali di Pearl Harbor. Poi dalla quinta indossa una divisa, senza alcuna spiegazione, con il grado di capitano e inizia a volare con grande perizia, senza alcun periodo di addestramento e successivamente si presenta come flying officer Danny. È il segno che qualcosa è successo fra gli autori, la linea narrativa iniziale è stata abbandonata a favore di un’altra, considerata più avvincente.


Le vicende del giovane pilota si intrecciano in maniera particolareggiata con la narrazione delle disfatte e delle vittorie nella sanguinosa guerra del Pacifico fra Giappone e USA. Molte battaglie sono narrate dai superiori di Danny, il quale si trova a essere più un comprimario che il protagonista.

Danny finisce prigioniero di una tribù di cannibali, ma è provvidenzialmente salvato da un’indigena allevata da un missionario, figura presente nella produzione di bédé su Spirou, un espediente narrativo usato dall’editore Dupuis per far accettare la rivista nell’ambiente cattolico. La ragazza muore per salvare l’eroe bianco e c’è una vignetta sulla bonne mort, altro espediente per accaparrare la benevolenza cattolica.


Dalla 29a tavola Hubinon inizia a delineare il volto di Buck come è conosciuto, anche se di profilo ancora ci sono incertezze da una vignetta all’altra. Comunque, i volti degli altri personaggi iniziano a essere più gradevoli da guardare, con reminiscenze dal Terry and the Pirates di Milton Caniff, il capofila nel genere avventuroso aviatorio.


Nel racconto c’è un susseguirsi un poco noioso di attacchi aerei a portaerei americane e giapponesi, anche se il tutto è ben realizzato. Alla fine si vede l’affondamento della portaerei Lexington, mentre alcuni personaggi fanno commenti di matrice religiosa, sempre per quella captatio benevolentiae cattolica.


La copertina del secondo episodio, intitolato Les Mystéres de Midway, è firmata V. Hubinon.




Ci sono tre tavole, una con un riassunto dell’episodio precedente e le rimanti con lo schema del viaggio della portaerei Yorktown e delle fasi della battaglia delle Midway, anche queste mancanti nella versione della Gazzetta e presenti, invece, nel primo volume sull’integrale di Nona Arte: le presentiamo.


Gli autori coinvolgono di più Buck Danny nella trama anche se la parte finale del racconto è incentrata sulla celebre battaglia delle Midway, narrata in maniera quasi didattica con gli schemi degli assalti susseguitisi nei vari giorni. I disegni sono meglio realizzati e dimostrano una maggior sicurezza da parte dell’artista. L’eroe passa da un’avventura all’altra, sempre in guerra con i Japs, definiti musi gialli o limoncini, descritti come brutti, cattivi e privi di morale, secondo una rappresentazione classica del “pericolo giallo”, sottolineata in tutti i più avvincenti comics e bédé d’avventura dagli anni Trenta in poi, compresi Tintin e Blake et Mortimer.



Ovviamente sono descritte battaglie aeronavali a iosa, con alcune pagine notevoli sui duelli aerei.

Anche Buck, a un certo punto del racconto è inseguito vanamente da carri dell’esercito giapponese, come avvenuto prima di lui con Tintin nel Lotus Bleu e con Mortimer ne Le Secret de l’Espadon, anche se in questo caso non è l’esercito giapponese bensì un surrogato, quello dell’Impero Giallo dell’imperatore tibetano Basam Dandu.


Alla realizzazione dei due episodi contribuisce André Beckers, primo assistente di Charlier e Hubinon, il quale realizza il lettering e alcuni sfondi per aiutare Hubinon, ancora incerto sul disegno tecnico, ponendosi in posa anche per le figure umane. Dal terzo episodio Hubinon migliorerà nettamente.

 

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