Uno degli ultimi saggi pubblicati è notevole e molto particolare, non perché sia scritto da Victor Cypowyj, immigrato di origine russo-ucraina ora medico francese in pensione, ma per come è stato scritto. Raramente si può gustare un simile atto d’amore per i fumetti; in un certo senso ricorda il volume di Antonio Faeti “La storia dei miei fumetti. L'immaginario visivo italiano fra Tarzan, Pecos Bill e Valentina”. E in effetti fra i due c’è un legame: una passione adolescenziale per il Pecos Bill di Guido Martina, edito in Italia da Mondadori e in Francia da Jeunesse et Vacances.
Il dott. Cypowyj ha voluto creare un’antologia o una piccola (in realtà titanica) storia della Bedé francese dal titolo Anthologie historique de la bande dessinée. È una sorta di Amarcord creata forse più per il proprio piacere che per gli altri, strutturata in quattro volumi, di cui ha pubblicato solo il primo, suddiviso a sua volta in quattro tomi. E che tomi! Ognuno costa 60€ per 300 pagine circa! Non c’è un editore, se non il medesimo Cypowyj, che se li è stampati in proprio e al quale si devono inviare le richieste per l’acquisto. Per contattarlo spedire una mail a victor.cypowyj@laposte.net o cypowyj.victor@orange.fr
Diamo la parola all’autore:
«Per ritornare alla mia antologia/enciclopedia del fumetto, devo precisare, da una parte che non si tratta di un opera letteraria, con grandi voli poetici lirici, né di un esauriente dizionario. Si trattava per me di un opera tecnica quanto più precisa e completa possibile, senza essere sgradevole, né troppo tecnica, come è il caso per gli splendidi lavori di Thomassian [editore e libraio parigino], per dare appena un'idea e fare scoprire i vecchi fumetti alle giovani generazioni e ricordare certe pubblicazioni ai nostri vecchi che li avrebbero dimenticati!
Come sai, sto lavorando sul secondo volume: i giornali e illustrati del dopo guerra, essenzialmente in Francia, con alcuni richiami sulle pubblicazioni straniere dell’epoca. Intendo pubblicare questo volume, in 7 tomi, verso la fine dell'anno 2013.
Parallelamente, sto curando la redazione del terzo volume: i racconti completi della seconda guerra [mondiale], che è già molto avanzata, 1800 pagine già redatte e illustrate, nello stesso stile dei primi due volumi.»
Sfogliando le pagine dei tomi del primo volume si nota che l’impaginazione del testo lascia un poco a desiderare, perché, repetita juvant, l’autore ha fatto tutto da solo, compresa le gestione di un imponente e appetibile apparato iconografico, con scansioni di belle copertine e ignote (per noi italiani) tavole di fumetti a bassa (ahimè) definizione, anche se a colori; probabilmente un aiuto professionale avrebbe comportato un impegno finanziario maggiore e un costo finale più alto. In compenso c’è l’esauriente storia sulle origini del fumetto francese. Per ogni giornale, albo, personaggio, anche straniero, e racconto citati c’è una scheda; forse il testo poteva essere più sintetico in alcuni casi di protagonisti e storie celebri su cui ormai da decenni si sa tutto, ma va bene anche così. Quello che rende gradevole l’opera è che da ogni pagina scritta dall’autore tracima il suo indiscusso amore per i fumetti e la sua enciclopedica cultura fumettistica.
Nella prefazione si legge che l’opera completa parte dalla preistoria per arrivare fino alla gloriosa epoca dei Petits Formats, i tascabili che in Francia hanno dominato il mercato fino al 1968, quando sull’onda delle rivolte studentesche e de “l’immaginazione al potere” qualcosa cambiò determinando l’ingresso del fumetto francese nella cultura “alta”.
Naturalmente non mancano continui riferimenti a personaggi e autori statunitensi, inglesi, belgi e soprattutto italiani, perché non si deve dimenticare che il fumetto nell’esagono transalpino si sviluppò grazie a due fuoriusciti politici italiani: Ettore Carozzo, genero dell’editore Lotario Vecchi, e Domenico, detto Cino, Del Duca, terzo dei fratelli Del Duca, quelli dell’Editrice Universo (Intrepido, Il Monello, Albi dell’Intrepido). Grazie alla loro opera iniziò un flusso continuo di fumetti italiani che invasero la Francia, ottenendo, talvolta, un successo negato in patria.
In sostanza l’Anthologie è una meritoria opera di consultazione, che dà molte notizie su un periodo dell’editoria transalpina non sempre messo sotto i riflettori, neanche in Francia, oscurato com’è dallo strapotere degli albums (volumi in francese).
Per quanto concerne il primo volume, il primo tomo riguarda la Preistoria delle immagini, dall’antichità a Épinal, il fumetto americano con le sue varie Age (Golden, Silver, ecc.), gli inizi in Francia e l’Age d’Or con i periodici anteguerra: Le Journal de Mickey, Jumbo.
Il secondo prosegue l’analisi dei giornali anteguerra: Hurra!, L’Aventureux, Mon camarade, L’As, Junior, Le Journal de Toto, Hop-Là!, Aventures, Robinson, Le corsair de fer.
Il terzo chiude il periodo anteguerra arrivando alle pubblicazioni del periodo bellico: Bilboquet, Jean-Pierre, Jeunesse Magazine, Les Grandes Aventures, Siroco, Gavroche, Benjamin, Cœurs Vaillants\Âmes Vaillantes, Hurrah-Tarzan-L’Aventureux en Z.L., L’Audacieux, Les Belles Aventures, Fanfan la Tulipe, Le Journal de Taty, Le Téméraire, Cendrillon\Pic et Nic, Merinos.
Il quarto è imperniato sugli albi con racconti completi dell’anteguerra, in particolare sulle Éditions Mondiales di Del Duca e sulle Éditions Modernes di Carozzo.
Il piano completo dell’opera prevede dunque il prossimo volume in 7 tomi sui periodici illustrati del dopoguerra: da Spirou a Pilote passando per Tintin, Vaillant, OK, Tarzan L'Intrépide, L'astucieux, Hurrah!, Mireille, Bayard, Pierrot, Donald, oltre a numerosi titoli sconosciuti come Robin l’écureuil, Total Journal, Ima e Récréation, per un totale di 90 testate!
Il terzo volume, attualmente in corso di elaborazione, sarà pronto fra un paio di anni e sarà costituito da 8-10 tomi sugli albi con racconti completi del dopoguerra.
Il quarto, di cui sono pronte per ora “soltanto” 600 pagine, riguarderà i Petits Formats e non c’è ancora una data di uscita.
Augurandogli un buon lavoro da “certosino”, attendiamo con molto interesse le prossime uscite: assolutamente consigliata a chi ama anche la Bedé quando ancora non era chiamata così..
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