lunedì 18 novembre 2013

Bravo Bravò!

Quando si parla della storia dei fumetti belgi di solito l’attenzione si focalizza sempre su tre settimanali: Le Petit Vingtiéme [1928-1940], che vide la nascita del fenomeno Hergé-Tintin, Le journal de Spirou [1938 - oggi], fucina di autori che diede origine alla Scuola di Marcinelle e allo Stile Atom, e Tintin [1946-1988], culla della Scuola di Bruxelles. In realtà ci furono altri due importanti periodici belgi, di cui si parla poco in Italia: Heröic Albums [1945-1956] e Bravo! [1936-1951].



Sul periodico Bravo! dell’editore Jan Meuwissen, magnate della stampa olandese, il giornalista saggista Frans Lambeau ha scritto nel 2000 un breve saggio, Bravo! un hebdo des annes 40 [Chambre Belge des Experts en Bandes Dessinées] e ne parla diffusamente nella sua ultima fatica, il documentatissimo Dictionnaire illustré de la Bande Dessinée Belge sous l’Occupation, (André Versaille Éditeur, 2013), 334 pagine a colori in formato orizzontale. Il dizionario, con prefazione di Philippe Goddin, eminente tintinologo autore della monumentale Chronologie d’une œuvre (Editions Moulinsart, 2008-2011), presenta in ordine alfabetico voci che riguardano tutto quel che successe nel mondo del fumetto belga sotto l’occupazione nazista: dagli editori agli autori, dai collaborazionisti veri o presunti (Van Melkebeke, Hergé e compagnia) ai personaggi e alle testate, compreso Bravo!.



Nel panorama dei settimanali belgi dell’anteguerra e del periodo bellico la formula di Bravo!, secondo Lambeau, rappresentava una perfetta miscela fra fumetti (elemento ludico), racconti illustrati (elemento narrativo) e scritti redazionali per il pubblico (elemento comunicativo), oltre a aver stimolato una produzione autoctona  che spinse alcuni giovani autori a credere nel linguaggio fumetto e dare vita a un fenomeno fumettistico di livello europeo. Per tali motivi il giornalista parla addirittura di uno “Stile Bravo!”, imitato da altri periodici per la gioventù: il confessionale Grand Coeurs, i brussellesi Story, Annette e soprattutto Tintin.



Il periodico presentava opere di classici fumetti statunitensi della KFS, di autori olandesi sconosciuti, francesi (Edmond-François Calvo, Raymond Cazanave, Guy Mouminoux, Jacques Martin, Rob-Vel, Alain Saint-Ogan, Albert Uderzo) e, ovviamente, belgi (Paul Cuvelier, Edgar Pierre Jacobs, Jacques Laudy, Max Mayeu detto Sirius, Raymond Reding, Willy Vandersteen, oltre al pittore espressionista Frits Van den Berghe e lo scrittore Jean Ray).
Come si può vedere nel periodico erano presenti alcune delle migliori firme franco-belghe, in particolare quelle che nell’immediato dopoguerra parteciparono al settimanale Tintin.

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