Prosegue in edicola la proposta Mondadori di “La grande
letteratura a fumetti”, una linea editoriale dedicata ai grandi capolavori
della letteratura pubblicata in
Francia da Le Monde con la
supervisione di Glénat. Tra gli
autori, che sono stati chiamati per portare avanti questo progetto, c’è anche il
nostro amico, scrittore saggista e sceneggiatore sardo, Fabrizio Lo Bianco.
A luglio, Mondadori
Comics ha pubblicato la sua versione de 20.000 leghe sotto i mari disegnata da Francesco Lo Storto e, a settembre,
seguirà quella de I tre moschettieri con i disegni dell’italo-venezuelano
Andres Mossa.
A Fabrizio Lo
Bianco e al disegnatore Mossa abbiamo
rivolto qualche domanda sul loro lavoro.
Fabrizio,
per quelli che ancora non ti conoscono, puoi dirci quali sono state le tue
tappe nel mondo del fumetto e in quello della narrazione?
FLB:
Volentieri,
Mauro. É stata “colpa” di Bruno Enna,
che nel 2004 mi ha spronato a fare delle prove per Monster Allergy ritenendo (bontà
sua) che avessi delle qualità come sceneggiatore. Non so su che cosa si
basasse, visto che, al tempo, di mio aveva letto solo degli articoli su L’Unione Sarda. Solo per questo, Bruno
ha un altarino tutto suo nella nostra casetta, costruito con le sue migliori
storie di Paperino Paperotto. Dopodiché ho esordito come professionista sul
numero 20 della serie di Artibani, Centomo, Barbucci e Canepa, ho
seguito il corso di sceneggiatura all’Accademia
Disney con Riccardo Secchi, ho scritto episodi di alcune serie a fumetti e
cartoni animati (Lys, Angel’s Friends, Poppixie, Paky, Bruno il maialino, Spike Team,
Star Key,
Pasta Freaks).
Nel frattempo ho iniziato tramite l’agenzia Red Whale a scrivere novelle illustrate per Fabbri Editori e Piemme
(Monster Allergy,
Geronimo Stilton,
Joe Carrot).
Il rapporto con la Fabbri è stato fondamentale perché lì, scrivendo delle
raccolte di racconti illustrati sullo “Spike Team”, ho conosciuto Beatrice Masini che mi ha offerto
l’opportunità di proporre qualcosa di mio in Rizzoli.
Nel frattempo lei è
passata in Bompiani ma io sono stato “affidato” a un giovane editor, Giordano
Aterini. Grazie alla loro pazienza (e ce ne vuole parecchia, perché io sono
lento come un bradipo zoppo) nel 2015 ho pubblicato il primo vero romanzo tutto
mio, La guerra
di Toni, che è stato come libro di lettura in diverse scuole medie.
Nel frattempo non ho abbandonato il fumetto, continuando a sceneggiare storie
belliche per Il Giornalino e,
tramite l’agenzia Yellowhale, il mio esordio per Glénat, 20000 leghe sotto i mari, disegnato da Francesco Lo Storto, che è uscito in Italia per Mondadori a luglio.
A
settembre sarà la volta dei Tre
moschettieri con i disegni di Andrés
Mossa, con cui avevo collaborato toni fa su Geronimo Stilton. Nel frattempo
continuo a dedicarmi alla narrativa. Tutto questo, nel tempo che mi rimane dopo
l’insegnamento (sono un prof di lettere alle scuole medie) e la famiglia.
Andres, puoi brevemente
raccontarci come hai mosso i primi passi e quale è stata finora la tua carriera
nel campo del fumetto?
AM:
Dopo essermi laureato con lode in pittura all’Accademia di Belle Arti ho
cominciato subito a lavorare nel mondo della grafica e quasi per gioco mi sono
avventurato nel campo del fumetto, facendomi conoscere prima come colorista
(Marvel, Panini, Bonelli, Soleil, Glenat, ecc.) e poi come illustratore (Orson
Scott Card’s InterGalactic Medicine Show) e disegnatore (Hockey Karma, Animal
Media Group ed.)
Come
è nata questa collaborazione al progetto de Les Grands Classiques de la
littérature en bande dessinée?
FLB: Grazie a Stefania Bitta di Yellowhale, che da anni collabora con Glénat. Mi ha chiamato proponendomi delle prove per questa collana. Chiaramente ho accettato con grande entusiasmo e la ringrazio per questa opportunità. Per chi fa lo sceneggiatore part time, come me (sono un insegnante di lettere alle scuole medie e questo lavoro mi occupa tempo e testa), queste collaborazioni sono preziose. Un tempo i contatti professionali si prendevano alle fiere, tipo Lucca Comics, non tanto agli stand degli editori quanto al pub o in pizzeria. Io ormai non riesco ad andare a una fiera del fumetto da circa otto anni, cioè da quando sono arrivati due gemelli splendidi che mi hanno costretto a pensare in maniera più elastica al mestiere di scrivere. Parafrasando Stephen King, “la vita non è un supporto dell'arte. È il contrario”.
AM: Anche a me la proposta è
arrivata dall’ agente Stefania Bitta.
Ho fatto le prove, sono piaciute ed eccoci qua!
Fabrizio,
quali sono le principali difficoltà che si incontrano nel dover ridurre in sole
46 tavole a fumetti un’opera come, ad esempio, quella di Dumas?
FLB:
Sono notevoli. Io ho dovuto rileggere diverse volte il romanzo, con piacere
crescente, in modo da farlo un po’ “mio” e farmi un’idea di ciò che poteva
essere sacrificato e di ciò che assolutamente non poteva esserlo. I puristi
dell’opera di Dumas troveranno sempre delle pecche (“Ehi, ma qui manca un
personaggio! Ma come si fa a tagliare proprio lui?!”) e avranno ragione, nel
senso che è semplicemente impossibile condensare tutte le trame e sottotrame
dei Tre moschettieri in sole 46 tavole. Come sceneggiatore cerchi di puntare
all’essenziale senza perdere il sapore dell’opera originale. Ti sorgono mille
dubbi, ma speri di fare del tuo meglio. Nel mio caso poi è stato fondamentale
l’apporto ai disegni di un professionista come Andrés, che non si spaventava quando gli chiedevo di mettere in
scena delle vignette complesse (e nei Tre moschettieri non ne mancano).
Fabrizio,
quali saranno i tuoi prossimi impegni in campo fumettistico?
FLB:
Leggermi le pile di albi italiani e stranieri che ho accumulato durante
l’inverno. Da sceneggiatore, al momento mi ha commissionato degli importanti
lavori mio figlio, che ha 8 anni: riduzione a fumetti della Sirenetta e di
Biancaneve e un’opera totalmente inedita di mia figlia, sua gemella, che si
intitola “La lampadina parlante” e che sarà di sicuro il miglior fumetto del
2019. Mi pagano in pistacchi e arachidi, ma non si deve sapere in giro. In
tutti i progetti, soggetto dei giovani Lo Bianco, sceneggiatura mia, disegni
del giovanotto, colori della signorina.
Stessa
domanda anche per te, Andreas…
AM: La mia carriera
di colorista continua sempre per Marvel,
Bonelli, Panini, Soleil, ecc.
Come illustratore è on-line la mia illustrazione sul sito Card’s InterGalactic Medicine Show. Come disegnatore sto facendo
nuove prove per la Francia e speriamo di poter presto annunciare qualcosa!
Grazie a tutti!
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