mercoledì 4 dicembre 2019

Il ritorno di Toutankhamon da un passato oscuro



Nel “lontano” marzo 2016 abbiamo proposto un post intitolato Egitto e Linea Chiara per sottolineare gli stretti legami della bedé con la civiltà egizia, con particolare riguardo all’opera di Edgar Pierre Jacobs.



Il 22 settembre di quest’anno, nella Grand Halle de la Villette, a Parigi, si è chiusa un’emozionante mostra di 150 manufatti di incredibile bellezza, una piccola parte dei tesori ritrovati nella tomba di Toutankhamon,



il giovane faraone figlio dell’eretico Akhenaton morto a 19 anni, oggi il più celebre sovrano dell’antico Egitto. La mostra è ora a Londra.


La sua misteriosa tomba nella Valle dei Re, nominata dagli archeologi KV62 (King Valley 62), fu scoperta nel 1922 dall’archeologo Howard Carter con l’aiuto di George Edward Stanhope Molyneux Herbert, V conte di Carnavon.


Recentemente , una miniserie televisiva intitolata Tut - Il destino di un faraone racconta, per la prima volta in televisione, la vita del giovane faraone, dall'ascesa al potere al suo impegno per portare alla gloria l'Antico Egitto.


Questo perché, dopo trentatré secoli dalla sua sepoltura, il ritrovamento della tomba, con i sigilli reali integri e ancora inviolata, è stato permesso grazie agli scellerati successori di Toutankhamon, i quali fecero di tutto per cancellarne il ricordo nel suo popolo, riuscendo perfettamente nel loro intento.


Difatti le dimensioni della stessa tomba sono più piccole rispetto a quelle usuali per un faraone. Forse inizialmente progettata per un parente o un dignitario di corte, fu utilizzata per nasconderne le spoglie e il suo ingresso fu occultato così bene che non fu mai trovato dai profanatori di tombe. Oggi circola un’interessante ipotesi sul fatto che molti dei manufatti scoperti facessero parte del corredo funerario della regina Nefertiti e che furono riadattati per il giovane faraone. Ma noi non siamo in grado di avvalorare o meno tale ipotesi.



Comunque sia, l’oblio ha fortunatamente permesso di preservare la mummia



e il tesoro, costituito da oltre 3000 manufatti di splendida fattura, che hanno contribuito in maniera determinate alla comprensione della civiltà egizia. 



Il ritrovamento archeologico, per certi versi insperato, ha ottenuto una grande notorietà a livello mondiale, costituendo una spettacolare molla per l’egittologia e l’egittomania con film, immagini, racconti, fumetti, mode su quell’affascinate civiltà, per certi versi ancora oggi misteriosa.


Nell’ammirare gli stupendi reperti archeologici nell’esposizione parigina, un bedefilo non può non ripensare alla short story in quattro tavole disegnata nel 1963 da Edgar Pierre Jacobs e dedicata proprio a quell’incredibile scoperta. Il raccontino, come ormai risaputo, è un fill-in, forse richiesto all’epoca da Enrico Bagnoli, curatore della celebre collana Mondadori dei Classici Audacia, per riempire le pagine del numero 9, contenente La camera di Horus, seconda parte de Il mistero della Grande piramide, secondo episodio di Blake et Mortimer e primo tradotto in Italia.


Successivamente è stato pubblicato sul numero 49 (1964) del settimanale Tintin.


A tutt’oggi il racconto non fa parte degli episodi di Blake et Mortimer ed è stato riproposto solo due volte, sul libro Le Monde de E. P. Jacobs (1984)


e sul numero 4 della rivista Bang (2005).


Guardando le quattro tavole di Jacobs si rimane stupefatti dalla precisione nella realizzazione della sua ricostruzione dei reperti archeologici, in un epoca in cui ancora non esisteva internet ed era quasi impossibile documentarsi con facilità.


Ovviamente il ritrovamento del tesoro deve averlo entusiasmato a suo tempo e non dimentichiamo il legame parentale che legava Akhenaton, argomento cardine della trama de Le Mystére de la Grand Pyramide, al successore Toutankhamon.


È di questi giorni la notizia del restauro, fatto per la prima volta, del suo meraviglioso sarcofago nel nuovo grande museo del Cairo, interamente dedicato alla civiltà egizia, di cui il giovane faraone sembra essere destinato a diventare sicuramente la star e una delle meraviglie museali più gettonate.


Quasi una giusta compensazione postuma per l’oltraggio subito alla propria morte.



3 commenti:

bruce ha detto...

ottima info

Keyser ha detto...

Una precisazione: il racconto di Jacobs è stato ristampato una terza volta, dall'editore Rombaldi, nel 1982. Un piccolo fascicolo che venne allegato alla ristampa dello stesso editore della serie Blake et Mortimer.

https://www.bedetheque.com/BD-Blake-et-Mortimer-Rombaldi-HS-Le-Tresor-de-Tout-Ankh-Amon-42905.html

Alesiofrancesco@alice.it ha detto...

la tomba fù profanata in 2 periodi successivi,escludendo la tomba ma depredando annesso ingresso e camera del tesoro,poi Carter per liberare la mummia dalla resina che ne era impregnata ha dovuto danneggiarla. Tut la serie francese lascia irrisolti molti degli enigmi .