La bédé di argomento storico è uno dei generi che riscuotono
un relativo successo nel nostro paese come è testimoniato da collane come Historica e Historica Biografie che proseguono il loro cammino ormai da anni.
All’interno di queste le opere sulla Prima Guerra mondiale ne rappresentano una
porzione consistente.
Se il tema è stato ampiamente trattato da entrambi i
versanti, poco o nulla ha parlato di quanto non avvenisse all’interno del
continente europeo. Non si tratta di una scelta degli editori italiani perché
poco o nulla esiste in lingua francese per esempio su quanto è avvenuto in
quegli anni in Africa che era già ampiamente divisa tra francesi, inglesi e
tedeschi.
Nel 1914 i Tedeschi
erano fortemente presenti in quel continente con tre colonie: il Togoland (l’attuale Togo e parte del
Ghana), il Camerun e il Sud Ovest africano ( l’attuale Namibia).
In queste terre la divisione sancita dalla Conferenza
di Berlino del 1885 non aveva tenuto gran conto né dei precedenti regni
autoctoni, né delle diverse etnie provocando così la separazione brutale
attraverso le nuove frontiere di popolazioni e anche di intere famiglie.
L’assetto raggiunto dopo anni di rivolte delle popolazioni e
repressioni da parte dei colonizzatori venne rotto dallo scoppio della Prima Guerra mondiale. La necessità di
soldati spinse Francesi e Tedeschi ad arruolare con la forza e le minacce tanti
giovani che vennero a costituire quelle che Léopold Sédar Senghor avrebbe chiamato in una sua famosa poesia i “mastini neri dell’Impero” e che
avrebbero alimentato i ranghi degli eserciti europei anche nella Seconda Guerra mondiale e nelle
successive lotte per l’indipendenza africane.
La tragica vicenda di due giovani cugini, Babakar e Bakary, impegnati su fronti opposti nella rapida conquista del Togoland da parte dei Francesi del Dahomey (attuale Benin) e poi nella
sanguinosa e lenta avanzata di questi nel Camerun,
è stata narrata in un albo scritto da Christophe
Cassiau-Haurie e illustrata da Massiré
Tounkara, un disegnatore del Mali,
con una qualche immaturità nel segno ma con una grande forza emotiva. Il Mali è
stato un paese precursore nello sviluppo di una bédé autoctona ma vive da poco
meno di una decina di anni una destabilizzazione che ha avuto un forte impatto
su ogni tipo di produzione artistica locale.
Questo pregevole esempio di recupero tardivo di eventi
tenuti nell’ombra dalla storiografia prevalentemente eurocentrica della bédé
più tradizionale, è pubblicata da l’Harmattan
BD, una collana dedicata alla “bande dessinée dai colori dell’Africa”, che
accoglie ad oggi una quarantina di titoli dai temi e dagli stili più variegati
ma uniti dall’esigenza di dar voce agli artisti più interessanti dell’attuale
panorama africano.
Nessuna speranza ovviamente di vedere Les dogues noirs de l’Empire in italiano; chi vuole leggerlo deve procurarselo in francese come purtroppo è necessario fare anche per tanti altri titoli di grandi artisti franco-belgi.
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