Jacques Martin è uno dei principali rappresentanti della
cosiddetta Scuola di Bruxelles,
insieme a Hergé e Jacobs, e pur essendo entrato nello
staff del settimanale Tintin non dal
primo numero ne costituisce uno dei pilastri della sua fama.
Martin aveva
debuttato nel 1946 con una striscia umoristica, Monsieur Barbichou, su un altro periodico
, Bravo, lo stesso che aveva visto
la prima opera di Edgar P. Jacobs,
ovvero Le Rayon
U, e aveva proseguito con collaborazioni sporadiche su diverse
testate. Su questo prolifico artista e sulle diverse serie da lui create e
ancora in corso torneremo più volte.
In questo post vogliamo invece presentare qualcosa
assolutamente poco noto, ovvero i disegni, anzi per meglio dire, gli schizzi,
da lui realizzati nel periodo dell’occupazione nazista dal 1943 al 1946,
quando aveva appena una ventina d’anni, durante lo STO (Service de Travail
Obbligatoire ovvero il Servizio di Lavoro Obbligatorio in Germania).
Un documento storico di notevole importanza anche per l’influenza
successiva sull’opera dell’artista, da allora sempre coinvolto nelle sue opere sulla
documentazione storica degli eventi.
Le immagini documentano non solo i momenti più drammatici dell'occupazione ma anche mostrato scene di "apparente" normalità, fino alla caduta del Reich, all'arrivo delle truppe alleate e al ritorno della pace.
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