venerdì 5 marzo 2021

Due “old chaps” e un malandrino 9

Parte nona – 1958

I Sarcofagi del 6 Continente (dodicesimo episodio, primo volume, 2003)

Yves Sente, André Juillard

Episodio fondamentale nella saga ripresa da Sente, che illustra il primo incontro in assoluto fra i giovanissimi Blake e Mortimer in India. I lettori del blog scuseranno la prolissità del presente post, suddiviso in due parti, ma la complessità dell’episodio, pubblicato in due tomi, contiene molte notizie biografiche sui protagonisti che meritano di essere sottolineate.



Febbraio 1958, a Simla, il tenente dei servizi segreti indiani Ahmed Nasir assiste di nascosto a una riunione di numerosi maragià che accolgono un redivivo Açoka, terzo imperatore della dinastia indiana Maurya, vissuto nel IV secolo a. C., il cui impero si estendeva dall’Afghanistan al Bengala. Il misterioso imperatore, nascosto sotto un elmo e una maglia di ferro, che lasciano scoperti solo gli occhi, oltre a incitare i convenuti a contribuire finanziariamente alla costruzione di un’arma straordinaria in combutta con l’Unione Sovietica,



sembra nutrire un profondo rancore per il prof. Mortimer: gli autori, infatti, ce lo mostrano addirittura infilzare con un coltello una sua foto, nascosta in un armadietto a muro. A questo punto inizia un flashback lungo ben 22 tavole, che riguarda il famoso primo incontro avvenuto in India fra i due protagonisti.


Anni prima, a Bombay, sul piroscafo Cilicia, una giovane scrittrice, Sarah Summertown, inciampa e cade fra le braccia di un giovane imberbe, Philip Mortimer. Lui le rivela di essersi diplomato all’Allen School di Glasgow e di approfittare delle vacanze estive pre-universitarie per raggiungere il padre, ufficiale medico della guarnigione a Simla. La scrittrice, che lo invita a raggiungerla, quando possibile, a Londra, avrà un ruolo nel futuro del giovane scozzese. Il giovane rimane affascinato dalla scrittrice e in questa occasione decide di farsi crescere la barba per poter dimostrare un’aria meno giovanile!


Camminando per andare in stazione, l’ex-campione di boxe dell’Allen School si imbatte in un alterco fra un indiano e un inglese, steso a terra. Subito si lancia in difesa del giovane connazionale per cui colpisce con un uppercut l’aggressore. Ovviamente l’inglese a terra altri non è che il giovane Blake, il quale, da parte sua, si rialza e impedisce a un secondo indiano di accoltellare lo scozzese. Il tafferuglio è bloccato nientemeno che dal Mahatma Gandhi in persona, il quale chiede perdono per l’inqualificabile comportamento degli aggressori, e li invita a ritornare nel suo paese come visitatori e non come invasori.


I due giovani fanno conoscenza e Blake spiega di essere accorso in aiuto di un intoccabile, un paria, e per questo è stato aggredito. Gli dice anche di provenire da Llangowlen nel Galles dopo avere finito gli studi a Eton e di voler raggiungere il proprio genitore, colonnello dei Royal Welsh Fusilliers, in missione ad Ambala.



Lasciato il nuovo amico, il giovane Mortimer incontra la propria madre, lady Eileen Hunter of Pitlocry, stimata nella colonia inglese per lo spirito vivace e il talento di pianista.



Il volto della madre, nella realizzazione di Juillard ricorda molto la protagonista di Quaderno Blu. A cena il giovane comunica al padre la sua intenzione di iscriversi a fisica.



L’indomani Philip va alla ricerca di un amico indiano della propria infanzia, Sushil, al quale vuole regalare uno di due pregiati pugnali con i manici colorati diversamente, come ricordo della loro amicizia. Ma i tempi sono cambiati e soffia il vento della liberazione dell’India dal giogo coloniale inglese, vento che in qualche maniera ha colpito l’amico indiano, il quale rifiuta il regalo. Le proteste di Philip che si ribella a questo cambiamento che impedisce l’amicizia fra due giovani, costringe l’indiano ad accettare il regalo.



Sushil lo invita a una riunione serale per ascoltare le parole dell’imperatore Açoka, che gli apriranno gli occhi. Alla riunione Philip incontra la figlia di costui, la principessa Gita, e fra i due scocca qualcosa. Le parole dell’imperatore incitano alla rivolta contro gli invasori inglesi. Tornato a casa il giovane si arrabbia con i suoi genitori che hanno deciso di organizzare una cena per festeggiare il suo ritorno senza invitare una sola persona indiana.



Adirato, si allontana sul cavallo fino a raggiungere un costone sul bordo del laghetto dove nuota la bella Gita. All’improvviso il cavallo si imbizzarrisce e il giovane cade piombando in acqua, proprio mentre si avvicina una tigre.



Nel tentativo di allontanarla, la principessa rimane ferita, mentre il giovane usa l’altro pugnale per uccidere la belva. Fra i due effettivamente si è creata un’intesa e la bella ragazza gli da un appuntamento la sera successiva su un piccolo tempio arroccato sulla rupe sopra il villaggio, ma l’arrivo di Sushil interrompe il momento magico. 



Alla festa serale in casa Mortimer arrivano come invitati anche il giovane Blake con il padre, mentre i genitori presentano a Philip una giovane di buona famiglia inglese, piuttosto fastidiosa e bruttina, che lo accompagna fuori in giardino con il chiaro intento di flirtare.



Durante la cena, fra lampi e fulmini, arriva l’imperatore Açoka in persona, che intima ai presenti di abbandonare l’India e, rivolgendosi direttamente a Philip, gli vieta di avvicinarsi ancora alla figlia Gita.



Il padre, furioso per il comportamento del figlio che amoreggia con un’indiana, decide di rispedirlo a Bombay per ritornare in Inghilterra. La sera, con l’aiuto dell’amico Francis, Philip va a cavallo verso il piccolo tempio per l’appuntamento con Gita ma ancora una volta è disarcionato dal quadrupede. Arrivato a piedi in ritardo all’appuntamento, non trova nessuno, se non un pezzo del sari della ragazza.



Addolorato per il mancato incontro, l’indomani saluta i genitori e l’amico Francis, per recarsi alla stazione, dove un furibondo Açoka lo accusa di avere indotto la figlia al suicidio per amore, perché la sera prima lo ha visto flirtare in giardino con la ragazza inglese. Açoka vorrebbe restituirgli il pugnale, ma Philip riconosce che è quello regalato a Sushil, ricordando che il proprio è rimasto conficcato nella corpo della tigre nell’intento di salvare Gita.



Il giovane rimane stordito da quell’annuncio e il flash back termina come una specie di incubo che fa risvegliare urlando il professore nella casa della signora Benson a Londra.

Questo lungo preambolo sulla vita giovanile di Philip serve ai fini della trama, il cui intreccio sarà sciolto dagli autori in seguito.


Nel frattempo, in una base segreta sotto i ghiacci dell’Antartico spunta il rinnegato Olrik, il quale è ceduto, ancora una volta, come una pedina qualsiasi, dal K.G.B. al redivivo imperatore Açoka. Il servizio segreto russo ha fornito appoggio e servizio logistico alle mire espansionistiche del pazzo imperatore indiano.


Però Açoka vuole anche vendicarsi del prof. Mortimer, ritenuto responsabile per la morte della propria figlia, e per tale motivo ha richiesto al K.B.G. l’utilizzo di Olrik, arrestato dopo l’affare Voronov.


La storia si intreccia con quella dell’Esposizione universale di Bruxelles del 1958, per la quale fu realizzato l’avveniristico Atomium, divenuto simbolo del Belgio come la Torre Eiffel lo è per la Francia.


Nel corso degli eventi i due eroi incontrano il loro amico, dottor Labrusse di S.O.S. Meteore,


e il dottor Ramirez de Lo strano Appuntamento.



Ancora una volta, Olrik è utilizzato come cavia per un esperimento per una nuova arma, più evoluta dell’Elettroencefaloscopio di Septimus. Sedato e in tuta, il malvagio è immerso in un sarcofago ripieno di acqua.



La stupefacente macchina permette al cervello di Olrik di staccarsi dal corpo e volare dove voglia, in questo caso arrivare a Bruxelles, dove ha la capacità di causare attacchi terroristici negli impianti della fiera Universale.



I due eroi incontrano il loro amico Nasir che li mette al corrente sui piani del complotto di Açoka, il quale con l’aiuto dei sovietici e tramite attentati terroristici nella Fiera, vuole mettere alla prova le proprie armi da rivolgere contro l’Occidente.

 (À Suivre)

1 commento:

william ha detto...

In realtà la parte ottava era quella che avete postato il 26 novembre 2020...
WILLIAM