Chi
fa un viaggio turistico in Vietnam deve sgombrare la mente dalle tremende
immagini che ricorda di avere visto in gioventù sulla guerra con gli USA, sul Sentiero di Ho Chi Minh, sui Viet Cong, sui bombardamenti con il
napalm che fecero insorgere i giovani di tutto il mondo con kilometriche marce di
protesta per la pace, sulle sconvolgenti foto dei bambini nudi che vagavano
atterriti dopo un bombardamento o sulle esecuzioni sommarie da ambo le parti.
Ad Hanoi potrete visitare la residenza e
il mausoleo di Ho Chi Minh, padre della patria, potrete vedere lungo le strade qualche
cartellone che incita i giovani e il popolo vietnamiti a guardare con fiducia e
orgoglio verso il sole dell’avvenire sotto l’amorevole sguardo del padre della
patria; a Saigon, pardon Ho Chi Minh City, qualche museo o
qualcuno dei cunicoli con i quali i Viet
Cong hanno tenuto in scacco il più potente esercito dell’epoca vi
ricorderanno la guerra del Vietnam.
Insomma,
fortunatamente, non è rimasto niente di quel clima, i giovani sono come quelli
di ogni altro paese, guidano motorette, parlano al cellulare, si riuniscono per
amoreggiare, bere, mangiare e fare baldoria, come nel resto del mondo. Il paese
dei mille sapori e profumi vi accoglierà piacevolmente. Tuttalpiù potrete
constatare, con stupore, che oggi gli USA sono i loro migliori alleati,
soprattutto contro la Cina (i nemici di ieri diventano gli amici di oggi e
viceversa) e il turismo americano è quello più importante.
E
della dominazione francese durata oltre un secolo, cosa rimane dopo la
sconfitta di Dien Bien Phu nel 1954?
Assolutamente niente; anche se molte palazzine, negozi e hotel hanno nomi
francesi, pochi vietnamiti parlano quella lingua, tutti parlano l’inglese.
In
un paese dove non ci sono edicole e librerie, dove non esistono fumetti, in
tutte le città potrete trovare in qualche negozio di oggettistica e di
vestiario che vende quadretti di legno laccato con colori smaglianti e t-shirt
con immagini apocrife di Tintin e Milou con le scritte Tintin au Vietnam, Tintin à Saigon, oltre alle riproduzioni delle celebri copertine
del reporter con il ciuffo. Non cercate queste avventure apocrife! Non esistono.
Le immagini in vendita sono solo lo sfruttamento di un personaggio noto a
livello mondiale, soprattutto nei paesi dove c’è stata una presenza coloniale
di lingua francese.
Peccato, però, che a suo
tempo Hergé non abbia realizzato una
simile avventura, sarebbe stata avvincente, non credete?
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