venerdì 26 aprile 2019

L’accattivante mito delle Amazzoni



Per uno strano caso sono arrivate contemporaneamente alla nostra attenzione due bedé di Christian Rossi. Una è il racconto satanico W.E.S.T., proposto nella collana Albi Avventura della Gazzetta dello Sport, scritto da Xavier Dorison e Fabien Nury, mentre l’altra è Il cuore delle Amazzoni, scritta da Geraldine Bindi e presentata in un bel cartonato da Panini Comics.



Géraldine Bindi è una scrittrice, appassionata cultrice di psicologia, dell’inconscio, della magia, del mondo della sensualità, il tutto però, vissuto da lei in una maniera gioiosa, divertente.


Su Christian Rossi ci sarebbe da scrivere un intero post solo sulle sue opere, ricorderemo qui solo Tiresias e La Glorie d’Hera entrambe scritte da Serge Le Tendre e tradotte da Planeta De Agostini nel 2009, perché sono il suo primo approccio con il mondo classico greco.


Il racconto sulle Amazzoni è giunto subito dopo l’uscita in edicola di Epoxy di Jean Van Hamme e Paul Cuvelier. Sembrano esserci dei punti di contatto fra le due bedé, anzi la seconda sembra una moderna e ideale continuazione della prima.


Laddove Van Hamme e Cuvelier, come abbiamo scritto a suo tempo nel post dedicato, si fermavano nella descrizione degli amplessi amorosi, bloccati da una censura molto presente all’epoca in Francia e Belgio, qui gli autori si spingono più avanti, in una versione meno psichedelica e autocensurata di quella.


L’incontro-scontro fra le Amazzoni e i guerrieri Achei è descritto in maniera molto realista, più approfondita, con le bellicose e scatenate guerriere, pronte a dominare gli uomini, prigionieri resi schiavi, considerati solo oggetti di piacere.


Sotto alcuni aspetti, che riguardano l’impostazione del racconto e la bellezza delle tavole, si può avvicinare al bellissimo e pluripremiato The Age of Bronze(L’Età del Bronzo), di Eric Shanover, rimasto, purtroppo, incompiuto in Italia. Per chi ama la mitologia greca e l’Iliade, quella dell’autore statunitense è la rappresentazione a fumetti più realistica mai disegnata sulla guerra di Troia, e la bedé di Bindi e Rossi si avvicina molto ad essa.


Più lontano, anche se ugualmente gradevole, sembra l’episodio di Kolosso, il super-forzuto italico creato da Carlo Porciani e Mario Faustinelli nel 1964, fra le Amazzoni, dominato da una censura pre-sessantottina.


La Bindi si impossessa del mito delle bellicose Amazzoni situandolo nel mezzo della guerra di Troia. La scrittrice focalizza l’attenzione su una domanda universale, esiste un sesso forte? La delicatezza del tema, la guerra dei sessi, descritta dall’occhio femminile della scrittrice, rendono molto gradevole la lettura di questa bedé.


Nel racconto tutto inizia e finisce con la Festa primaverile dei fiori, una cerimonia iniziatica e orgiastica che assicura la loro progenie futura, mediante gli accoppiamenti con i prigionieri.


Dal canto suo, Rossi ammette di ammirare il corpo umano e la sua bellezza, le sue gestualità e posture, e ne da un’ottima dimostrazione nella bedé in questione, eccellendo nella resa anatomica realista dei corpi dei personaggi e delle comparse.


La sua realizzazione grafica con un disegno realista è messo in risalto dall’uso del bicolore, come nella prima edizione di Epoxy (altra somiglianza). Non c’è nulla di pornografico nella sua descrizione degli amplessi ma solo compiacimento estetico e sensuale.




1 commento:

mathias ha detto...

Dont forget "the Amazons" by Outisfumetti published in a local paper in Santa Monica, CA.