Parte terza – 1944/46
La Valle degli Immortali (diciannovesimo episodio, 2 tomi, 2018, 2019)
Yves Sente, Peter Van Dongen, Teun
Berserik
Questo
episodio si situa fra la fine dell’Espadon
e il successivo.
Infatti,
gli autori illustrano una distruzione più dettagliata del palazzo imperiale di
Lhasa, durante il bombardamento degli Espadon,
con l’uscita di scena di Basam Dandu
e
del dottor Sun Fo, quest’ultimo
ucciso da un vendicativo Olrik,
sopravvissuto al crollo dell’edificio.
Ahmed Nasir,
il fedele sergente, nominato sergente-capo su proposta da Blake all’ammiraglio Gray,
ottiene il congedo militare per
meriti speciali. Nel viaggio di ritorno in India, il suo aereo è abbattuto e
lui finisce nelle mani dei soldati del generale Xi-Li, un signore della guerra che insanguina la Cina post
imperiale. Nel campo di prigionia, purtroppo, Nasir è riconosciuto da Olrik
che lo fa imprigionare.
Il
malvagio rinnegato stipula un patto con Xi-Li,
per cui sarà ancora una volta in incognito al fianco dei due eroi a Hong Kong,
travestito da Nathan Chase, analista
di Bletchley Park, in realtà perito sotto i bombardamenti. I due non lo
riconosceranno grazie a una maschera facciale in caucciù indossata sulla testa.
E per tutto il racconto, fino alla fine, non sapranno chi si è nascosto sotto
quelle mentite spoglie. Tale artificio narrativo è utilizzato da Sente per non contraddire l’effetto
sorpresa dimostrato nel loro successivo incontro descritto da Jacobs.
Anzi
a tal proposito, nella terz’ultima vignetta della tavola finale si intravede il
volto del Doktor Grossgrabenstein,
di cui diremo.
Il
racconto contiene numerosi omaggi degli autori verso altri colleghi: il padre
missionario Odilon
Verjus, simpatico personaggio della bedé belga [post del 07.03.2019],
scritto da Yann e disegnato da Laurent Verron per Le Lombard; in una vignetta si vede la sala del bar The Lost Sailor di Hong Kong, dove c’è
il primo omaggio a Hergé con un capitan Haddock imbronciato e forse un
poco ubriaco sul fondo della sala; la vignetta (e copertina del primo tomo) con
Mortimer portato a spasso su un risciò
lungo una strada cinese rimanda alla celebre immagine di Tintin nel Loto Blu;
c’è
una fugace apparizione di Tchang, il
ragazzo amico di Hergé/Tintin.
Nel
corso di un’imboscata in un negozio di antiquariato, situazione ripresa dal Mistero della
Grande Piramide, il lettore apprende che il barbuto professore è
stato in gioventù un seguace della nobile arte della boxe: un altro tassello
sulla sua vita giovanile!
Il
racconto spiega come Mortimer salvi
la vita a Nasir, mettendo a rischio la propria.
Alla
fine di questa avventura Blake viene
richiamato a Londra per essere messo a capo dell’ MI5, l’ente preposto alla
sicurezza e al controspionaggio nel Regno Unito.
1950
Il Mistero della Grande
Piramide (secondo episodio, due tomi, 1950,
1951)
Edgar Pierre Jacobs, Albert Weinberg
In
assoluto uno dei fumetti più affascinanti nel panorama europeo. Sembra che
abbia avviato molti lettori allo studio dell’Egittologia e la notizia non
stupisce perché nel racconto si respira un’atmosfera da archeologo dilettante
che avvolge e ipnotizza il lettore, conquistandolo in maniera imperitura.
Il
prof. Mortimer arriva al Cairo con
il fedele servitore Ahmed Nasir per visionare un frammento
manoscritto di Manetone, lo storico
e sacerdote greco originario di Sebennito
(in egizio: Djebnetjer) vissuto in
epoca tolemaica, all'inizio del III secolo a.C.. Manetone avrebbe scritto una Storia
dell’Egitto, purtroppo, andata perduta e contenente un elenco cronologico dei
faraoni.
Jacobs
immagina che l’ipotetico frammento parli di una camera nascosta dentro la Grande Piramide del faraone Khufu (o Kheops o Cheope).
L’ipotesi
è affascinate e solo recentemente, grazie alle moderne tecnologie, si è visto
che esiste veramente una cavità nell’interno della piramide.
Jacobs,
però, non dice niente su come Nasir
sia divenuto il fedele servitore di Mortimer.
Chissà, forse questo aspetto della loro vita potrebbe essere al centro di un
futuro episodio. Così come non dice niente su come Olrik sia sopravvissuto alla crollo del palazzo imperiale alla fine
del Mistero
dell’Espadon, passaggio che, invece, è spiegato poi nell’episodio La Valle degli
Immortali scritto da Yves Sente.
Nelle
prime pagine fa il suo ingresso Herr
Doktor Grossgrabenstein, impetuoso e barbuto archeologo dilettante, il
medesimo mostrato nell’ultima tavola della Valle degli Immortali, sotto le cui spoglie si
nasconde, a un certo punto, il malefico Olrik.
Herr Doktor è una caricatura dell’egittologo belga Jean Capart, cui si è ispirato anche Hergé per l’etnologo Hyppolite Bergamotte ne Le 7 Lune di Cristallo, episodio cui ha collaborato il medesimo Jacobs.
Herr Doktor è una caricatura dell’egittologo belga Jean Capart, cui si è ispirato anche Hergé per l’etnologo Hyppolite Bergamotte ne Le 7 Lune di Cristallo, episodio cui ha collaborato il medesimo Jacobs.
Il
lettore fa la conoscenza con Sharkey,
prototipo del gangster americano con sigaro, divenuto braccio destro di Olrik (anche su questo fatto l’autore
non dà alcuna spiegazione), che, con il noto El Bezendjas, qui in duplice veste di autista e malvivente,
compongono la sua banda di malviventi.
Il
primo tomo si chiude con il presunto omicidio del capitano Blake, arrivato in soccorso del suo vecchio amico, da parte di Jack, un freddo assassino, con occhiali
a lenti rotonde, terzo malvivente al soldo di Olrik.
Un
personaggio enigmatico è lo sceicco Abdel Razek, che si scoprirà
alla fine essere l’ultimo discendente di Paatenemheb, grande sacerdote di Heliopolis. Calmo e flemmatico, lo
sceicco è dotato di strani poteri ed è depositario di una conoscenza per
iniziati e del segreto della Camera di Horus,
in cui è nascosto il tesoro di Akhen-Aton,
il faraone eretico della XVIII dinastia.
Akhen-Aton è
noto anche con il nome di Amenofi IV,
come era chiamato prima della sua rivoluzione religiosa. Padre di Toutankh-Amon nonché enoteista, i
ritratti di Akhen-Aton pervenuti
fino a noi hanno una fisicità differente da tutti quelli degli altri faraoni e
il volto dello sceicco, in qualche modo, ricorda quello del faraone eretico.
Sarà
lo sceicco, con un semplice gesto e la frase “Per Horus, fermati!”, a condannare Olrik all’amnesia e alla follia completa.
Dopo
aver salvato i due eroi, però, lo sceicco cancella dalla loro memoria il
ricordo dell’evento vissuto nella favolosa camera segreta di Horus.
Nessun commento:
Posta un commento