L’urlo del popolo è un adattamento
del romanzo omonimo di Jean Vautrin,
pseudonimo dello scrittore regista Jean Herman, scritto nel 1998 e magnificamente
realizzato da Jacques Tardi. Il racconto è degno di Victor Hugo, a metà strada fra i suoi Miserabili e I misteri di Parigi di Eugène
Sue, in cui Tardi riesce in modo
strabiliante a restituire la Parigi di quel periodo con tutte le sue miserie
umane e i suoi splendori architettonici creati dal barone di Haussman
nell’epoca di Napoleone III.
L’atmosfera del racconto, abbastanza truculento in
certe scene ed esaltante in altre, è perfettamente sintetizzata nelle
riflessioni di un commissario che presagisce l’imminente tempesta, sulle condizioni
e sullo stato d’animo del popolo parigino e, per estensione, di quello francese:
«Scelte che non tengono conto del
malcontento dei parigini, della povertà, della stanchezza delle truppe provate
dalla sconfitta, dello scollamento dei reparti di polizia. È una politica che
non tiene conto della realtà delle cose, una politica che procede contro ogni
buon senso…E mi fermo qui per decenza»
Numerosi i
personaggi realmente esistiti presenti nel racconto: fra i tanti il pittore
Gustave Courbet con il suo celebre e controverso quadro L’origine del mondo e il giornalista scrittore di estrema sinistra
Jules Vallés, fondatore del gazzettino Le
Cri du Peuple che dà il titolo al romanzo e alla BD omonima; nel racconto
sono citati, inoltre, tutti i protagonisti della sanguinosa rivoluzione e della
reazione governativa, da Thiers a Mac Mahon fino a comunardi e generali protagonisti
di quegli eventi, ignoti alla maggioranza dei lettori italiani.
Filo conduttore
del racconto è la ricerca di una vendetta privata di un ex-notaio, ex-galeotto
(Jean Valjean, Edmond Dantés e François Vidocq vi dicono qualcosa?) ora con
nuovo nome, vice capo della Sureté, la polizia di sicurezza, il quale deve
vendicare l’abominevole assassinio della figlioccia. Nella trama si inserisce la
lotta fra una setta di ladri, detta Occhio
di vetro che ricorda quella dei Ladri d’Imperi, e la Sûreté.
Il vero protagonista
del racconto, però, è il popolo parigino con i suoi intellettuali, gli operai,
gli artigiani, i ladri e le prostitute, giovani e anziani di ambo i sessi senza
futuro ma ricchi di ideali libertari sommariamente sacrificati da una reazione
governativa brutale e priva di ogni pietà. In tutto il racconto si respira l’anelito
di libertà di questo popolo, deluso dai propri governanti e dalle classi più
agiate sfruttatrici. Le scene delle fucilazioni, da ambo le parti dei
contendenti, sono molto forti e fanno venire alla mente quelle immortalate da
Francisco Goya!
La sequenza delle intricate
vicende storiche sulla difesa delle barricate da parte dei comunardi nei vari
quartieri della città e sulla loro riconquista da parte dell’esercito
governativo è puntigliosamente narrata dall’autore ricorrendo all’artifizio
della narrazione verbale fatta dai protagonisti del racconto, inserita nella
striscia superiore della tavola con illustrazioni di tali eventi in quella
inferiore.
L’uso da parte
dell’autore di un disegno in bianco e nero e di un formato orizzontale con due
strisce per tavola chiamato in Francia “à l’italienne”, abbastanza desueto per
la produzione moderna franco-belga caratterizzano la splendida ricostruzione
architettonica dei vicoli, dei boulevards, delle piazze, dei palazzi e dei
quartieri completamente diversi da come sono oggi; sicuramente frutto di una
ricerca certosina su fotografie e stampe dell’epoca.
Mai vista una Parigi così
viva e palpitante, forse solo ne Le 7 vite dello Sparviero di Cothias e Juillard! Alcune
scene sulla Comune sono simili a quelle proposte da Jamar ne Ladri di Imperi, segno di un’identica fonte iconografica,
però proprio dal confronto emerge più netta la supremazia artistica di Tardi, testimoniata dalla perfetta
fusione fra lo stile caricaturale nella rappresentazione dei personaggi e la
precisione dei particolari in ogni vignetta.
Dopo il 1871 dovettero trascorrere altri 74 anni per una
sollevazione del popolo parigino contro una nuova invasione “prussiana” (Hitler),
epicamente narrata in Parigi brucia? di Dominique Lapierre e Larry Collins, e
97 anni per una rivoluzione generazionale contro un potere governativo centrale
e un sistema di vita ormai obsoleto (maggio 1968).
Queste due rivolte, più
vicine a noi, attendono ancora una BD che ne sappia illustrare in maniera epica
la storia come avvenuto, invece, per il 1848 con Sambre e
per la Comune del 1871 con Ladri d’Imperi e L’urlo del popolo.
I quattro volumi della Casterman
sono stati tradotti in Italia nel 2011-12 in due volumi dalle Edizioni DOUBLe SHOT.
1 - Les Canons du 18 mars (Casterman, 2001)
- I cannoni del 18
marzo
volume
1, DOUbLe SHOt, 2011
2 - L'espoir assassiné (Casterman, 2002)
- La speranza
assassinata
volume
1, DOUbLe SHOt, 2011
3 - Les heures sanglantes (Casterman, 2003)
- Le ore insanguinate
volume
2, DOUbLe SHOt, 2012
4 - Le testament des ruines (Casterman 2004)
- Il testamento delle
rovine
volume 2, DOUbLe SHOt, 2012
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