Paul Gillon è
uno dei massimi autori francesi di BD realiste. Specialista in storie
avventurose ha sviluppato uno stile molto accademico e virtuoso nel suo
realismo, i suoi disegni sono sempre stati di altissimo livello, di un’eleganza
e di un rigore eccezionali, in grado di rivaleggiare con quelli di Hal Foster e Alex Raymond, di cui, peraltro, è stato ammiratore in gioventù.
Eppure da noi è poco conosciuto e apprezzato.
Con
Jean-Claude Forest frequenta a
Parigi lo Studio Trèfle, in seguito divenuto L’Atelier 63, aperto nel 1946 da Raymond Poïvet, luogo dove si ritrovano giovani autori debuttanti,
fra cui Robert Gigi, Christian Gatignol, detto Gaty, Guy Mouminoux, Lucien
Nortier, Jean Frisano.
Nel
1947 inizia a collaborare con la redazione di Vaillant, il settimanale comunista, dove conosce Roger Lecureux, Jean Ollivier e il caporedattore René Moreu. Inizia disegnando un personaggio esotico, Linx Blanc,
sul genere del Jungle
Jim di Raymond.
Nel 1953, su testi di Lecureux,
realizza Fils de
Chine, una storia immaginaria sulla Lunga Marcia di Mao in Cina,
tradotta su Il Pioniere; dal 1955 realizza
Le Cormoran su soggetti di Ollivier;
nel 1958 disegna Wango e infine nel
1968 Jérémie.
Del periodo trascorso a Vaillant
l’autore ricorda di non aver mai avuto censure sul proprio lavoro e che i
collaboratori vivevano, mangiavano e si divertivano insieme come se fossero
stati una famiglia.
Nel
1959, grazie ai buoni uffici di Vania
Beauvais, responsabile del settore fumetti nel quotidiano France-Soir, inizia a disegnare la
striscia giornaliera 13 Rue de l’espoir, una soap-opera realistica
pubblicata fino al 1972 (oltre 4.000 strisce), su testi dei fratelli Jacques e François Gall; la striscia narra le vicende di una ventenne
parigina.
All'inizio degli anni sessanta illustra per Le Journal de Mickey, La deesse d'Or, su testi di Brigitte Muel, e la serie Les temps des copains, su testi di Canolle, che appare ogni settimana sulla doppia pagina centrale del periodico.
Nel
1964, Jean-Claude Forest e Remo Forlani decidono di creare Chouchou, magazine di BD per adulti in
grande formato per l’editore Filipacchi,
titolo ripreso dal nome della mascotte della trasmissione Salut les copains, che assicura il successo di una nuova
generazione di cantanti. Forest propone
a Gillon, già cultore di
fantascienza, di consacrarsi a quel genere nella nuova rivista. Dopo aver rifiutato
un primo soggetto del romanziere di science-fiction Pierre Versins, Gillon accetta
il progetto de Les
Naufragés du temps concepito da Forest,
sotto lo pseudonimo di J. Valherb.
Sfortunatamente Chouchou chiude i
battenti dopo meno di un anno. La promettente serie non riesce a trovare una
rivista che la pubblichi, poiché non risulta nel tono delle opere pubblicate su
Tintin o Spirou e Vaillant aveva
già Les
Pionniers de l’Espérance di Poïvet. A quel punto il quotidiano France-Soir accetta la BD. Forest e Gillon rimaneggiano subito le vecchie tavole apparse su Chouchou. A partire da quella data i
volumi iniziano a comparire prima da Hachette
e poi presso la nuova casa editrice Humanoïdes
Associés che le pubblica sulla rivista Métal Hurlant.
Su Le Journal de
Mickey, nel 1982, pubblica Teva, la
sua ultima storia marinara.
Altre
opere sono Les
Léviathans, un polar
duro, Au nom de
tout le miens sull’Olocausto, La derniere des salles obscures e L’Ordre de Cicéron, legal thriller su saga familiare di avvocati, e infine Jehanne,
di cui parleremo a breve.
Il
suo capolavoro è La Survivante, un racconto sul dopo bomba più volte tradotto in
Italia.
Ha
creato, inoltre, numerose ed eleganti illustrazioni per i settimanali
femminili.
Quindi
la sua opera può essere suddivisa, grosso modo, su cinque direttrici:
ricostruzione
storica con Fils
de Chine, Jehanne, Au nome de tous les
miens, Décalogue, e Histoire du
Socialism en France,
esotica con Linx Blanc e
Wango,
marinara con Capitaine Cormoran, Jérémie, Téva e Moby Dick,
fantascientifica con Les Naufrages du
temps, La Survivante e Les Léviathans
e, infine, quella moderna con Le Temps des copains, 13 Rue de l’espoir, La derniere des
salles obscures, La Veuve blanche e L’Ordre de Ciceron.
I
disegni di Gillon risaltano per
ordine e leggibilità, forse sono un poco freddi ma di assoluta alta classe,
caratteristiche presenti in tutte le opere da lui create in più di mezzo
secolo.
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