giovedì 27 novembre 2014

Hugues Labiano


Questa settimana sul periodico Skorpio della Editoriale Aurea viene pubblicato il settimo episodio dell’avvincente serie thriller Black Op disegnata dal francese Hugues Labiano. Zona Bédé ha intervistato l’autore.

Ciao Hugues, posso sottoporti qualche domanda per il nostro blog?

HL: Ciao. Rispondo con molto piacere alle tue domande, i giornalisti francesi specializzati in bande dessinée poche volte si sono interessati del mio lavoro e quindi ti ringrazio doppiamente.


Per iniziare, potresti raccontarci come e quando è nata la tua passione per i fumetti?

HL: Come normalmente avviene per tutti i miei colleghi, la passione risale al periodo dell'infanzia ma faccio fatica a ricordare l'origine esatta. In ogni caso ho capito molto presto che la strada che intendevo seguire fosse quella del fumetto. Io sono un autodidatta puro, non ho frequentato scuole o corsi dove mi sono potuto formare, questo spiega certamente il mio stile diverso da qualsiasi altro disegnatore, con i suoi punti di forza e i suoi punti deboli.


Immaginiamo, che almeno inizialmente ti sarai ispirato a qualche autore in particolare?

HL: Il disegnatore per il quale nutro da sempre la massima ammirazione è Alex Toth. Sono affascinato dalle sue opere e in generale da gli altri artisti in «bianco e nero» che lo hanno preceduto come Milton Caniff, Frank Robbins ecc. Il mio autore preferito resta comunque Hugo Pratt, per le tematiche e per l'universo in cui si sviluppano le sue storie. C’è stato un periodo in cui sono stato particolarmente attratto dal fumetto « realistico -  linea chiara - neo classico» come quello di André Juillard (Le sette vite dello Sparviero) e Vittorio Giardino (Max Fridman).  


Come è iniziata la tua collaborazione con Jean Dufaux per Dixie Road? (In Italia la serie è conosciuta per essere stata pubblicata su Lanciostory e nella collana EuraComix)

HL: Ho conosciuto Dufaux durante il periodo nel quale lavoravo alla mia prima serie intitolata Matador, sceneggiata da Gani Jakupi e pubblicata da Glénat. Jean mi chiese di iniziare a lavorare immediatamente con lui, un’occasione che non mi sono lasciato sfuggire. Il sodalizio ha dato origine a Dixie Road, che è la somma di due passioni che entrambi condividiamo: il periodo degli Anni Trenta, quelli della Grande Depressione, e l’interesse per grandi scrittori americani come John Steinbeck, John Dos Passos e William Faulkner.


Con I quattro angoli del mondo ti sei proposto come autore completo. Come è nata l’idea per questa storia?

HL: Ho sempre avuto il desiderio di scrivere e I quattro angoli del mondo, come dicevi anche tu, rappresentano il mio debutto. L’incontro con sceneggiatori come Dufaux, Le Tendre, Rodolphe e poi Stephen Desberg mi hanno fatto accantonare per un po’ l’idea di propormi come sceneggiatore. Ho usato quelle preziose esperienze per crescere come disegnatore, l’esperienza e la maturità raggiunta, poi, mi hanno spinto a lanciarmi finalmente in questa nuova avventura. Ho avuto bisogno di un po’ di tempo libero da impegni per riflettere e per scegliere un soggetto che mi ispirasse. L’idea mi venne quando mi capitò di leggere Lo squadrone bianco di Joseph Peyré.


Come hai raccolto la documentazione sulla compagnia dei meharisti sahariani?

HL: Nel corso degli anni, mi sono prodigato a raccogliere in tutti i «bouquinistes» e i librai di Parigi e Tolosa, tra pile di vecchi libri introvabili ed esauriti, tutto quello che riguardava la storia del Sahara nel 20esimo secolo. Nelle unità sahariane, a differenza di qualsiasi altro esercito africano, ci furono degli ufficiali votati alla ricerca dell'«Assoluto», un misto tra saggezza e spirito guerriero. Elementi che ritroviamo sovente nella lettura delle opere di Hugo Pratt.


Quali saranno i tuoi prossimi lavori? Il nostro amico Enrico Marini ci ha rivelato che sarai tu il disegnatore designato alla prosecuzione de La Stella del Deserto ...

HL:
Effettivamente l’amico Enrico mi ha proposto circa un anno fa di lavorare a quello che potremmo definire il prequel de La Stella del Deserto. Lui interviene come consulente sulla trama scritta da Stephen Desberg e io gli sottopongo, quando ne sento il bisogno, i miei studi grafici. Per il resto, l’obiettivo è quello fare mio l’universo che lui ha già delineato e contrassegnato con il suo talento per farne qualcosa di totalmente personale.  Si tratterà di due album di 62 pagine ciascuno e i colori saranno di Jérôme Maffre, anche per lui si tratta di affrontare una sfida importante. In futuro ho intenzione di scrivere di più, dopo La Stella del Deserto ho intenzione di realizzare un one-shot molto personale. Sto anche scrivendo anche una storia per l’editrice Le Lombard, che fa parte di una collana curata dall’amico Stephen Desberg.


Ci hai già detto della tua ammirazione per Hugo Pratt e Vittorio Giardino. Ci sono altri artisti italiani che hanno destato il tuo interesse?

HL: Attilio Micheluzzi, a mio parere è stato l’erede di Pratt numero uno, mi piace l'originalità delle sue storie e la forza dei suoi personaggi. Altrettanto ammiro il sorprendente lavoro di Dino Battaglia e Sergio Toppi. Tra gli autori più giovani, mi piacciono Mario Alberti e Stefano Casini.


Quali sono gli interessi che coltivi oltre il lavoro?

HL: A parte la mia famiglia, la mia grande passione è la musica. Suono la batteria con due band di Tolosa, la bella città dove vivo. Il rapporto di gruppo è assolutamente necessario per il mio equilibrio psichico. Per questa ragione ci dedico tempo, energie e tanto trasporto.


Ci sono altri importanti obiettivi che intendi raggiungere?

HL: Sono fermamente convinto che la strada che bisogna percorrere per raggiungere un obiettivo sia più importante dell’obiettivo stesso.

Grazie Hughes per la tua disponibilità

HL: Grazie a voi.

Cronologia italiana

Dixie Road
Testi di Jean Dufaux
  


1 – Dixie Road (Tome 1, Dargaud 1997)
Lanciostory dal n.51 del 1998 al n.2 del 1999, Eura Editoriale
Euramaster n.49, Eura Editoriale 2004



2 – Sulla strada (Tome 2, Dargaud 2004)
Lanciostory dal n.3 al n.6 del 1999, Eura Editoriale
Euramaster n.53, Eura Editoriale 2005


3 – Silver Creek (Tome 3, Dargaud 2005)
Lanciostory dal n.24 al n.27 del 1999, Eura Editoriale
Euramaster n.59, Eura Editoriale 2005


4 – Dixie Road 4 (Tome 4, Dargaud 2005)
Lanciostory dal n.29 al n.32 del 2001, Eura Editoriale
Euramaster n.66, Eura Editoriale 2006


Mister George
Testi di Rodolphe e Serge Le Tendre


1 – Mister George (Tome 1, Le Lombard 2003)
Skorpio dal n.42 al n.43, Eura Editoriale 2004

2 – Verso Tux Junction (Tome 2, Le Lombard 2004)
Skorpio dal n.44 al n.45, Eura Editoriale 2004



Black Op
Testi di Stephen Desberg


1 – Black Op I (Tome 1, Dargaud 2005)
Skorpio dal n.25/26 del 2005, Eura Editoriale


2 – Black Op II (Tome 2, Dargaud 2006)
Skorpio dal n.24 al n.25 del 2006, Eura Editoriale

3 – Black Op III (Tome 3, Dargaud 2007)
Skorpio dal n.33 al n.34 del 2007, Eura Editoriale


4 – Black Op IV (Tome 4, Dargaud 2008)
Skorpio dal n.43 al n.46 del 2008, Eura Editoriale

5 – Black Op V (Tome 5, Dargaud 2009)
Skorpio dal n.46 al n.49 del 2009, Eura Editoriale


6 – Black Op VI (Tome 6, Dargaud 2010)
Skorpio dal n.18 al n.21 del 2010, Editoriale Aurea

7 – Black Op VII (Tome 7, Dargaud, 2014)
Skorpio dal n.47 al n.48 del 2014 Eura Editoriale



Les quatre coins du monde
Testi di Hugues Labiano


1 – I quattro angoli del mondo 1 (Livre 1, Dargaud 2012)
Lanciostory 36 al n.41 del 2013, Editoriale Aurea

2 – I quattro angoli del mondo 2 (Livre 2, Dargaud 2012)
Lanciostory 42 al n.47 del 2013, Editoriale Aurea
  



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