venerdì 5 agosto 2016

La Linea Chiara - quinta parte

La Linea Chiara oggi


La nascita della Linea Chiara belga ha rappresentato un momento esaltante nella storia del fumetto europeo e i suoi fondatori hanno pienamente meritato l’appellativo di École de Bruxelles, coniato nel 1956 da Jacques Martin nel corso di un’intervista radiofonica per l’ORTF per indicare quel gruppo di autori. Alla fine degli anni Sessanta, gli autori franco-belgi tentarono una ricerca grafica adatta a un pubblico più adulto, relegando momentaneamente nel dimenticatoio lo stile grafico “alla Hergé”.





Nel 1976, a Rotterdam, in occasione della mostra Kuifje in Rotterdamm dedicata a Tintin, l’olandese Joost Swarte pubblicò quattro cataloghi numerati in ordine crescente, fra cui il quarto, intitolato De Klare Lijn (La Linea Chiara), assunse il valore di manifesto artistico per una nuova corrente fumettistica che si ispirava agli universi di Hergé e Jacobs e che prese il nome di Linea chiara. Gli autori delle nuove generazioni hanno ripreso il loro rigore narrativo e le loro tematiche, pur se presentate talvolta in un delirio architettonico surreale-metafisico con influenze dall’Art Decó al Cubismo e sconfinamenti nella parodia, anche erotica.


Fra i tanti artisti Louis Alloing (Marion Duval, Les aventures des Moineaux), François Bel (Pat et Moune)


Léo Beker (Les tribulations de Louison Cresson),


Ted Benoit (Ray Banana, Blake et Mortimer),


Daniel Ceppi (Stéphane Clément),
Gilles Chaillet (Vasco),


Yves Chaland (Freddy Lombard), Jean Chakir (Inspector Saboum), Serge Clerc,


Lucien De Gieter (Papyrus), Jean-Claude Denis (Rup Bonchemin), Devig (Le croisiere fantome), Badouin De Ville (L’Inconnu du Tamise),


Jean Claude Floc'h (Albany e Sturgess, Le rendez-vous a Sevenoaks), Jean-Luois Floch (En pleine guerre froide), Gauthier (Ken Mallory)


Alain Goffin, Christian Goux (Le Fulgurateur Roch),


Dominique Hè (Marc Mathieu),


André Juillard (Blake et Mortimer),


Fréderic Marniquet (Scott  Hardings),


Jean Pleyers (Xhan\Jhen, Giovani),


Stanislas (Victor Levallois, Les aventures de Hergé), Dirk Stellaert (Nino), André Taymans (Le tribulations de Roxanne, Carolin Baldwin), Jean-Christophe Thibert (Kaplan et Masson),


Pierre Wininger (Victor Billetdoux),


Pascal J. Zanon (Harry Dickson),


agli olandesi Dick Briel (Julius Palmboom),


Eric Heuvel (Le Mystére du temps, The Search),


Henk Kuijpers (Franka),


Ever Meulen,


Joost Swarte (Jopo de Pojo),


Theo Van Den Boogaard (Léon-la-Terreur),


Jan Vervoort (Maximeet Lisa),


all’inglese Garen Ewing (Julius Chancer) e altri ancora.
Oggi la Linea Chiara sembra sconfinare un poco nel manierismo. Ciò non significa che non sia ancora uno dei punti di forza del fumetto franco-belga proprio in virtù canoni estetici  presenti nelle classiche storie evergreen di Hergé, Jacobs e Martin, giustamente rinomati in tutto il mondo della Nona Arte come suoi ispiratori e che tanto continuano ad affascinare autori e lettori delle nuove generazioni.



Alla Linea Chiara, nel 2012, è stata dedicata a Losanna una mostra intitolata Les aventures de la Ligne Claire, con una locandina del ginevrino Exem, che si rifà a un bel disegno di Swarte presentato all’inizio del post.

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