mercoledì 6 giugno 2018

E se l'assassino fosse...


Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerose riprese di personaggi classici della bédé, sia di genere avventuroso che umoristico. Non sempre si può dire che l’operazione sia riuscita soprattutto dal punto di vista economico, tanto che più di uno si è limitato a una sola apparizione nelle cosidette “Nuove avventure di…”.


Un caso che invece sembra unire l’apprezzamento della critica e quello del pubblico è Ric Hochet, ovvero Ric Roland nel nostro paese. Questo personaggio, di cui si ricordiamo pochi anni fa un’edizione integrale edita dalla Gazzetta dello Sport, è stato da poco ripreso da Zidrou (ai testi) e Van Liemt (ai disegni) ed è giunto in questi giorni alla terza “nuova” avventura.


Nona Arte continua a proporcele tutte in contemporanea con l’edizione francese e ha appena dato alle stampe Come realizzare un omicidio perfetto, che segue a ruota R.I.P. Ric! e Omicidi in un giardino francese.


La storia segue una struttura classica, dove un misterioso assassino che ha già causato oltre una dozzina di morti continua a colpire senza pietà. 


Mentre il Commissario Bourdon e l’inseparabile Ispettore Ledru da una parte e Ric Roland e Nadine dall’altra seguono diverse piste per individuare il colpevole, un piccolo manualetto fai-da-te assurge lentamente a un ruolo fondamentale per la comprensione della storia.


Ecco quindi che la scena si sposta da Parigi a Bruxelles, all’interno di una casa editrice del tempo, nota tra l’altro per la sua collana di tascabili Marabout-Flash, tradotta negli anni 60 in molti paesi, compreso il nostro.


Attingendo ai maestri del who-dunnit e alla coppia Tibet-Duchâteau, creatori del personaggio, Zidrou e Van Liemt costellano la storia di strizzatine d’occhio al mondo della bédé e alle più classiche sequenze della serie originale, con la Porsche gialla in primo piano.


La vicenda, che vede la partecipazione straordinaria di Henri Verne, papà di Bob Morane, gode di una sceneggiatura snella senza ridondanze, nel miglior stile di una bédé che si deve concludere in una cinquantina di pagine al massimo, dense e ricche di particolari.


La scelta di ambientare le storie alla fine degli anni 60 si rivela felice, così come lo sono stati gli anni 50 per la ripresa di Blake e Mortimer.



Possiamo anche notare, con piacere, è che sono stati infranti molti tabù che limitavano le apparizioni femminili ed eliminavano anche i più lontani accenni alle relazioni sessuali tra i protagonisti. Nadine, che già aveva visto aumentare il proprio ruolo nelle ultime storie di Tibet e Duchâteau, oggi regge con successo la scena anche senza l’imperturbabile Ric.



1 commento:

danyellow ha detto...

ed io che pensavo Henry Verne fosse un tipino a modo :-D