Rileggendo
le avventure di Blake
e Mortimer e del loro antagonista Olrik, creati da Edgar
Pierre Jacobs, ci si rende conto che negli episodi da lui realizzati
l’autore non fornisce notizie utili a ricostruire le biografia dei personaggi,
lasciando i lettori al buio sugli anni che precedono e seguono quelle
avventure.
Solo
nel 1981, in un libro intitolato Un
opera de papier - Les Mémoires de Blake et Mortimer, pubblicato da Gallimard,
Jacobs scrive le biografie
immaginarie dei tre protagonisti, così come fatto da Jean-Michel Charlier per Blueberry,
nella prefazione al volume Ballade pour un cercueil (1974).
Jacques Laudy |
A
colmare i vuoti hanno, invece, provveduto nei vari prequel e sequel gli autori
che hanno continuato la sua opera. Essi hanno ripresentato la maggior parte dei
comprimari creati da Jacobs,
aggiungendone altri nuovi e inserendo un poco alla volta le notizie da lui
fornite nel libro Un Opera de Papier.
Il tutto per creare un cast consolidato che coinvolga il lettore in
un’avvincente continuity e senza
contraddire quanto da lui affermato nel libro.
Soprattutto la coppia Yves Sente e André Juillard ha realizzato una ricostruzione convincente sui loro
anni giovanili e addirittura sulla vita amorosa, forse andando troppo in là, ma
è giusto che, dopo 60 anni di celibato, Francis
e Philip abbiano qualche donna al
loro fianco, anche per evitare maldicenze e, nel contempo, ampliare le
possibilità per altre storie.
Francis-Percy Blake è
nato a Llangowlen, nel Galles
nord-orientale, da Aneurin-J. Blake
e da lady Milicent Roche di Killarney,
figlia del giudice di pace della contea di Glamorgan, Samuel-B.Roche di
Killarney. Rappresenta la personificazione nell’immaginario collettivo del
classico militare inglese tutto d’un pezzo, prodotto dell’Impero Britannico
vittoriano, quindi alto, biondo, con piccoli baffetti, fedele suddito di sua
maestà il re Giorgio VI. È sempre misurato nei gesti e nelle parole, flemmatico,
coraggioso, riflessivo e prudente. I suoi sport preferiti sono il polo, il golf
e lo yatching.
È
stato nominato colonnello per meriti speciali e il re gli ha conferito il
titolo di baronetto e numerose medaglie: la Distinguished Service Order, la St. Georges Medal, la Military
Cross e la Victoria Cross. Ma
tutti continuano a chiamarlo familiarmente capitano, con riferimento a un suo
avo, il terribile capitano Mordred, soprannominato Black Beard, da cui è rimasto il cognome Blake nella sua famiglia. In pratica è l’alter ego equilibrato del professor Mortimer.
Philip-Edgar Angus Mortimer,
nato a Simla, nel distretto dello
stato confederato indiano dell’Himachal Pradesh, è figlio di Archibald-Aeneas Mortimer, originario
di Falkland, e di lady Eileen-Hunter di
Pitchlory, originaria di Perthshire. Il suo Tartan è Hunter e la residenza
familiare è Graigallan Lodge. Il cognome Mortimer
è di origine scozzese, probabilmente derivato da nomi di luoghi in Inghilterra
o Normandia.
Dalla madre ha preso il temperamento immaginativo, malizioso e
pieno di humor. Dal padre, invece, il carattere indipendente, l’intransigenza e
il rispetto delle tradizioni. Gioviale, più robusto di corporatura, rosso di
capigliatura con ciuffo ribelle e barba, è uno scienziato inventore, archeologo
dilettante, credente nel razionalismo scientifico che gli impedisce di prestare
fede alle superstizioni.
Dotato
di un carattere impulsivo, che ogni tanto lo porta a dare libero sfogo alla
propria irruenza scozzese, ama la pipa (tabacchi preferiti il Virginia e l’Old
Navy) e il whisky di malto, preferenzialmente di Cardhu invecchiato molti anni
in botti di quercia. Suoi sport preferiti sono il golf, lo shinty e pratica
boxe, judo e karaté. Talvolta è descritto in situazioni da gaffeur alla capitan
Haddock.
Jacques Van Melkebeke |
Anche
lui, per meriti scientifici e militari, è stato insignito della Distinguished Service Order e della Victoria Cross e gli è stato conferito
il titolo di baronetto. Ma per la sua naturale modestia e per l’avversione alle
mondanità preferisce il semplice titolo di professore!
Jacobs, Van Melkebeke ed Hergé |
I
due protagonisti sono sinceri amici, leali, coraggiosi e altruisti, sempre
pronti a difendere i diritti dei più deboli e ad aiutarsi l’un l’altro nei
momenti del pericolo.
Come
noto, i volti di Blake e di Mortimer sono
i ritratti di due grandi amici di Jacobs,
Jacques Laudy, uno dei quattro
autori fondatori del settimanale Tintin,
e Jacques Van Melkebeke, direttore
fantasma e ispiratore di idee per le trame dei racconti pubblicati su quel
periodico.
Il
loro acerrimo nemico per eccellenza è il colonnello Olrik. Jacobs asserisce
che non si sa nulla del suo passato né del grado di colonnello. In pratica non
si sa nulla sulle sue origini e nascita. L’autore afferma che negli archivi
nazisti caduti in mano ai sovietici si fa riferimento a un Stormbannfurer di
nome Ulrich von Hoenstauff. Si
vocifera anche che possa essere appartenuto alla Sezione straniera
dell’ex-Ghepeù sotto il nome di Kirlof, anagramma, tranne una lettera, del nome
Olrik. Oppure abbia fatto parte del servizio segreto ungherese A.V.H..
Alto,
elegante, con naso aquilino e baffetti alla Menjou, fuma la sigaretta con il
bocchino, come si conviene ai cattivi di una certa cinematografia hollywodiana,
ed è anche un abile agente segreto, perché riesce sempre a infiltrarsi nel
campo nemico travestito sotto mentite spoglie. Forse questa mania di
presentarlo sempre truccato con baffi e barbe finte risale al periodo in cui Jacobs
ha frequentato i teatri come baritono, interpretando personaggi differenti in
costume.
Olrik è un rinnegato
privo di scrupoli, un mercenario prezzolato pronto a vendersi al più potente,
uno che pensa solo a sé, ambizioso, fiero, intelligente, lucido, dominatore,
soggiogatore di chi lo serve. Incapace di organizzare un piano di propria
iniziativa, sembra mosso da unico desiderio, la vendetta nei confronti del
professore, di cui rappresenta l’altra faccia. In realtà è un perdente nato,
perché, oltre a non riuscire mai ad avere la meglio sul suo antagonista, è al
soldo di persone ancora più cattive di lui, che, sfruttando le sue innegabili
abilità, lo utilizzano come semplice pedina sacrificabile.
Purtroppo,
i successori di Jacobs sembrano
ormai considerare Olrik alla
stregua di una marionetta più che un
genio del male. Peccato!
Edgar Pierre Jacobs |
Come
noto, il suo volto è quello del medesimo Jacobs,
il quale lo definisce come l’inafferrabile avventuriero, eterno nemico di Mortimer.
Notazione
critica: i due eroi, così abili, intelligenti e pronti di riflessi, tutto
sommato non sembrano tanto svegli se in ogni episodio il malvagio Olrik riesce sempre ad avvicinarsi a
loro sotto false vesti senza che i due, uno dei quali, addirittura a capo di
una sezione di Intelligence, si accorgano mai dei suoi travestimenti!