La Linea Chiara oggi
La
nascita della Linea Chiara belga ha
rappresentato un momento esaltante nella storia del fumetto europeo e i suoi
fondatori hanno pienamente meritato l’appellativo di École de Bruxelles, coniato nel 1956 da Jacques Martin nel corso di un’intervista radiofonica per l’ORTF
per indicare quel gruppo di autori. Alla fine degli anni Sessanta, gli autori
franco-belgi tentarono una ricerca grafica adatta a un pubblico più adulto,
relegando momentaneamente nel dimenticatoio lo stile grafico “alla Hergé”.
Nel
1976, a
Rotterdam, in occasione della mostra Kuifje
in Rotterdamm dedicata a Tintin, l’olandese Joost Swarte pubblicò quattro cataloghi numerati in ordine
crescente, fra cui il quarto, intitolato De
Klare Lijn (La Linea Chiara), assunse il valore di manifesto artistico per
una nuova corrente fumettistica che si ispirava agli universi di Hergé e Jacobs e che prese il nome di Linea
chiara. Gli autori delle nuove generazioni hanno ripreso il loro rigore
narrativo e le loro tematiche, pur se presentate talvolta in un delirio
architettonico surreale-metafisico con influenze dall’Art Decó al Cubismo e
sconfinamenti nella parodia, anche erotica.
Fra i tanti artisti Louis Alloing (Marion Duval, Les aventures des Moineaux), François Bel (Pat et Moune)
Léo Beker (Les tribulations de Louison Cresson),
Ted Benoit (Ray Banana, Blake et Mortimer),
Daniel Ceppi (Stéphane Clément),
Gilles Chaillet (Vasco),
Yves Chaland (Freddy Lombard), Jean Chakir (Inspector Saboum), Serge Clerc,
Lucien De Gieter (Papyrus),
Jean-Claude Denis (Rup Bonchemin), Devig (Le croisiere fantome), Badouin De Ville (L’Inconnu du Tamise),
Jean Claude Floc'h (Albany e Sturgess, Le rendez-vous a Sevenoaks), Jean-Luois Floch (En pleine guerre froide), Gauthier (Ken Mallory)
Alain Goffin, Christian
Goux (Le
Fulgurateur Roch),
Dominique Hè (Marc Mathieu),
André Juillard (Blake et Mortimer),
Fréderic Marniquet (Scott Hardings),
Jean Pleyers (Xhan\Jhen, Giovani),
Stanislas (Victor Levallois, Les aventures de Hergé), Dirk Stellaert (Nino), André Taymans (Le tribulations de Roxanne, Carolin Baldwin), Jean-Christophe Thibert (Kaplan et Masson),
Pierre Wininger (Victor Billetdoux),
Pascal J. Zanon (Harry Dickson),
agli
olandesi Dick Briel (Julius Palmboom),
Eric Heuvel (Le Mystére du temps, The Search),
Henk Kuijpers (Franka),
Ever Meulen,
Joost Swarte (Jopo de Pojo),
Theo Van Den Boogaard (Léon-la-Terreur),
Jan Vervoort (Maximeet Lisa),
all’inglese
Garen Ewing (Julius Chancer) e altri ancora.
Oggi
la Linea Chiara sembra sconfinare un
poco nel manierismo. Ciò non significa che non sia ancora uno dei punti di
forza del fumetto franco-belga proprio in virtù canoni estetici presenti nelle classiche storie evergreen di Hergé, Jacobs e Martin, giustamente rinomati in tutto
il mondo della Nona Arte come suoi ispiratori e che tanto continuano ad
affascinare autori e lettori delle nuove generazioni.
Alla
Linea Chiara, nel 2012, è stata
dedicata a Losanna una mostra intitolata Les
aventures de la Ligne Claire, con una locandina del ginevrino Exem, che si rifà a un bel disegno di Swarte presentato all’inizio del post.
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