Parte settima - 1954-1955
1954
Lo Strano Appuntamento (undicesimo episodio, 2001)
Jean Van Hamme, Ted Benoit
L’episodio
inizia nel 1777, durante la Rivoluzione americana, con la misteriosa scomparsa
di Lachlan Macquarrie, un antenato
dei Macquarrie, il clan scozzese da cui discende la madre del prof. Mortimer. Il corpo, perfettamente
integro, è ritrovato nel 1954 per cui il professore è invitato negli USA per il
riconoscimento. Siamo negli anni della Guerra Fredda e della mania per gli UFO e i BEM (acronimo inglese per Bug-Eyed
Monster) e Jean Van Hamme
sfrutta in pieno questo clima di tensione per la sua trama, magari cogliendo
spunti da celebri pellicole cinematografiche.
Luci
colorate dal cielo, piccoli esseri verdi e squamosi, armi stordenti tipo quelle
usate nel film Men in Black, il tema
del ritorno dal futuro (per la precisione dall’anno 8061) per cambiare il
passato e impedire l’Olocausto nucleare del pianeta (Terminator docet).
E
ancora una volta sulla scena compare Olrik,
nella divisa da lui indossata nel episodio dell’Espadon.
Infatti,
il nostro professore scopre di essere prigioniero del redivivo Basam-Damdu, l’imperatore giallo,
attorniato dai suoi collaboratori più stretti dello Stato Maggiore, anch’essi
ritenuti periti sotto il bombardamento del palazzo imperiale a Lhasa.
Così
Mortimer apprende che lo scienziato del
futuro ha costruito una macchina del tempo, capace di prelevare Basam-Dandu e i suoi un attimo prima di
essere uccisi dalle armi della squadriglia di Espadon. Qua, indubbiamente, Van Hamme ricorre all’espediente
ampiamente utilizzato nei fumetti della Marvel, del teletrasporto di un
personaggio provocato da raggi fantascientifici o da poteri super-eroici un
attimo prima di essere colpito.
Tre
nuovi personaggi entrano a far parte della “famiglia” di coprotagonisti di cui
si arricchisce via via la saga: John
Calloway, capo servizio “Action” dell’F.B.I.,
la
sua assistente di origine pellerossa Jessie
Wingo
e
il dottor Jeronimo Ramirez, fisico
del Centro Nucleare di Los Alamos.
L’episodio
finisce con l’arresto di Olrik e la
riabilitazione dell’avo di Mortimer.
1955
La Maledizione dei Trenta
Denari (quattordicesimo episodio, due parti, 2009, 2010)
Jean
Van Hamme, René Sterne, Chantal De
Spiegeleer, Antoine Aubin
Diciamo
subito che René Sterne non ha uno
stile grafico molto affine a quello classico di Jacobs, sembra più vicino ai continuatori moderni della Linea Chiara: basta vedere i corpi e i
volti dei personaggi femminili.
Comunque
sia, il racconto inizia con la fuga del detenuto Olrik dalla prigione di Jacksonville in Pennsilvania,
grazie
all’aiuto di un personaggio equivoco, dotato di ingenti mezzi finanziari, Belos Beloukian.
Costui
ricorda per certi versi il Rastapopulos
di Tintin, in realtà si chiama Reiner von Sthal ed è un ex ufficiale
delle SS naziste, Standartenfuhrer nella Panzerdivision Totenkopf, sfuggito alla
prigionia nel dopoguerra grazie alla organizzazione ODESSA, acronimo di Organisation
der ehemaligen S.S Angehorigen, creata nel 1944 per preparare la fuga dei
principali esponenti del regime nazista.
Durante
una cena al Centaur Club, serviti
dall’inappuntabile James, i due
amici apprendono dell’evasione di Olrik,
per cui Blake deve partire subito
per gli U.S.A. mentre Mortimer
accetta l’invito di un collega greco a recarsi in Grecia per aiutarlo a
risolvere un interessante mistero archeologico, dovuto al ritrovamento di un
manoscritto (al solito) di un greco di nome Nikodemus.
Arrivato
a Washington, Blake incontra John Calloway, capo delle operazioni
speciali dell’F.B.I, e la sua
assistente Jessie Wingo, da lui già
incontrati nel precedente episodio, che lo ragguagliano sulla fuga. Intanto in
Grecia il professore viene a conoscenza del mistero sui famosi trenta denari di
Giuda Iscariota, frutto del suo
tradimento a Gesù. Come per il Santo Graal o i chiodi della Santa Croce, anche
per i trenta denari leggenda vuole che diano grande potere al loro possessore e
Von Stahl, tramite Olrik vuole impossessarsene per
diventare con i suoi alleati di fede nazista i padroni del mondo.
Durante
un’adunata di commilitoni e simpatizzanti dell’Ordine nuovo, Sterne lo immortala nella stessa posa
del portavoce di Basam-Dandu con le
braccia sollevate quando urla quelle parole nelle prime pagine del Mistero
dell’Espadon.
Nel
corso di un inseguimento di un pope ortodosso che ha rubato il solito
manoscritto, Mortimer scopre che
sotto quelle spoglie si nasconde Olrik,
protetto da Jack, l’assassino del Mistero della Grande Piramide, ora al
soldo di Von Stahl.
La
caccia alla tomba di Giuda per
impossessarsi dei 30 denari maledetti è lunga e ricca di colpi di scena. Ancora
una volta il brillante cervello di Mortimer
risolve il mistero di una indicazione sul luogo della sepoltura del grande
Traditore.
La
fine del racconto con l’arrivo di Von
Stahl e i suoi nazisti pronti ad impossessarsi dei trenta denari sulla
tomba di Giuda ricorda molto la scena finale di Indiana Jones e i predatori dell’Arca perduta, quando i cattivi
sono disintegrati dalla potenza divina scatenata dall’apertura dell’arca
celeste. In questo caso un fulmine dentro la caverna sottoterra, seguito da un
opportuno terremoto, distrugge i cattivi, permettendo ai buoni di sopravvivere.
La
scena del perdono divino a Giuda
risorto sembra un poco forzata, ma poiché si tratta di una storia fantastica
può essere anche accettata, magari con qualche riserva.
Olrik finisce
dentro una voragine, rimanendo aggrappato al bordo.
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