venerdì 28 agosto 2015

Luca Malisan



A Reggio Emilia, durante la 54ª manifestazione della Mostra Mercato del Fumetto, abbiamo avuto il piacere di conoscere Luca Malisan, il bravissimo disegnatore friulano del fumetto Dragonero della Sergio Bonelli. A Reggio Emilia, Luca è stato premiato dall’ANAFI con il prestigioso Rino Albertarelli. Da parecchi anni, l’autore lavora anche con i più importanti editori francesi, abbiamo colto l’occasione per rivolgergli qualche domanda.  


Ciao Luca, ci racconti come è iniziata la tua collaborazione con il fumetto francese?

È stato un lento percorso, fatto di piccoli passi. Quando ho cominciato a disegnare, verso il 2000, mi piaceva colorare le mie illustrazioni e fumetti, in particolare con tecniche digitali, che allora erano ancora agli albori. In occasione di qualche fiera, mostrando i miei lavori ad alcuni autori Bonelli, ho sentito parlare per la prima volta dell'esistenza di un fumetto a colori in Francia (in Italia il grosso era ancora in bianco e nero), e del fatto che il colorista poteva essere un mestiere. Il secondo passo è stato rispondere ad un annuncio per la ricerca di coloristi sul progetto Wondercity di Gualdoni/Turconi/Tenderini.


Ho fatto le prove e sono piaciute, tuttavia il team era già al completo e non ho quindi mai lavorato a tale fumetto. Il caso ha voluto che nello stesso periodo Andrea Mutti avesse contattato Emanuele Tenderini, per cercare un colorista. Tenderini, essendo già troppo impegnato, ha consigliato il mio nome a Mutti, ricordandosi delle prove che avevo fatto per Wondercity. Ho quindi fatto ulteriori tavole di prova sulle pagine di Mutti, sono state apprezzate, e nel 2005 ho cominciato la mia carriera di colorista con la serie Section Financiére per le edizioni Vents d'Ouest in Francia.


Lì è partita la mia collaborazione ed amicizia con Andrea Mutti, davvero un grande autore che mi ha fatto da vero e proprio mentore, insegnandomi moltissimo. I miei colori (e miei ritmi di lavoro) piacevano agli editori e ad altri autori, e ho quindi colorato centinaia di tavole, nel frattempo continuando a migliorare il mio disegno, su autoproduzioni e per piccole case editrici.


In occasione degli incontri con gli editori francesi per cui coloravo, portavo con me anche i miei disegni, proponendomi come disegnatore. Dopo qualche anno, applicando le loro critiche e consigli (e dopo molteplici rifiuti) è arrivato finalmente un OK dalla casa editrice Soleil, che mi ha assegnato un volume di ambientazione storica, dopo aver visto un mio fumetto autoprodotto dello stesso genere. Era il 2009 e Si trattava della Croisade des Enfants, il mio primo volume da disegnatore (e contemporaneamente colorista) pubblicato in Francia.



Come è nato il progetto de In vino veritas con Éric Corbeyran per la Glénat?

È partito da una proposta dell'editore. Con Glénat avevo già lavorato molto: avevo colorato decine di volumi e disegnato due albi (La conjuration de Cluny e Les amants de Carcassonne). Anche Corbeyran era una vecchia conoscenza, prima da colorista e poi da disegnatore (Le voyage du Sagittaire per Delcourt). Corbeyran e l'editore hanno pensato di avviare alcuni spin-off di Chateaux Bordeaux, una serie di successo riguardante il mondo del vino (tra l'altro colorata superbamente da Dimitri Fogolin del nostro Gotem Studio). Ognuno di questi spin-off era ambientato in paesi diversi: Italia, Spagna, Argentina. Per la miniserie di ambientazione italiana hanno contattato me, riscuotendo subito la mia curiosità, sia per l'ambientazione che la tematica. Dopo diversi volumi a carattere storico, soprattutto medievale, l'idea di disegnare qualcosa di più vicino a me nel tempo e nello spazio era davvero interessante.


Quali sono gli aspetti positivi e negativi che hai riscontrato nel lavorare con gli editori francesi?

Non so se abbia senso raggruppare in questo modo (cioè per "nazionalità dell'editore") eventuali aspetti positivi e negativi sul lavoro. Di solito ho sempre avuto buoni rapporti con tutti gli editori con cui ho lavorato, chi più, chi meno. Eventuali massime soddisfazioni o fastidi sono sempre stati secondo me indipendenti dalla loro nazionalità, e legati più ad aspetti delle singole persone ed organizzazioni. Comunque, in genere, le case editrici in Francia sono aziende più grosse di quelle italiane, pertanto riescono ad avere strutture più capaci di una migliore suddivisione dei compiti (persone diverse che seguono l'aspetto editoriale, quello pubblicitario, rapporti con le librerie, online, ecc...). Questo per me è un bel punto a favore: c'è sempre qualcuno esperto di ogni aspetto che cura ciascun passo del percorso che porta al meglio le idee degli autori ai lettori. Ogni cosa è fatta con professionalità, ma è un aspetto che si può riscontrare anche in Italia o USA, quando le aziende sono abbastanza grandi e strutturate.


Un aspetto negativo è ovviamente la barriera linguistica: conosco bene il francese, e questo aiuta, ma la fatica c'è comunque. Quindi ci si esprime meno di quanto si dovrebbe, e con minor qualità: con editori italiani ci si capisce più rapidamente. La barriera linguistica e culturale rende anche più complicato sia la documentazione che la fruizione degli altri libri a fumetti dello stesso mercato, con cui ci si confronta.


Dal punto di vista esclusivamente economico è più conveniente lavorare con gli editori d’oltralpe o con la Sergio Bonelli

La risposta è difficile, perché ci sono molti aspetti da valutare, e non tutti immediati. Semplificando un po': in Francia si è pagati sotto forma di diritti sulle vendite, sulle quali si percepisce un anticipo, con Bonelli c'è un compenso fisso a pagina. Quindi, in Francia, se il proprio libro arriva a vendere più di un “tot”, si può percepire maggiori introiti, ma si tratta di casi rari e per la maggior parte delle volte l'anticipo è tutto quel che si riceverà.
Anche semplificando ulteriormente, e facendo finta che l'anticipo sia un semplice compenso a pagina da poter confrontare con quello Bonelli, la realizzazione delle tavole è molto diversa. Mediamente le tavole francesi hanno il doppio di vignette di quelle Bonelli (però in Francia è il colorista che si occuperà di luci ed ombre, mentre in Bonelli devo occuparmene io), e i compensi a pagina sono in rapporto simile, quindi direi che al momento non c'è particolare differenza.


In ogni caso quello economico non è un aspetto che possa influire molto sulle scelte che un disegnatore fa: restando sempre in ambito decisamente prosaico molte volte si deve accettare o rifiutare un impegno più per motivi di tempo e calendario che di compenso. E poi ci sono gli aspetti meno prosaici, per esempio chiedersi se e come si possa dare il meglio di sé in quel che ci viene chiesto. Quando un lavoro è un piacere o una sfida interessante, basta che il compenso sia sufficiente.


La croisade des Enfants, In vino veritas, Les amants de Carcassone, Le crépuscole de Tellure, La conjuration de Cluny, Zodiaque quale fumetto della tua, già nutrita, produzione francese è stato quello che ti ha dato le maggiori soddisfazioni dal punto di vista professionale?

Le soddisfazioni sono state di vario tipo... La croisade des Enfants è stato il primo contratto da disegnatore, e quale soddisfazione migliore di questa! Poi Le Crépuscule de Tellure è stata la conferma, per di più su una serie, non un volume unico, altra conquista (come dice il luogo comune «… è il secondo albo il più difficile! ...»). Cluny è stato un albo importante, l'avvio di una collana rappresentativa per un editore diverso, ha venduto molto bene ed è stato molto apprezzato. Essendo tra i primi che ho fatto sono ancora molto legato a questi tre progetti. Tuttavia di ogni fumetto su cui ho lavorato ho un bel ricordo, ed ognuno di loro ha lasciato qualcosa di professionalmente utile.


Quali sono gli autori della scuola franco belga che apprezzi maggiormente?

In queste "liste della spesa" finisco sempre per dimenticare qualcuno... in ogni caso restando tra i disegnatori oltralpe mi piacciono molto i disegni di Enrico Marini, Matthieu Lauffray, Ralph Meyer, Sylvain Vallée, il Jean Giraud di Blueberry... Ho un ammirazione per come Philippe Francq disegna i vestiti. Leggo i fumetti scritti da Jean Van Hamme divorandoli con gran piacere. Poi non sono per niente bravo a ricordarmi i nomi di altri disegnatori e coloristi di cui ammiro il lavoro, anche solo nella resa di singoli aspetti, siano espressioni, paesaggi montani, animali, architetture... E la stessa domanda fatta l'anno prossimo riceverebbe probabilmente una risposta diversa, perché sono sempre attratto da quegli autori che mi insegnano qualcosa di interessante per il mio percorso, che dipende da quel che devo fare in questo momento.


Puoi parlarci della tua collaborazione con la rivista Focus?

È successo anni fa, sono stato da loro contattato perché avevano visto su Internet alcune mie illustrazioni e fumetti a tema storico, e proprio di quello avevano bisogno. Ho realizzato alcuni fumetti ed illustrazioni che sono stati pubblicati, poi non hanno più avuto occasione di offrirmi altri incarichi e quindi da anni non ci sentiamo più. Ricordo che dovetti creare un riassunto del film Psycho in due sole tavole, poco più di una decina di vignette, uno sforzo di "compressione" interessante a livello di sceneggiatura.



Ci sono in progetto nuovi lavori per il mercato francese?

Sto concludendo in questi giorni il primo volume di una serie nuova per l'editore Glènat che si intitolerà, salvo cambiamenti all'ultimo momento, Les Seigneurs de la Terre. L'albo uscirà in tempo per il prossimo festival di Angoulême, e il secondo volume seguirà abbastanza a breve. È una bella storia, e ho una piacevole collaborazione con lo scrittore; lui è nuovo alla scrittura di fumetti, si è occupato finora di romanzi, saggistica e teatro, quindi il mio intervento va oltre quello di "mero disegnatore" e sono a tutti gli effetti co-sceneggiatore. La storia ha a che fare con il mondo dell'agricoltura, e il confronto tra biologico e convenzionale. Si tratta di un progetto di lunga programmazione, quindi sarò impegnato su di esso per i prossimi anni, salvo imprevisti.


Ciao, grazie della tua cortesia.


Sono io a ringraziare voi per l'interesse verso il mio lavoro! Ciao allo staff di Zona Bédé e ai suoi lettori.


1 commento:

piersante ha detto...

beh ... l'ho letto con interesse.