giovedì 6 agosto 2020

Due “old chaps” e un malandrino 7


Parte settima - 1954-1955


1954

Lo Strano Appuntamento (undicesimo episodio, 2001)
Jean Van Hamme, Ted Benoit


L’episodio inizia nel 1777, durante la Rivoluzione americana, con la misteriosa scomparsa di Lachlan Macquarrie, un antenato dei Macquarrie, il clan scozzese da cui discende la madre del prof. Mortimer. Il corpo, perfettamente integro, è ritrovato nel 1954 per cui il professore è invitato negli USA per il riconoscimento. Siamo negli anni della Guerra Fredda e della mania per gli UFO e i BEM (acronimo inglese per Bug-Eyed Monster) e Jean Van Hamme sfrutta in pieno questo clima di tensione per la sua trama, magari cogliendo spunti da celebri pellicole cinematografiche.


Luci colorate dal cielo, piccoli esseri verdi e squamosi, armi stordenti tipo quelle usate nel film Men in Black, il tema del ritorno dal futuro (per la precisione dall’anno 8061) per cambiare il passato e impedire l’Olocausto nucleare del pianeta (Terminator docet).


E ancora una volta sulla scena compare Olrik, nella divisa da lui indossata nel episodio dell’Espadon.


Infatti, il nostro professore scopre di essere prigioniero del redivivo Basam-Damdu, l’imperatore giallo, attorniato dai suoi collaboratori più stretti dello Stato Maggiore, anch’essi ritenuti periti sotto il bombardamento del palazzo imperiale a Lhasa.


Così Mortimer apprende che lo scienziato del futuro ha costruito una macchina del tempo, capace di prelevare Basam-Dandu e i suoi un attimo prima di essere uccisi dalle armi della squadriglia di Espadon. Qua, indubbiamente, Van Hamme ricorre all’espediente ampiamente utilizzato nei fumetti della Marvel, del teletrasporto di un personaggio provocato da raggi fantascientifici o da poteri super-eroici un attimo prima di essere colpito. 


Tre nuovi personaggi entrano a far parte della “famiglia” di coprotagonisti di cui si arricchisce via via la saga: John Calloway, capo servizio “Action” dell’F.B.I.,


la sua assistente di origine pellerossa Jessie Wingo


e il dottor Jeronimo Ramirez, fisico del Centro Nucleare di Los Alamos.
L’episodio finisce con l’arresto di Olrik e la riabilitazione dell’avo di Mortimer.



1955

La Maledizione dei Trenta Denari (quattordicesimo episodio, due parti, 2009, 2010)
Jean Van Hamme, René Sterne, Chantal De Spiegeleer, Antoine Aubin
Diciamo subito che René Sterne non ha uno stile grafico molto affine a quello classico di Jacobs, sembra più vicino ai continuatori moderni della Linea Chiara: basta vedere i corpi e i volti dei personaggi femminili.


Comunque sia, il racconto inizia con la fuga del detenuto Olrik dalla prigione di Jacksonville in Pennsilvania,


grazie all’aiuto di un personaggio equivoco, dotato di ingenti mezzi finanziari, Belos Beloukian.


Costui ricorda per certi versi il Rastapopulos di Tintin, in realtà si chiama Reiner von Sthal ed è un ex ufficiale delle SS naziste, Standartenfuhrer nella Panzerdivision Totenkopf, sfuggito alla prigionia nel dopoguerra grazie alla organizzazione ODESSA, acronimo di Organisation der ehemaligen S.S Angehorigen, creata nel 1944 per preparare la fuga dei principali esponenti del regime nazista.


Durante una cena al Centaur Club, serviti dall’inappuntabile James, i due amici apprendono dell’evasione di Olrik, per cui Blake deve partire subito per gli U.S.A. mentre Mortimer accetta l’invito di un collega greco a recarsi in Grecia per aiutarlo a risolvere un interessante mistero archeologico, dovuto al ritrovamento di un manoscritto (al solito) di un greco di nome Nikodemus.


Arrivato a Washington, Blake incontra John Calloway, capo delle operazioni speciali dell’F.B.I, e la sua assistente Jessie Wingo, da lui già incontrati nel precedente episodio, che lo ragguagliano sulla fuga. Intanto in Grecia il professore viene a conoscenza del mistero sui famosi trenta denari di Giuda Iscariota, frutto del suo tradimento a Gesù. Come per il Santo Graal o i chiodi della Santa Croce, anche per i trenta denari leggenda vuole che diano grande potere al loro possessore e Von Stahl, tramite Olrik vuole impossessarsene per diventare con i suoi alleati di fede nazista i padroni del mondo.


Durante un’adunata di commilitoni e simpatizzanti dell’Ordine nuovo, Sterne lo immortala nella stessa posa del portavoce di Basam-Dandu con le braccia sollevate quando urla quelle parole nelle prime pagine del Mistero dell’Espadon.


Nel corso di un inseguimento di un pope ortodosso che ha rubato il solito manoscritto, Mortimer scopre che sotto quelle spoglie si nasconde Olrik, protetto da Jack, l’assassino del Mistero della Grande Piramide, ora al soldo di Von Stahl.


La caccia alla tomba di Giuda per impossessarsi dei 30 denari maledetti è lunga e ricca di colpi di scena. Ancora una volta il brillante cervello di Mortimer risolve il mistero di una indicazione sul luogo della sepoltura del grande Traditore.


La fine del racconto con l’arrivo di Von Stahl e i suoi nazisti pronti ad impossessarsi dei trenta denari sulla tomba di Giuda ricorda molto la scena finale di Indiana Jones e i predatori dell’Arca perduta, quando i cattivi sono disintegrati dalla potenza divina scatenata dall’apertura dell’arca celeste. In questo caso un fulmine dentro la caverna sottoterra, seguito da un opportuno terremoto, distrugge i cattivi, permettendo ai buoni di sopravvivere.


La scena del perdono divino a Giuda risorto sembra un poco forzata, ma poiché si tratta di una storia fantastica può essere anche accettata, magari con qualche riserva.


Olrik finisce dentro una voragine, rimanendo aggrappato al bordo.


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